GUIDA Petruro Irpino
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Foto Petruro Irpino: 2012, 2009, 2008 |
Petruro Irpino è situato in Campania in Provincia di Avellino. Il 24 agosto si festeggia il Patrono, San Bartolomeo.
Confina con i comuni di: San Nicola Manfredi, Tufo, Torrioni, Altavilla Irpina e Chianche.
Storia
La zona compresa fra lo Stretto di Barba e la valle del Sabato è stata abitata fin dal neolitico, come diversi ritrovamenti testimoniano. Svariati, inoltre, erano gli accampamenti sanniti, in seguito romanizzati, come la vicina Fulsulae.
In epoca Longobarda la valle era in una posizione strategica, in prossimità della capitale della Longobardia Minor Benevento; i Longobardi realizzarono un imponente sistema di fortificazioni sparso per tutta la valle, anche se non restano tracce nè archivistiche nè storiografiche che ci parlino di un insediamento normanno presso Praetorium.
Con la frantumazione del regno longobardo, inizia un periodo di scontri fra i vari nobili normanni. Nel 1121, papa Callisto II e il suo successore Gregorio cercano di pacificare la nobiltà normanna in rivolta: il territorio di Petruro è di proprietà di Roberto di Montefusco che viene barbaramente ucciso e fatto a pezzi da Ruggieri di Sanseverino nell'ambito della guerra fra Ruggieri di Sicilia e Guglielmo di Puglia. Il conte Giordano di Montefusco, subentrato a Roberto nei domini Irpini, viene umiliato e sconfitto dal duca di Puglia e gli è salva la vita solo grazie all'intercessione di Rainulfo d'Alife. Giordano, in seguito recupera i suoi domini, sottoponendosi alla protezione di Ruggieri di Salerno. Il principato di Salerno è, in quel momento, la più forte istituzione normanna in Italia Meridionale: nel 1127, la capitale passa da Salerno a Palermo e, con l'istituzione del Regno di Sicilia, nel 1139, da parte di Ruggero II d'Altavilla, il principato di Salerno diventa un semplice feudo.
Carlo d'Angiò, nel 1287, riorganizza il nuovo Regno di Napoli, attraverso province controllate da emissari di nomina regia e infeudando importanti famiglie nei principali centri. L'antico Principato Longobardo fu smembrato in due: Principato Citra e Principato Ultra, comprendente le attuali province di Benevento ed Avellino, mentre Petruro veniva sottoposto alla giurisdizione del rettore di Benevento. Nel 1266, infatti, si era svolta la celebre battaglia tra Manfredi di Svevia e Carlo d'Angiò, e fu l'angioino a restituire Benevento allo Stato Pontificio, ed incorpora Petruro nei patrimoni della chiesa di Benevento.
Nella seconda metà del XIV secolo il borgo fu dato ai Calenda e ai di Candida, due importanti famiglie imparentate con i Filangieri, fra i massimi patrizi della corte angioina di Napoli.
Fu proprio, fra l'altro, Filippo II detto “il Prete” (XV secolo), 6° Signore di Candida, fra i primi ad utilizzare il cognome, ad ottenere da Giovanna II i beni del ramo Filangieri di Avellino, per ricompensa della fedeltà mostrata.
Nel 1523, Petruro passa a Giovanni Antonio Calenda: questi non ha figli e alla sua morte, nel 1549, il borgo passa alla sorella Elvira, cui succede, nel 1591, la nipote Laura. Petruro passa poi ai Quinzio che ricevono, in seguito, il titolo feudale marchionale.
Tramite le politiche matrimoniali il feudo passa, infine, ai Marano. Anche Gaetano Marano ottiene da Carlo II di Spagna il titolo di Marchese del feudo di Petruro; si succedono quindi i marchesi Agnello, Rodolfo II e Gaetano II, che è l'ultimo marchese prima dell'abolizione della feudalità.
Da Vedere
Da segnalare la Parrocchiale (dedicata al santo patrono) e, in contrada Lago, la settecentesca Cappella di Montevergine.
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