GUIDA Torino/Storia
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Origine della Città
La storia della città inizia intorno al 27 a.C. con il nome romano di “Augusta Taurinorum” quale avamposto verso le Gallie (essendo il centro delle principali vie di comunicazione dell'epoca verso il mondo transalpino) con un impianto ortogonale ed una struttura muraria quasi quadrata. Alla caduta dell'Impero Romano, al passaggio costante di orde barbariche, la città fu devastata più volte e fu terreno di battaglia nello scontro tra Longobardi e Franchi.
Medioevo
Nei conflitti tra Impero e Papato, che videro coinvolti Federico il Barbarossa e gli Ottoni, Torino si schierò sempre con chi garantiva l'indipendenza dal minaccioso potere dei Savoia, ma con l'avvento degli Angiò e di Guglielmo VII del Monferrato, nel 1280 , vi fu il passaggio ai Principi di Acaia (feudatari piemontesi) ed al ramo principale della famiglia (quello dei Conti di Savoia), ormai potenti sui due versanti delle Alpi. L'avvento dei Savoia coincise, nel 1400, con la trasformazione di Torino da piccola città al centro di uno dei più importanti crocevia dell'Italia occidentale.
I Savoia
Emanuele Filiberto pose le fondamenta di Torino capitale; suo figlio Carlo Emanuele I diede il via alle trasformazioni urbanistiche realizzando il primo ampliamento cittadino. Lo sviluppo di Torino conobbe una brusca frenata nel 1630, con la terribile peste che decimò gli abitanti. Dal 1705 al 1706 Torino si trovò a lungo assediata dai Francesi e nelle ultime fasi vi fu l'eroico gesto di Pietro Micca che perse consapevolmente la vita per tagliare le strade della Torino sotterranea ai Francesi. Il Trattato di Utrecht, nel 1713, trasformò il Ducato in Regno ed assegnò ai nuovi Re anche il dominio della Sicilia (pochi mesi dopo sostituita con la Sardegna): nasceva così il “Regno di Sardegna” che tanta parte avrebbe avuto nella storia d'Italia.
- 1706 l’assedio (di Ermanno Eandi )
- C’era il profumo
- di dura morte,
- polvere da sparo,
- fame e palle di cannone
- quei giorni.
- Il giglio di Francia
- bruciava il Piemonte,
- triste Torino
- assediata e sola,
- quei giorni.
- Mina e contromina,
- l’ultima battaglia,
- i rinforzi, la vittoria!
- Torino è libera,
- l’assedio è finito.
Carlo Alberto e la prima guerra d'indipendenza
Nel 1802 il Piemonte fu annesso alla Francia e Torino divenne una delle 25 principali città della Repubblica Francese. Solo con il Congresso di Vienna la città fu restituita al Piemonte , ed il Piemonte ai Savoia. Alla morte di Carlo Felice, con l'estinzione del ramo principale dei Savoia , il trono passò al ramo cadetto dei Savoia-Carignano e divenne Re Carlo Alberto che si dedicò allo svecchiamento dello Stato concedendo, nel 1848, la libertà di culto ai valdesi e lo Statuto Albertino . La sconfitta di Novara, nel 1849, pose fine al suo regno.
Vittorio Emanuele II e Torino Capitale
Salì al trono il figlio, Vittorio Emanuele II, e con lui iniziò la stagione risorgimentale. Il suo primo ministro, Camillo Benso di Cavour, grazie a un'astuta tela di rapporti diplomatici seppe avvicinare la Francia alla causa italiana, contro l'Austria asburgica. La Seconda Guerra d'Indipendenza e la Spedizione dei Mille permisero, nel 1861, di inaugurare a Torino il primo Parlamento italiano. Nel 1864, in vista del definitivo trasferimento a Roma, la capitale del Regno d'Italia fu portata da Torino a Firenze.
Fine XVIII secolo
Alla fine del 1800 l'amministrazione locale fu impegnata nel miglioramento dei collegamenti ferroviari, dell'istruzione, dell'assistenza sociale. In quegli anni nasceva anche la FIAT (sorta sulla tradizione del piccolo artigianato piemontes), la Lancia e l'Itala; la municipalizzazione dei trasporti urbani e la statalizzazione delle ferrovie contribuirono alla nascita di un'industria meccanica torinese.
Il primo Novecento
La prima guerra mondiale sorprese una Torino in pieno sviluppo e causò prima una depressione e quindi una ripresa economica. Ma gli unici settori che trovarono reale vantaggio alla fine della guerra furono il siderurgico e l'automobilistico. Durante il fascismo Torino continuò la sua espansione industriale e accolse immigrati veneti e meridionali. Nel settembre 1943 ci fu l'occupazione tedesca e molti giovani furono spinti verso le montagne, per la Resistenza. Il 18 aprile 1945 un grande sciopero paralizzò la città, il 26 aprile i partigiani iniziarono la liberazione di Torino, conclusasi il 30 dello stesso mese. Il 3 maggio 1945 gli Alleati entravano in una città già liberata.
Il secondo Novecento
Negli anni '50, grazie al potente richiamo della FIAT, si verificò una nuova ondata di immigrazione, sia dalle altre regioni settentrionali (soprattutto Veneto) che dal Meridione . La presenza degli immigrati meridionali determinò una serie di drammatici problemi, dall'abitazione ai servizi, a cui Torino era impreparata. Nel giro di un decennio Torino si trovò ad essere la terza città italiana meridionale, subito dopo Napoli e Palermo; l'arrivo disordinato e incontrollato dei nuovi residenti causò a lungo conflitti di mentalità e cultura, che la città ha superato nei decenni successivi, solo con grande difficoltà. Nell'anno 1961,anno del Centenario dell'Unità d'Italia , la città era uno dei maggiori poli d'attrazione industriale,una vera metropoli economica e per mettersi in luce a livello internazionale organizzò l' Expo 1961 ( Esposizione Internazionale del Lavoro – Torino 1961). Al boom economico seguirono tensioni sociali che sfociarono nelle proteste sessantottine e nell'autunno caldo degli operai. Gli anni 1980 e 1990 sono stati anni di pacificazione sociale .
Simboli storici della città
- Porta Palatina, Piazza Cesare Augusto
- Sacrario del Martinetto ,Corso Appio Claudio angolo Corso Svizzera
- Rifugi antiaerei