GUIDA  Torino/Storia

Da Wiki.
Riga 97: Riga 97:
 
:Cursot Giuseppe muratore
 
:Cursot Giuseppe muratore
 
}}
 
}}
*'''Canale dei Molassi ed Ex Mulini ad acqua''' :
 
{{#widget:Sat|lat=45.078093|lng=7.687048|zoom=18|pos=right|label=Ex mulini "I Molassi" - Panoramica}}
 
{{#widget:Sat|lat=45.083655|lng=7.656293|zoom=18| label=Ex mulini Feyles - Panoramica}}
 
*Della tradizione pre-industriale della città (a decorrere dal XIV secolo) rimane la testimonianza nell’andamento curvilineo dei fabbricati di '''Via Borgo Dora''' ,non casuale ma derivata dall’andamento  del '''Canale dei Molassi''' , che fino all’anno 1962 scorse in questo Borgo.Il canale,derivato dalle acque del '''Fiume Dora Riparia''' (nell’area dell’attuale '''Quartiere''' [[Torino/Ritratto della Città/Valdocco]] ),deve il suo nome ai mulini della città le cui pale venivano azionate dalle sue acque ed usciva da '''Via Lanino''' ,varcava [[Torino/Corso Giulio Cesare]] e attraversava '''Piazza Don Paolo Albera''' e l’ '''ex stabilimento dei Molassi''' . Largo circa quattro metri e profondo tre,era costeggiato da muretti ed attraversato da ponticelli ed il suo percorso si svolgeva con tratti ora scoperti ora celati dal manto stradale.Lungo il canale erano situati anche battitoi e gualcherie (impianto meccanico per lavare e sodare i panni),segherie,molerie e concerie,cioè le principali attività produttive cittadine (i privati che gestivano tali attività pagavano un canone annuo per il diritto di sfruttamento delle acque).Nel particolare vi erano:
 
: -  '''ex mulini Molassi''' che costituirono per secoli il più importante opificio comunale per il macinamento delle granaglie della città (dei quali oggi resta qualche labile traccia negli impianti rifatti nel tardo settecento) ubicati fuori [[Torino/Porta Palatina]]. Il '''complesso dei Molassi''' fu interamente rinnovato nell’anno 1774 dall’ '''Architetto Francesco Valeriano Dellala''' di [[Beinasco]] nel quadro di un programma complessivo di ristrutturazione,di cui resta qualche labile traccia ancora oggi;
 
: - '''ex Mulini Feyles''' ,risalenti agli anni 1909-1912,ubicati all’angolo fra '''Via San Donato''' e '''Corso Tassoni''' .
 
 
 
  
 
[[Categoria:Storia]]
 
[[Categoria:Storia]]

Versione delle 06:57, 9 feb 2017

Indice

Origine della Città

Porta Palatina

La storia della città inizia intorno al 27 a.C. con il nome romano di “Augusta Taurinorum” quale avamposto verso le Gallie (essendo il centro delle principali vie di comunicazione dell'epoca verso il mondo transalpino) con un impianto ortogonale ed una struttura muraria quasi quadrata. Alla caduta dell'Impero Romano, al passaggio costante di orde barbariche, la città fu devastata più volte e fu terreno di battaglia nello scontro tra Longobardi e Franchi.

Medioevo

Nei conflitti tra Impero e Papato, che videro coinvolti Federico il Barbarossa e gli Ottoni, Torino si schierò sempre con chi garantiva l'indipendenza dal minaccioso potere dei Savoia, ma con l'avvento degli Angiò e di Guglielmo VII del Monferrato, nel 1280 , vi fu il passaggio ai Principi di Acaia (feudatari piemontesi) ed al ramo principale della famiglia (quello dei Conti di Savoia), ormai potenti sui due versanti delle Alpi. L'avvento dei Savoia coincise, nel 1400, con la trasformazione di Torino da piccola città al centro di uno dei più importanti crocevia dell'Italia occidentale.

