GUIDA Rovigo/Memorie Storiche
La Guida Storico-Statistica Monumentale dell'Italia e delle Isole (1857) riporta:
Rovigo (Albergo della Posta), città di 10000 abitanti, con mura fiancheggiate da torri, e un forte castello ora volgente a ruina. Si entra in città da sei porte, ed ha una vasta piazza circondata da portici, la quale è ornata da una colonna su cui stava anticamente il leone di S. Marco. Fra le sue chiese degne di osservazione sono: la Сattedrale ed una vasta cappella di forma rotonda esternamente circondata da un portico sostenuto da colonne, ove si venera una imagine della Vergine; l'interno è tappezzato di quadri votivi, che sono la maggior parte della scuola veneziana.
Conta Rovigo varj ragguardevoli edifizj; ha un bel Teatro, detto della Società, costruito da non molto, un Seminario con biblioteca, un Ospedale, diversi istituti di beneficenza, scuole pubbliche ec.; è pure centro di gran commercio di grani.
In Corografia dell'Italia, III° volume (1834) così viene descritto il comune:
ROVIGO, città principale della prov. del Polesine, traversata dal fiume Adigetto, che è un ramo dell'Adige e che si valica sopra quattro ponti di pietra. È fortificata secondo il metodo antico con mura, torri, bastioni, fosse ed un vecchio castello. Ha nullapiù di un miglio e meno di circonferenza, ma ha de' borghi molto considerevoli, per cui entro e fuori vi si annoverano circa 7,000 abitanti. La fondazione di questa città è incerta, benché da molti s'attribuisca agli Etruschi. Si sa positivamente che anticamente era un borgo chiamato Buonvico, poscia Rodigio, indi Rovigo. Era in allora cinto di paludi, a cui non potevasi arrivare che mediante una diga dalla parte di borea. È alla caduta di Adria, seguita a motivo delle inondazioni, che Rovigo deve il suo ingrandimento, benché altri assicurino, esser ciò avvenuto nell'anno 924 per isfuggire alle barbarie degli Ungheri che appunto in quel epoca presero ed incendiarono Adria. In fatti le più antiche memorie di Rovigo cominciano dal X secolo, poiché nel 970 ne venne fatta menzione di essa come di luogo molto forte, e dall'imperatore Ottone I fu data al marchese Albertazzo d'Este per dote di una sua figliuola. Mentre Rovigo fu dominata dagli Estensi avea un governatore col titolo di vicecomite: sotto ai Veneziani la reggeva un podestà. Al tempo del regno d'Italia fu residenza di un viceprefetto e capoluogo di un distretto di 61,850 abitanti. In allora la città ebbe titolo di ducato, essendone da Napoleone investito il generale Savari.
In oggi è capoluogo della prov. del Polesine, e in tale qualità ottenne il titolo di città regia. Vi risiede un delegato governativo, un tribunale di prima istanza, un'intendenza di finanze ed un ingegnere in capo per le acque: è pure l'ordinaria residenza del vescovo d'Adria. È assai bene fabbricata: ha 6 porte, 12 chiese, un seminario, un ospedale, due orfanotrofii, un monte di pietà, una casa di ricoveri, due teatri ed un'accademia di lettere e scienze. Produsse in fatti molti uomini illustri, come sarebbero Celio Rodigino ed Antonio Riccoboni celebri nella letteratura latina, Gianmaria Avanzi amico del Guarini e del Tasso, ed il marchese Manfredini che fu precettore dei figliuoli del granduca di Toscana Leopoldo di Lorena, e nel 1796 primo ministro del granducato, per cui operò in modo che la Toscana in quell'epoca fosse la sola potenza italiana non in guerra con la repubblica francese. I conti Silvestri hanno una fiorita biblioteca di oltre 36,000 volumi, ed a proprie spese la tengono aperta al pubblico. Rovigo è centro di grosso commercio di cereali, ed il prezzo dei suoi mercati formano ragguaglio nelle estranee contrattazioni. Il territorio, quantunque sabbionoso ed umido, è nulladimeno ubertosissimo di cereali. Nel mese di ottobre, dal 20 al 28, si tiene una fiera alla quale vi concorrono in particolare molti venditori di buoni cavalli del Polesine. Vi è mercato al martedì, giovedì e sabato d'ogni settimana. Sta 24 miglia a borea da Ferrara, 20 ad ostro da Padova e 12 a ponente da Adria, al 9° 27' di long. ed al 45° 3' di lat.. Il distretto di Rovigo è formato da 13 comunità e da circa 32,000 abitanti.
Nel I° volume (1832) così viene descritta la frazione Boara Polesine:
BOARA, grosso villaggio della prov. del Polesine negli Stati Veneti, in riva all'Adige, tre miglia a borea da Rovigo, presso la riva destra del suddetto fiume. Commercia di bestiami, e vi si contano quasi duemila abitanti. Questa terra chiamasi Boara di Polesine, onde distinguerla dal villaggio di Boara Padovana, che sta all'altra sponda del fiume, e fa parte di un distretto della provincia di Padova, i suol abitanti non oltrepassano il numero di 200.
Mentre così viene descritta la frazione Borsea:
BORSEA, villaggio della Venezia, prov. di Polesine, distretto di Rovigo. Compresi i casali di Bresega e di Ritratto, forma una comunità di circa 1,600 abitanti. Il suo territorio produce cereali, canape e gelsi. Nei suoi grassi pascoli vi si allevano molti bestiami , fra i quali alcuni cavalli.