GUIDA  Torino/Personalità Illustri/Campo Politico

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: - Dopo il '''Secondo Conflitto Mondiale''' fu considerato un eroe nazionale del '''Risorgimento Ungherese''' ed una sua statua è stata posta nel colonnato della '''Piazza degli Eroi''' a '''Budapest''' al posto di quella dell' '''Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria''' e quasi ogni Comune d'Ungheria ha delle vie o piazze a lui intitolate. Università, scuole, ponti, associazioni, organizzazioni a scopo diverso, la stazione numero uno della radio statale ungherese ecc. portano il suo nome. Un tempo la banconota da 100 fiorini ungheresi portava il suo ritratto.
 
: - Dopo il '''Secondo Conflitto Mondiale''' fu considerato un eroe nazionale del '''Risorgimento Ungherese''' ed una sua statua è stata posta nel colonnato della '''Piazza degli Eroi''' a '''Budapest''' al posto di quella dell' '''Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria''' e quasi ogni Comune d'Ungheria ha delle vie o piazze a lui intitolate. Università, scuole, ponti, associazioni, organizzazioni a scopo diverso, la stazione numero uno della radio statale ungherese ecc. portano il suo nome. Un tempo la banconota da 100 fiorini ungheresi portava il suo ritratto.
 
: - La città di '''Torino''' gli ha dedicato un busto, posto sotto un acero dell’aiuola Balbo, vicino ai '''Giardini Cavour''' , ed ogni 20 agosto (giorno della festa nazionale magiara) quello che resta di questa comunità gli porta coccarde coi colori dell’ '''Ungheria''' .
 
: - La città di '''Torino''' gli ha dedicato un busto, posto sotto un acero dell’aiuola Balbo, vicino ai '''Giardini Cavour''' , ed ogni 20 agosto (giorno della festa nazionale magiara) quello che resta di questa comunità gli porta coccarde coi colori dell’ '''Ungheria''' .
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: - '''Gian Carlo Pajetta'''
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:Nacque a '''Torino''' il 24 giugno 1911 e morì a [[Roma]] il 13 settembre 1990. Fin da giovanissimo dimostrò un morboso interesse per le questioni politiche e sociali e nell’anno 1927, ancora studente presso il '''Liceo classico Massimo d'Azeglio''', dimostrò le sue idee antifasciste iscrivendosi al '''Partito Comunista d'Italia''' . Per aver fatto propaganda comunista ed aver parlato contro la religione fu espulso per tre anni "da tutte le scuole del Regno" e condannato a due anni di reclusione per aver distribuito volantini antifascisti agli operai delle officine tipografiche '''Saroglia''' . Nell’anno 1931, a vent'anni, andò in esilio in '''Francia''' per sottrarsi al mandato di cattura emesso dal '''Tribunale Speciale''' e due anni più tardi fu condannato a ventun anni di carcere per "attività eversiva". Dopo alcuni trasferimenti in diverse carcerari venne liberato nell’anno 1943 a seguito della caduta del fascismo. Entrò a far parte della Resistenza partigiana, nella '''Brigata Garibaldi''' , e nell’anno 1944 fu nominato '''Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale dell'alta Italia''' . Per quarant’anni (dall’anno 1946 all’anno 1986) fu membro della direzione del PCI; fino all’anno 1989 sedette nel '''Comitato centrale''' e poi divenne '''Presidente della Commissione di garanzia''' e, infine, '''Presidente del XIX congresso del PCI''' nell’anno 1990. Dall’anno 1946, sino alla morte, fu eletto alla '''Camera dei Deputati''' ed al '''Parlamento Europeo''' dall’anno 1984.
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:''Curiosità'':
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: - Fu più volte '''Direttore''' del quotidiano '''l'Unità''' e, per breve tempo, del periodico politico-culturale '''Rinascita''' .