I Savoia

Emanuele Filiberto pose le fondamenta di Torino capitale; suo figlio Carlo Emanuele I diede il via alle trasformazioni urbanistiche realizzando il primo ampliamento cittadino. Lo sviluppo di Torino conobbe una brusca frenata nel 1630, con la terribile peste che decimò gli abitanti. Dal 1705 al 1706 Torino si trovò a lungo assediata dai Francesi e nelle ultime fasi vi fu l'eroico gesto di Pietro Micca che perse consapevolmente la vita per tagliare le strade della Torino sotterranea ai Francesi. Il Trattato di Utrecht, nel 1713, trasformò il Ducato in Regno ed assegnò ai nuovi Re anche il dominio della Sicilia (pochi mesi dopo sostituita con la Sardegna): nasceva così il “Regno di Sardegna” che tanta parte avrebbe avuto nella storia d'Italia.

Carlo Alberto e la prima guerra d'indipendenza

Nel 1802 il Piemonte fu annesso alla Francia e Torino divenne una delle 25 principali città della Repubblica Francese. Solo con il Congresso di Vienna Torino fu restituita al Piemonte, ed il Piemonte ai Savoia. Alla morte di Carlo Felice, con l'estinzione del ramo principale dei Savoia, il trono passò al ramo cadetto dei Savoia-Carignano e divenne Re Carlo Alberto che si dedicò allo svecchiamento dello Stato concedendo, nel 1848, la libertà di culto ai valdesi e lo Statuto. La sconfitta di Novara, nel 1849, pose fine al suo regno.

Vittorio Emanuele II e Torino Capitale

Salì al trono il figlio, Vittorio Emanuele II, e con lui iniziò la stagione risorgimentale. Il suo primo ministro, Camillo Benso di Cavour, grazie a un'astuta tela di rapporti diplomatici seppe avvicinare la Francia alla causa italiana, contro l'Austria asburgica. La Seconda Guerra d'Indipendenza e la Spedizione dei Mille permisero, nel 1861, di inaugurare a Torino il primo Parlamento italiano. Nel 1864, in vista del definitivo trasferimento a Roma, la capitale del Regno d'Italia fu portata da Torino a Firenze.

Fine XVIII secolo

Alla fine del 1800 l'amministrazione locale fu impegnata nel miglioramento dei collegamenti ferroviari, dell'istruzione, dell'assistenza sociale. In quegli anni nasceva anche la FIAT (sorta sulla tradizione del piccolo artigianato piemontes), la Lancia e l'Itala; la municipalizzazione dei trasporti urbani e la statalizzazione delle ferrovie contribuirono alla nascita di un'industria meccanica torinese.

Il primo Novecento

La prima guerra mondiale sorprese una Torino in pieno sviluppo e causò prima una depressione e quindi una ripresa economica. Ma gli unici settori che trovarono reale vantaggio alla fine della guerra furono il siderurgico e l'automobilistico. Durante il fascismo Torino continuò la sua espansione industriale e accolse immigrati veneti e meridionali. Nel settembre 1943 ci fu l'occupazione tedesca e molti giovani furono spinti verso le montagne, per la Resistenza. Il 18 aprile 1945 un grande sciopero paralizzò la città, il 26 aprile i partigiani iniziarono la liberazione di Torino, conclusasi il 30 dello stesso mese. Il 3 maggio 1945 gli Alleati entravano in una città già liberata.

Il secondo Novecento

Negli anni '50, grazie al potente richiamo della FIAT, si verificò una nuova ondata di immigrazione, sia dalle altre regioni settentrionali (soprattutto Veneto) che dal Meridione . La presenza degli immigrati meridionali determinò una serie di drammatici problemi, dall'abitazione ai servizi, a cui Torino era impreparata. Nel giro di un decennio Torino si trovò ad essere la terza città italiana meridionale, subito dopo Napoli e Palermo; l'arrivo disordinato e incontrollato dei nuovi residenti causò a lungo conflitti di mentalità e cultura, che la città ha superato nei decenni successivi, solo con grande difficoltà. Nell'anno 1961,anno del Centenario dell'Unità d'Italia , la città era uno dei maggiori poli d'attrazione industriale,una vera metropoli economica e per mettersi in luce a livello internazionale organizzò l' Expo 1961 ( Esposizione Internazionale del Lavoro – Torino 1961). Al boom economico seguirono tensioni sociali che sfociarono nelle proteste sessantottine e nell'autunno caldo degli operai. Gli anni 1980 e 1990 sono stati anni di pacificazione sociale .


