GUIDA  Torino/Ex Pasticceria Confetteria Abrate

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Ritratto della Città/Ex Pasticceria Confetteria Abrate

Ex Pasticceria Confetteria Abrate - Panoramica
Ex Pasticceria Confetteria Abrate - Panoramica

  • Ubicata nel Quartiere Centro , sotto i portici all’inizio di Via Po e di fronte al Palazzo degli Stemmi, aprì nell’anno 1866 (probabilmente) come forno da pane e presentava uno stretto vano per la vendita ed ampi locali sul retro (laboratori per la preparazione di dolci e paste con forni e macchine). Nel primo ventennio del XX secolo, con il passaggio dell’esercizio da panetteria a pasticceria-confetteria, intestata (in successione) a Calvi e Abrate (quest’ultimo fornitore ufficiale delle colazioni per i Principi che si formavano alla Scuola Regia di Cavalleria e conquistatore dei palati dei grandi nomi del Teatro Regio tra i quali: Giacomo Puccini, Gioachino Rossini , Francesco Tamagno , ma anche alcuni "golosi" del neonato Regno d’Italia , come il Generale Alfono La Marmora , Bettino Ricasoli , Urbano Rattazzi e Giuseppe Menabrea ), venne collocata la "devanture" in noce (su uno zoccolo in marmo verde della Val Roja , dal disegno lineare di gusto razionalista e tutt’ora in uso) e venne ampliata la sala vendita.Una importante ristrutturazione del locale venne effettuata nell’anno 2002, con la chiusura dell’ attività di pasticceria da parte di Filippo Abrate e della moglie Franca (che lo gestivano) e la creazione di una caffetteria bistrot (con l’occasione: l’ex sala vendita fu ampliata con l’inclusione del laboratorio e con l’arretramento della boiserie di fondo, ora divisorio dalla moderna cucina per la piccola ristorazione ricavata sul retro della sala; una seconda saletta è stata ricavata nei locali settecenteschi di una adiacente ex maniscalcheria).Due vetrine simmetriche incorniciano l’ingresso e nella parte superiore del monoblocco si trova l’insegna a lettere in legno dorate "PASTICCERIA ABRATE SUCC.CALVI" e su pannello concavo sopra la bussola "CASA FONDATA NEL 1866". Ai lati aggettano due elementi con lastre verticali in vetro, che ospitavano in origine il tricolore italiano, chiuso all’estremità da rombo intagliato. All’interno,nell’attuale zona caffetteria, le pareti sono rivestite da arredi ottocenteschi in legno, di disegno e fattura raffinati: credenze in noce con piano d’appoggio in marmo bianco di Carrara e soprastante scaffalatura a giorno, ritmata da esili colonne in mogano con capitelli d’acanto dorati, e fondo a specchio. Le attrezzature ed i macchinari della storica pasticceria sono andate disperse e solo alcuni attrezzi d’epoca sono esposti in un angolo del locale tra cui un mortaio, una curiosa macchina per caramelle e, nella saletta laterale, il vecchio forno della pasticceria con i suoi ingranaggi.
Curiosità :
- Nel soffitto della sala ex laboratorio è presente una botola a "occhio" dalla quale (si dice) che un tempo i proprietari, dall’alloggio soprastante, controllassero il lavoro dei dipendenti.
- Sulla parete di sinistra, oggi mascherata da un'incorniciatura da camino, è presente una nicchia che ospitava l’antico forno per il pane e quattro vani interrati ospitavano grandi vasche in cemento utilizzate per la conservazione delle uova.
- Con la ristrutturazione dell’anno 2002 sono stati lasciati a vista i cassettoni del soffitto della zona caffetteria; la pavimentazione è stata riportata al calpestio originale settecentesco di Via Po in cui l’alternanza tra pietra di Lucerna e pavimento in cotto, il laterizio in formelle quadrate all’ingresso e a mattoni nella sala, il piano di scivolo con pietra recuperata dai vari pavimenti smantellati, formano un gradevole gioco cromatico.