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: - Fra le sue opere si ricordano:
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:  a. Lettere di antifascisti dal carcere e dal confino (anno1962)
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:  b. Lo scandalo dei mille miliardi in Parlamento (anno 1963)
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:  c. I comunisti e i contadini (anno 1970)
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:  d. La lunga marcia dell'internazionalismo (anno 1978)
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:  e. I comunisti per la distensione e il disarmo (anno 1979)
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:  f. Le crisi che ho vissuto. Budapest, Praga, Varsavia (anno 1982)
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:  g. Il ragazzo rosso (anno 1983)
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:  h.Il ragazzo rosso va alla guerra (anno 1986)
  
 
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Versione delle 12:01, 23 mag 2018

Personalità Illustri di Torino/Campo Politico

Monumento a Giovanni Battista Cassinis
  • Giovanni Battista Cassinis
Nacque a Masserano (ex Provincia di Biella ), il 25 febbraio 1806 e morì a Torino il 18 dicembre 1866. Laureatosi in Giurisprudenza presso l' Università di Torino , iniziò la sua carriera professionale e politica dapprima come Consigliere municipale della sua città natia, poi come rappresentante del collegio di Salussola (nella I legislatura) del Parlamento Subalpino , quindi Deputato (nella IV legislatura) , divenendo uno dei maggiori collaboratori di Camillo Benso Conte di Cavour . Divenne Ministro di Grazia e Giustizia ed orientò la propria attività sull'estensione dei codici piemontesi alle Province annesse ed all'elaborazione di un nuovo Codice Civile. Assunse, in seguito, la carica di Ministro degli Interni , ruolo che lo portò a compiere nel meridione d'Italia una lunga missione tesa ad accelerare la procedura di unificazione nazionale e, successivamente, fu Giureconsulto del Foro di Torino e Statista nel Regno d'Italia . Venne eletto il 26 maggio 1863 quale Presidente della Camera dei Deputati (nell'VIII legislatura) e due anni più tardi nominato Senatore del Regno . Fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro .
Curiosità:
- La città di Torino, nella quale lo statista chiuse la sua parabola esistenziale, lo ricorda con un Monumento (eseguito dall’ Artista Odoardo Tabacchi e situato in Via Bertola , nella zona sud-est del Giardino della La Cittadella all’angolo con Corso Siccardi ) che lo indica come “Rettissimo d'animo, coltissimo d'ingegno, nel foro torinese valente giureconsulto, nel Regno d'Italia benemerito statista che tenne degnamente gli uffici di guardasigilli, di presidente della Camera dei deputati, di senatore. Meritò ed ebbe universale stima e rispetto”.
- È sepolto nel Cimitero Monumentale della città.
Monumento a Michelangelo Brofferio
  • Michelangelo Brofferio (chiamato "Angelo")
Nacque a Castelnuovo Calcea il 6 dicembre 1802 e morì a Minusio (in Svizzera ) il 25 maggio 1866. Discendente da una famiglia di dottori benestanti, ricevette un'educazione illuminista ed anticlericale.Dopo aver frequentato il Liceo ad Asti si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza in Torino che dovette però abbandonare per sfuggire alla dura repressione messa in atto dopo le sommosse anti monarchiche alle quali aveva preso parte. Allontanato anche dall'Università, iniziò a scrivere drammi sulla libertà, ma le sue rappresentazioni furono censurate. Nell’anno 1822 fu riammesso all'ateneo e si laureò in Giurisprudenza (nel frattempo, ispirandosi a Vittorio Alfieri , continuò a scrivere commedie che furono portate in scena anche all'estero con successo). Conobbe numerosi patrioti e rivoluzionari che rafforzarono il suo odio verso i governi reazionari e nell’anno 1831 entrò a far parte della massoneria "Franchi Muratori", ragion per la quale fu arrestato ed in seguito rilasciato, dopo aver reso una confessione sull'organizzazione della società segreta. Nell’anno 1835 iniziò la collaborazione con il giornale "Il Messaggiere Torinese", divenendone il Direttore; si occupò di letteratura, teatro e critica di costume e, nell’anno 1840, curò un periodico (ad uscita settimanale) di tono progressista ed a finalità divulgativo-enciclopediche.Otto anni più tardi fu eletto parlamentare subalpino; appoggiò la Costituente Italiana nell'anno successivo ed il riconoscimento della Repubblica Romana ( che vedeva la decadenza del governo temporale del Papa). Nell’anno 1864 fu tra gli oppositori del trasferimento della Capitale da Torino a Firenze , come conseguenza degli accordi franco-italiani, che fece esplodere nel centro cittadino torinese gravi tumulti che si conclusero con 30 morti ed oltre 200 feriti.