Simboli storici della città

  • Porta Palatina, Piazza Cesare Augusto
  • Sacrario del Martinetto ,Corso Appio Claudio angolo Corso Svizzera

Sacrario del Martinetto - Panoramica
Sacrario del Martinetto - Panoramica

Ubicato nell’area centro settentrionale della città sorge nel luogo dove tra il mese di Settembre dell’anno 1943 ed il mese di aprile dell’anno 1945 furono eseguite molte condanne a morte di partigiani ed oppositori politici al regime fascista.Già zona destinata (dall’anno 1883) alla Regia Società del tiro a segno ,quale poligono per civili e militari,dall'8 settembre 1943 sino alla nascita della Repubblica Sociale fu usato come luogo per le fucilazioni.Dopo il Secondo Conflitto Mondiale il poligono di tiro fu trasferito nell’area delle Basse di Stura e dall’anno 1951 è stato adibito a Sacrario in ricordo dei giustiziati.
Curiosità :
- Nel periodo della Repubblica sociale Italiana vennero effettuate 59 esecuzioni (che sono attualmente ricordate da una lapide che riporta i nomi delle vittime) e dai resti delle sedie dove vennero posti i condannati. Nel particolare il 5 aprile 1944 ci fu la fucilazione di tutti i rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale Piemontese : Franco Balbis , Quinto Bevilacqua , Giulio Biglieri, Paolo Braccini , Enrico Giachino , Eusebio Giambone , Massimo Montano ed il Generale Giuseppe Perotti (quest’ultimo Generale di Brigata del Genio Ferrovieri ed Ingegnere ,insignito di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria ).Le esecuzioni capitali avvenivano secondo un preciso rituale:i condannati,di solito reclusi nel carcere "Le Nuove", venivano ammanettati e portati all'alba presso il poligono dove militi fascisti li attendevano; una volta arrivati venivano legati alle sedie con le spalle rivolte al plotone d'esecuzione;ricevevano la benedizione del Cappellano Padre Ruggero Cipolla ,ascoltavano la lettura della sentenza ed infine subivano la fucilazione.
- La grande lapide dedicata "Ai nuovi martiri della libertà",collocata nel recinto delle fucilazioni,riporta i nomi di cinquantanove fucilati (senza date e con incisa accanto l’indicazione della professione):
Brignolo Secondo meccanico
Bruno Giovanni commerciante
Perotti Giuseppe Paolo generale
Giachino Errico (Erich) geometra
Montano Massimo studente
Biglieri Giulio bibliotecario
Balbis Franco capitano
Giambone Eusebio meccanico
Braccini Paolo professore universitario
Bevilacqua Quinto mosaicista
Perego Paolo meccanico
Enrico Pietro studente
Girardi Dario contadino
Padovan Giuseppe calderaio
Pane Remo meccanico
Tripodi Paolo operaio
Pizzorno Carlo studente universitario
Bocchiotti Giuseppe tipografo
Caramellino Walter impiegato
Armano Oreste studente
Massai Landi Francesco studente
Farinati Gianfranco studente
Valobra Ferruccio impiegato
Gippone Giuseppe maresciallo d'aviazione
Galvagni Aimone sergente maggiore
Mecca Ferroglio Giovanni elettricista
Giardini Mario bersagliere
Cormelli Luigi impiegato
Zucca Claudio verniciatore
Bergamaschi Pompeo muratore
Marconi Vasco tubista
Bianciotto Lorenzo meccanico
Testa Alessandro contadino
Berta Giuseppe meccanico
Attardi Alfredo studente
Amprino Armando meccanico
Dovis Candido manovale
Vitrani Ruggero meccanico
Cipolla Francesco pasticcere
Ferreira Pedro tenente
Duò Almerigo meccanico
Savergnini Luigi impiegato
Barbero Orazio impiegato
Mesi Ulisse impiegato
Moncalero Giovanni verniciatore
Del Col Dino fotografo
Cibrario Bruno disegnatore
Migliavacca Luigi apprendista tornitore
Zumaglino Battista carpentiere
Martino Enrico contadino
Viale Lorenzo ingegnere
Gindro Alfonso meccanico
Meneghini Nello nichelatore
Canepa Giovanni motorista
Fattorelli Rubens meccanico
Teagno Alessandro tenente
De Bona Matteo perito agrario
Simonetti Donato impiegato
Cursot Giuseppe muratore