Curiosità:
- Fortemente legato alla cultura, scrisse moltissime canzoni in Piemontese, soprattutto legate al concetto di Patria Italiana e di indipendenza dallo straniero; alcune di esse furono interpretate da Gipo Farassino nell'album "Guarda che bianca luna", dell’anno 1974.
La stèila dël Piemont del 1847
Dal prim di ch' i eu fait la sapa
d' canté d'arie an stil monfrin,
për gnun Prinsi, për gnun Papa
i eu mai fait ël buratin.
Sensa mai perde l'aptit,
pr'esse pòver, pr'esse cit,
sospirand, i aussava 'l front
vers la stèila dël Piemont!
- La città di Torino gli ha dedicato un Monumento marmoreo (eseguito dall’Artista Gabriele Ambrosio e posto nel giardino della La Cittadella, all`angolo tra Corso Siccardi e Piazza Albarello ) che ritrae l`avvocato in posizione eretta con una lunga redingote e un pesante mantello. Un gesto teatrale della mano destra raccoglie e scosta la cappa lasciando intravvedere una pila di libri accatastati ai suoi piedi, mentre la mano sinistra è levata al petto in tono enfatico.
  • Massimo Taparelli, Marchese d'Azeglio
Nacque a Torino il 24 ottobre 1798 (dalla nobile famiglia Taparelli di Lagnasco ,della Provincia di Cuneo – dal Marchese Cesare Taparelli, noto esponente della Restaurazione sabauda e del cattolicesimo subalpino e da Cristina Morozzo di Bianzè - ed imparentati con la Famiglia Balbo - di cui Cesare Balbo era suo cugino primo - già discendenti dei più antichi Marchesi di Ponzone, feudatari del vercellese e viveronese ) ed ivi morì il 15 gennaio 1866. A causa dell'occupazione napoleonica,fu costretto a vivere con la famiglia, per qualche anno, a Firenze dove studiò presso le Scuole Pie di Via Larga . Dopo la caduta di Napoleone Bonaparte rientrarono a Torino e, Massimo , frequentò l' Università di Filosofia . Abbracciò per poco tempo la carriera militare, a causa di dissensi nei confronti della classe aristocratica, ed entrò nella Guardia Provinciale con mansioni di segretariato, presso l'Ambasciata sarda in Roma . Qui decise di intraprendere la carriera artistica di poeta e di pittore, alterandosi tra i salotti intellettuali di Roma , Firenze e Milano (dove conobbe Giulia, la figlia di Alessandro Manzoni che poi sposò).Tornò dunque a Torino , dove cominciò ad interessarsi di politica attraverso il Re Carlo Alberto , con approccio liberale moderato ( sincero patriota, cosciente delle grandi differenze tra i vari Regni d'Italia , fu deciso a rispettare i sovrani legittimi e fu contrario ad un'unificazione a sola guida piemontese, auspicando la creazione di una confederazione di stati sul modello dell'Unità tedesca). Divenne Primo Ministro del Regno di Sardegna dall’anno 1849 all’anno 1852 (al termine della Prima Guerra d'Indipendenza) e fu Senatore del Regno di Sardegna dall’anno 1853. Nell’anno 1859, dopo la cacciata delle truppe pontificie, ebbe l'incarico di costituire un governo provvisorio a Bologna e l’anno successivo venne nominato Governatore della Provincia di Milano (carica che tenne per quasi due anni). Durante gli ultimi anni di vita, trascorsi sul Lago Maggiore , si dedicò alla stesura delle sue memorie, pubblicate postume nell’anno 1867, con il titolo "I miei ricordi" .
Curiosità :
- Le sue spoglie riposano nella parte storica (porticato) del Cimitero Monumentale della città.
  • Camillo Benso Conte di Cavour
Nacque a Torino il 10 agosto 1810 ed ivi morì il 6 giugno 1861. Aristocratico liberale, viaggiò molto spesso all'estero, studiando lo sviluppo economico di paesi europei più avanzati industrialmente (come la Francia e l' Inghilterra ) documentandosi sulle innovazioni tecnologiche e fu uno dei massimi artefici dell' Unità Nazionale Italiana e Primo Ministro del Re Vittorio Emanuele II . Apparve sulla scena politica piemontese alla vigilia dell’anno 1848 quale fondatore del giornale "Il Risorgimento" (testata liberale e moderata) e come Deputato eletto nel primo Parlamento. Fu poi nominato Ministro ed infine, dall’anno 1852 fino all’anno 1859 fu capo del Governo piemontese . Durante il suo mandato politico imboccò la via dell'industrializzazione, facendo costruire canali per l'irrigazione e favorendo le redditizie colture del riso, del grano e del vino. Agevolò il potenziamento delle industrie esistenti (soprattutto quella tessile) stimolando la creazione di nuove (come le acciaierie); diede un fortissimo impulso alla rete stradale e ferroviaria, nonché a quella delle telecomunicazioni (rete telegrafica) ; favorì il commercio con la realizzazione di una marina mercantile che fece rifiorire il porto di Genova .
  • Cesare Balbo
Nacque a Torino il 21 novembre 1789 ed ivi morì il 3 giugno 1853. Da giovane maturò culturalmente in varie città europee, a causa della continua peregrinazione che il padre dovette subire nei difficili anni del Regno di Vittorio Amedeo III di Savoia , ed in seguito, sotto il forte influsso culturale e letterario di Vittorio Alfieri, nell’anno 1804 fondò, con altri coetanei, l' Accademia dei Concordi (in cui si coltivavano gli studi e l'amore per la Patria). Per le sue conoscenze ed esperienze cosmopolite venne chiamato spesso a servizio della monarchia universale napoleonica ricoprendo diversi incarichi pubblici ( Segretario Generale della Giunta Governativa della Toscana ; Segretario della Consulta napoleonica per gli ex territori pontifici; auditore al Consiglio di Stato a Parigi ; liquidatore dei conti a Lubiana , ed infine addetto al Ministero di Polizia a Parigi ) . Durante il periodo della Restaurazione entrò nell' Esercito Piemontese . Nel moto rivoluzionario del 1820-21 si unì ai Liberali che frequentavano il Re Carlo Alberto e, sebbene infondatamente, fu confinato a Camerano nel Castello di Famiglia , dove si dedicò all'approfondimento di essenziali problemi storici. Fu poi inviato a Roma per riordinare lo Stato Pontificio e riorganizzare il ritorno di Papa Pio IX nella sede papale. Con la caduta di Napoleone Bonaparte abbandonò la politica attiva.
Curiosità:
- È sepolto nella cripta del Duomo di Chieri , città il cui Liceo Classico ne porta il nome.
  • Luigi Einaudi
Nacque a Carrù il 24 marzo 1874 e morì a Roma il 30 ottobre 1961. Fu uno dei grandi protagonisti della storia a cavallo tra il XX ed il XXI secolo ed il primo Presidente della Repubblica Italiana nel periodo 1948/1955. Dopo aver studiato a Savona venne mandato al Convitto nazionale Umberto I di Torino e si diplomò al Liceo Classico Cavour della stessa città. Si laureò poi in Giurisprudenza, all’età di ventun anni, e fu uno dei massimi rappresentanti della dottrina del liberalismo economico, o liberismo, teorizzando la non scindibilità tra libertà politica e libertà economica. Fu anche uno dei primi e più convinti sostenitori della necessità di creare l'Europa unita e, avversario di ogni forma di monopolio, si schierò in particolare contro quello statale nel settore della scuola.
Curiosità :
- Il suo percorso di vita lo ha visto Redattore dei quotidiani "La Stampa" di Torino e "Corriere della Sera" di Milano ; corrispondente finanziario ed economico del settimanale "The Economist"; Direttore della rivista "La Riforma Sociale" e della "Rivista di Storia Economica" ; ha occupato la Cattedra di Scienza delle Finanze all' Università di Torino , con l'incarico di Legislazione industriale ed economica politica di quel Politecnico, e di Scienza della Finanze all' Università Bocconi di Milano ; fu nominato Governatore della Banca d'Italia ; fu eletto Deputato all'Assemblea Costituente dell’anno 1946, Senatore di diritto del Senato della Repubblica ; Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro, del Bilancio .
- Fu insignito delle "Laurea honoris causa" dalle Università di Oxford , Parigi ed Algeri ;
- Fu:Socio e Vice-Presidente della Accademia dei Lincei; Socio della Accademia delle Scienze di Torino ; Socio dell'Institut International de Statistique de L'Aja; Socio dell'Econometric Society di Chicago ; Socio onorario dell'American Academy of Arts and Sciences di Boston ; Socio dell'American Academy of Political and Social Science di Filadelfia ; Socio onorario della American Economic Associciation; Socio onorario della Economic History Association di New York ; Presidente onorario della International Economic Association; Socio corrispondente della Societè d'Economie Politique di Parigi ; Vice Presidente della Economic History Society di Cambridge ; Socio corrispondente del Coben Club di Londra ; Socio corrispondente della Oesterreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna .
  • Piero Gobetti (pseudonimo letterario: Giuseppe Baretti )
Nacque a Torino il 19 giugno 1901 e morì a Neuilly-sur-Seine (Francia) il 15 febbraio 1926. Dopo gli studi elementari nella scuola "Giacinto Pacchiotti" s'iscrisse al Liceo Ginnasio "Cesare Balbo". Passato nell’anno 1916 al Liceo Classico "Vincenzo Gioberti", si diplomò e, successivamente, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza. Durante gli studi, fondò la rivista "La rivoluzione liberale" ed "Energie Nuove" cui collaborarono Giovanni Gentile , Benedetto Croce , Luigi Einaudi e Ettore De Ruggiero . Politico antifascista (punto di riferimento nella cultura cittadina) offrì la sua collaborazione a numerosi giornali e periodici del tempo (tra i quali: "Conscientia", "Il Lavoro", "L'Educazione nazionale", "Poesia ed arte", "L'Ora" di Palermo, "Il Popolo romano" e "Il Resto del Carlino") e scrisse anche sulla rivoluzione russa, proponendone una originalissima interpretazione (la rivoluzione bolscevica come rivoluzione liberale). Nell’anno 1921 approdò ad "Ordine Nuovo" e l’anno successivo fondò il settimanale "Rivoluzione Liberale". Oltre all'intenso impegno culturale svolto in campo pubblicistico, si dedicò anche agli studi su Vittorio Alfieri e ad un'interessante ricognizione sulla letteratura russa. Spiccato è stato, inoltre, il suo interesse nei confronti della pittura ed in particolare dell'arte del Pittore Felice Casorati . Dopo una vita svolta all'insegna di un impegno costantemente militante e di un'assoluta integrità morale, con un'intransigenza che gli costò vessazioni morali ed aggressioni fisiche, nell’anno 1926 scelse l'esilio a Parigi . Morto in esilio è sepolto nel cimitero parigino di Père Lachaise.
  • Alfredo Frassati
Nacque a Pollone il 28 settembre 1868 e morì a Torino il 21 maggio 1961. Intrapresi gli studi in giurisprudenza e conseguita la Laurea in Legge presso l’ Università di Torino , nell’anno 1890, si recò in Germania dove frequentò corsi di specializzazione (i suoi campi d'azione furono l'insegnamento, il giornalismo e l'editoria). Rientrato in Italia nell’anno 1894 iniziò a collaborare con il quotidiano "La Gazzetta Piemontese" (ribattezzato "La Stampa" nell’anno 1805 e del quale divenne proprietario e Direttore nell’anno 1900). Nell’anno 1897 divenne Docente di Diritto e Procedura Penale . Amico e sostenitore di Giovanni Giolitti , fu nominato Senatore del Regno d’Italia nell’anno 1913 e sostenne l'intervento in Libia mentre caldeggia la neutralità alla vigilia della Prima Guerra Mondiale . Nell’anno 1920 fu nominato Ambasciatore Italiano a Berlino e, in seguito alla Marcia su Roma , diede le dimissioni (dando inizio ad una campagna di stampa contro il Fascismo). Nell’anno 1930 divenne Presidente dell’ allora "Italiana Gas" (divenuta in seguito "Italgas"). Nata la Repubblica Italiana fu membro della Consulta Nazionale e venne nominato Senatore di diritto nella prima formazione del Parlamento , dall’anno 1948 all’anno 1953.
Curiosità :
- Il figlio Pier Giorgio (morto a 24 anni) fu proclamato Beato nell’anno 1990, da Papa Giovanni Paolo II , per aver dedicato la sua breve vita all'assistenza dei poveri (vds. in Santi e Beati ).
  • Giovanni Giolitti:
Nacque a Mondovì il 27 ottobre 1842 e morì a Cavour il 17 luglio 1928. Fu uno dei politici liberali più impegnati nell'estensione della base democratica del giovane Stato unitario e nella modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana a cavallo fra 1800 e 1900 ed il periodo storico durante il quale esercitò la sua guida politica è oggi definito "età giolittiana".Frequentò la facoltà di Giurisprudenza all'Università degli Studi di Torino , laureandosi a soli diciannove anni (compì gli ultimi tre anni in uno solo), ed intraprese una carriera nell’amministrazione pubblica. A metà XIX secolo lavorò al Ministero di Grazia, Giustizia e Culti ; poi passò al Ministero delle Finanze ; nell’anno 1877 andò presso la Corte dei Conti e poi nell’anno 1882 al Consiglio di Stato . Candidatosi Deputato, fu eletto, e nell’anno 1889 fu nominato Ministro del Tesoro nel secondo governo Crispi, assumendo in seguito anche l'interim delle Finanze. Nell’anno 1892, caduto il primo governo Rudinì , ricevette dal Re Umberto I l'incarico di formare il nuovo governo e durante il mandato, negli anni 1892/1893, ripartì le tasse in modo più equo ed assunse un atteggiamento tollerante nei confronti delle masse operaie. Dopo una pausa di sette anni senza incarichi di governo, nel triennio 1901/1903 diede luogo al governo Zanardelli-Giolitti , nell’ambito del quale attuò una serie di importanti riforme sociali. Nell’anno 1906 insediò il suo terzo governo, durante il quale continuò la politica economica già avviata nel suo secondo governo (furono introdotte alcune leggi volte a tutelare il lavoro femminile ed infantile con nuovi limiti di orario le furono approvate leggi speciali per le Regioni svantaggiate del sud d’Italia). Dall’anno 1911 all’anno 1914 fu a capo del suo quarto Governo e durante tale mandato: vene introdotto il suffragio universale maschile nelle elezioni (potevano votare tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 30 anni o che, pur minori di 30 anni ma maggiori di 21, avessero un reddito di almeno 19,80 lire, o la licenza elementare, oppure avessero prestato il servizio militare) ; fu attuata la nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita con la creazione dell’ Istituto Nazionale delle Assicurazioni ; ebbe inizio la guerra coloniale alla conquista della Libia . All’atto dell’innesco della Prima Guerra Mondiale ( a seguito dell'assassinio dell' Arciduca d'Austria Francesco Ferdinando a Sarajevo, in Bosnia ), trovandosi in visita privata a Londra , scrisse al Governo Italiano che non c'era obbligo alcuno a intervenire a fianco dei membri della Triplice alleanza in guerre d'aggressione (nonostante ciò l’ Italia entrò in guerra nel maggio del maggio 1915). Lo statista subì la sua prima grande sconfitta politica, mentre conduceva una nobile battaglia in difesa del Parlamento e della libertà, ed a seguito di ciò si ritirò a Cavour e si tenne in disparte dalla politica per tutta la durata del conflitto. Conclusosi vittoriosamente il conflitto, tornò in politica, si candidò alle elezioni italiane dell’anno 1919 e fu incaricato di costituire il suo quinto Governo (nel biennio 1920/1921) nel cui mandato fu abolito il prezzo politico del pane e fu attuata una riforma del prelievo fiscale, introducendo la progressività delle imposte.
A lui furono conferite le onorificenze di :
- Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata
- Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
- Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia
- Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia)
  • Antonio Sebastiano Francesco Gramsci
Nacque ad Ales il 22 gennaio 1891 e morì a Roma il 27 aprile 1937. Conseguita la maturità classica al Liceo Dettori di Cagliari si trasferì a Torino a seguito del conseguimento di una borsa di studio. Qui si iscrisse alla Facoltà di Lettere e partecipò alle "battaglie" per l'affermazione del libero pensiero ed a discussioni di carattere culturale e politico. In questo periodo, pieno di agitazioni sociali, maturò la sua ideologia socialista. Già iscritto al Psi, si convinse che bisognava dar vita ad un partito nuovo, secondo le direttive di scissione già indicate dall'Internazionale comunista. Dopo il 17° Congresso Nazionale del Psi (svoltosi a Livorno nell’anno 1921) ed a seguito delle divergenze sorte tra i vari gruppi, fu indotto a staccarsi definitivamente dai socialisti e, quale membro del Comitato Centrale , fu un cofondatore del Partito Comunista d'Italia . A causa della sua ideologia politica, nell’anno 1926, venne arrestato (con altri dirigenti del partito) dalla polizia fascista e fu processato, confinato inizialmente nell'isola di Ustica poi, successivamente, nel carcere di Civitavecchia e Turi . Negli undici anni di reclusione scrisse trentadue quaderni (noti universalmente come i "Quaderni dal carcere", i cui argomenti trattati vanno dal materialismo storico alla letteratura) pubblicati, postumi, dopo il Secondo Conflitto Mondiale . Personalità di spicco all’interno del mondo della politica italiana, è ricordato anche per le sue attività di scrittore, critico letterario e teatrale, giornalista e filosofo. Alla sua morte fu cremato e le sue ceneri, inumate a Roma nel Cimitero del Verano , poi trasferite nel Cimitero acattolico , nel Campo Cestio .
Curiosità:
- Fu redattore dei quotidiani "Grido del popolo" e "Avanti!"; fondatore, nell’anno 1919 del settimanale di cultura socialista (diretto soprattutto alla classe operaia) "L'Ordine Nuovo"; fu eletto Deputato nell’anno 1924 (in tale veste affrontò la questione meridionale al fine di perseguire una politica di opposizione che potesse rompere l'alleanza borghesia-contadini, facendo convergere questi ultimi in un'alleanza con la classe operaia, indirizzando la politica dei comunisti verso l'unione con i socialisti massimalisti); fondò nell’anno 1924 il quotidiano politico "L'Unità".
- I suoi scritti:
1. i "Quaderni" e le "Lettere dal carcere" (queste indirizzate ai famigliari) sono stati riuniti in un’unica opera in sei volumi, ordinati per argomenti omogenei, con i titoli:
a. Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce
b. Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
c. Il Risorgimento
d. Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno
e. Letteratura e vita nazionale
f. Passato e presente
2. Gli articoli giornalistici pubblicati su "Avanti!", "Il Grido del Popolo" e "Ordine Nuovo" sono stati riuniti in un unico volume.
- La sua personalità e relativo pensiero sono stati trattati dal cinema, dalla televisione e dal teatro con:
a. Antonio Gramsci - I giorni del carcere, regia di Lino Del Fra (anno 1977)
b. Vita di Antonio Gramsci, regia di Raffaele Maiello - serie TV (anno 1981)
c. Gramsci, film in forma di rosa, regia di Gabriele Morleo - cortometraggio (anno 2005)
d. Gramsci 44, regia di Emiliano Barbucci (anno 2016)
e. Nel mondo grande e terribile, regia di Daniele Maggioni, Maria Grazia Perria e Laura Perini (anno 2017)
f. Compagno Gramsci, di Maricla Boggio e Franco Cuomo, regia di Maricla Boggio (anno 1971-72)
  • Kossuth Lajos
Nacque a Monok il 19 settembre 1802 e morì a Torino il 20 marzo 1894. Completò la formazione scolastica presso il Collegio calvinista di Sárospatak e poi all' Università degli Studi di Pest (oggi Budapest) laureandosi in legge. Membro della piccola nobiltà magiara del Felvidék (Slovacchia), sostenne le idee radicali sulla questione nazionale in Ungheria e dall’anno 1841 all’anno 1844 fu redattore capo del "Pesti Hirlap". Fu eletto Deputato alla Dieta e durante il mandato chiese l'emancipazione dei servi, l'abolizione dei diritti feudali, la libertà di stampa e l'autonomia politica dall' Austria . Durante la rivoluzione dell’anno 1848 fu Ministro del Tesoro nel Governo Batthyány e divenuto successivamente Presidente del Comitato di difesa nazionale , a capo dell'ala democratico-radicale dei nazionalisti ungheresi, animò con energico patriottismo la guerra contro l' Austria , giungendo a dichiarare decaduta dal trono ungherese la dinastia degli Asburgo . Avversando la politica riformista ma legalitaria del Conte Széchenyi e dei moderati fu sconfitto e costretto all'esilio, prima in Inghilterra e negli Stati Uniti e poi a Torino dove visse per trentacinque anni rimanendo attivo nel preparare progetti di sbarchi e relative insurrezioni - dalla Dalmazia , alla Croazia, all' Ungheria , d'accordo con la diplomazia italiana, col croato I. I. Tkalac ed, infine, con Bismarck .
Curiosità:
- In qualità di Massone fu Gran Maestro onorario del Grande Oriente Ungarico in esilio a Torino .
- Dopo il Secondo Conflitto Mondiale fu considerato un eroe nazionale del Risorgimento Ungherese ed una sua statua è stata posta nel colonnato della Piazza degli Eroi a Budapest al posto di quella dell' Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria e quasi ogni Comune d'Ungheria ha delle vie o piazze a lui intitolate. Università, scuole, ponti, associazioni, organizzazioni a scopo diverso, la stazione numero uno della radio statale ungherese ecc. portano il suo nome. Un tempo la banconota da 100 fiorini ungheresi portava il suo ritratto.
- La città di Torino gli ha dedicato un busto, posto sotto un acero dell’aiuola Balbo, vicino ai Giardini Cavour , ed ogni 20 agosto (giorno della festa nazionale magiara) quello che resta di questa comunità gli porta coccarde coi colori dell’ Ungheria .
- Gian Carlo Pajetta
Nacque a Torino il 24 giugno 1911 e morì a Roma il 13 settembre 1990. Fin da giovanissimo dimostrò un morboso interesse per le questioni politiche e sociali e nell’anno 1927, ancora studente presso il Liceo classico Massimo d'Azeglio, dimostrò le sue idee antifasciste iscrivendosi al Partito Comunista d'Italia . Per aver fatto propaganda comunista ed aver parlato contro la religione fu espulso per tre anni "da tutte le scuole del Regno" e condannato a due anni di reclusione per aver distribuito volantini antifascisti agli operai delle officine tipografiche Saroglia . Nell’anno 1931, a vent'anni, andò in esilio in Francia per sottrarsi al mandato di cattura emesso dal Tribunale Speciale e due anni più tardi fu condannato a ventun anni di carcere per "attività eversiva". Dopo alcuni trasferimenti in diverse carcerari venne liberato nell’anno 1943 a seguito della caduta del fascismo. Entrò a far parte della Resistenza partigiana, nella Brigata Garibaldi , e nell’anno 1944 fu nominato Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale dell'alta Italia . Per quarant’anni (dall’anno 1946 all’anno 1986) fu membro della direzione del PCI; fino all’anno 1989 sedette nel Comitato centrale e poi divenne Presidente della Commissione di garanzia e, infine, Presidente del XIX congresso del PCI nell’anno 1990. Dall’anno 1946, sino alla morte, fu eletto alla Camera dei Deputati ed al Parlamento Europeo dall’anno 1984.
Curiosità:
- Fu più volte Direttore del quotidiano l'Unità e, per breve tempo, del periodico politico-culturale Rinascita .
- Fra le sue opere si ricordano:
a. Lettere di antifascisti dal carcere e dal confino (anno1962)
b. Lo scandalo dei mille miliardi in Parlamento (anno 1963)
c. I comunisti e i contadini (anno 1970)
d. La lunga marcia dell'internazionalismo (anno 1978)
e. I comunisti per la distensione e il disarmo (anno 1979)
f. Le crisi che ho vissuto. Budapest, Praga, Varsavia (anno 1982)
g. Il ragazzo rosso (anno 1983)
h.Il ragazzo rosso va alla guerra (anno 1986)