GUIDA  Torino/Personalità Illustri/Campo Politico

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*'''Giovanni Battista Cassinis'''
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*[[Torino/Personalità Illustri/Campo Politico/Giovanni Battista Cassinis]]
:Nacque a  [[Masserano]] (ex [[Provincia di Biella]] ), il 25 febbraio 1806 e morì a '''Torino''' il 18 dicembre 1866. Laureatosi in Giurisprudenza presso l' '''Università di Torino''' , iniziò la sua carriera professionale e politica dapprima come '''Consigliere''' municipale della sua città natia, poi come rappresentante del collegio di [[Salussola]]  (nella I legislatura) del '''Parlamento Subalpino''' , quindi '''Deputato''' (nella IV legislatura) , divenendo uno dei maggiori collaboratori di '''Camillo Benso Conte di Cavour''' . Divenne '''Ministro di Grazia e Giustizia''' ed orientò la propria attività sull'estensione dei codici piemontesi alle Province annesse ed all'elaborazione di un nuovo Codice Civile. Assunse, in seguito, la carica di '''Ministro degli Interni''' , ruolo che lo portò a compiere nel meridione d'Italia una lunga missione tesa ad accelerare la procedura di unificazione nazionale e, successivamente, fu '''Giureconsulto del Foro di Torino''' e '''Statista nel Regno d'Italia''' . Venne eletto il 26 maggio 1863 quale '''Presidente della Camera dei Deputati''' (nell'VIII legislatura) e due anni più tardi nominato '''Senatore del Regno''' . Fu insignito dell’onorificenza di '''Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro''' .
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:''Curiosità'':
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: - La città di Torino, nella quale lo statista chiuse la sua parabola esistenziale, lo ricorda con un Monumento (eseguito dall’ '''Artista Odoardo Tabacchi''' e situato in '''Via Bertola''' , nella zona sud-est del Giardino della [[Torino/La Cittadella]] all’angolo con '''Corso Siccardi''' ) che lo indica come “Rettissimo d'animo, coltissimo d'ingegno, nel foro torinese valente giureconsulto, nel Regno d'Italia benemerito statista che tenne degnamente gli uffici di guardasigilli, di presidente della Camera dei deputati, di senatore. Meritò ed ebbe universale stima e rispetto”.
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: - È sepolto nel [[Torino/Ritratto della Città/Cimiteri/Cimitero Monumentale]] della città.
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*[[Torino/Personalità Illustri/Campo Politico/Luigi Einaudi]]
 
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Versione delle 07:24, 8 nov 2018

Personalità Illustri di Torino/Campo Politico

Monumento a Giovanni Battista Cassinis
  • Tullio Abelli
Nacque a Bricherasio il 26 aprile 1921 e morì a Roma il 10 dicembre 1976. Conseguì la maturità classica presso il Collegio Militare di Milano e fu ammesso all' Accademia di Artiglieria e Genio di Torino da dove uscì con il grado di Sottotenente. Assegnato alla Scuola di Paracadutismo della Divisione "Folgore" in Sabaudia , con il grado di Tenente e la qualifica di Comandante di batteria mortai, partecipò alla Battaglia di El Alamein dove venne gravemente ferito. Rientrato in Patria fu ricoverato presso l'Istituto Rizzoli di Bologna , dove subì tre operazioni, e qui venne sorpreso dagli eventi dell'8 settembre 1943. Scelse di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, arruolandosi volontario nella X^ Flottiglia MAS. Il 25 aprile 1945 fu avviato al campo di concentramento allestito nella Frazione Coltano ,del Comune di Pisa , dal quale riuscì ad evadere. Dopo un periodo di latitanza, fu prosciolto da ogni accusa e si stabilì a Torino. Si fece operare una quarta volta per sistemare le conseguenze delle ferite di guerra e si iscrisse al Politecnico della città. Fu vicesegretario nazionale del Movimento Sociale Italiano e membro della Camera dei Deputati dall’anno 1963 all’anno 1976.
Curiosità:
A seguito della Battaglia di El Alamein fu decorato sul campo con la Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione:
Ufficiale di artiglieria paracadutista, distaccato presso un battaglione in critica situazione, si lanciava al contrassalto di fanterie nemiche che avevano sopraffatto gli avamposti. Gravemente ferito, incitava gli uomini a proseguire nell'azione. Trascinato fuori dalla mischia rifiutava energicamente di essere trasportato al posto di medicazione, chiedendo di rimanere vicino ai propri pezzi.
Nabq Rala, 23 ottobre 1942.
  • Cesare Balbo
Nacque a Torino il 21 novembre 1789 ed ivi morì il 3 giugno 1853. Da giovane maturò culturalmente in varie città europee, a causa della continua peregrinazione che il padre dovette subire nei difficili anni del Regno di Vittorio Amedeo III di Savoia , ed in seguito, sotto il forte influsso culturale e letterario di Vittorio Alfieri, nell’anno 1804 fondò, con altri coetanei, l' Accademia dei Concordi (in cui si coltivavano gli studi e l'amore per la Patria). Per le sue conoscenze ed esperienze cosmopolite venne chiamato spesso a servizio della monarchia universale napoleonica ricoprendo diversi incarichi pubblici ( Segretario Generale della Giunta Governativa della Toscana ; Segretario della Consulta napoleonica per gli ex territori pontifici; auditore al Consiglio di Stato a Parigi ; liquidatore dei conti a Lubiana , ed infine addetto al Ministero di Polizia a Parigi ) . Durante il periodo della Restaurazione entrò nell' Esercito Piemontese . Nel moto rivoluzionario del 1820-21 si unì ai Liberali che frequentavano il Re Carlo Alberto e, sebbene infondatamente, fu confinato a Camerano nel Castello di Famiglia , dove si dedicò all'approfondimento di essenziali problemi storici. Fu poi inviato a Roma per riordinare lo Stato Pontificio e riorganizzare il ritorno di Papa Pio IX nella sede papale. Con la caduta di Napoleone Bonaparte abbandonò la politica attiva.
Curiosità:
- È sepolto nella cripta del Duomo di Chieri , città il cui Liceo Classico ne porta il nome.
  • Camillo Benso Conte di Cavour
Nacque a Torino il 10 agosto 1810 ed ivi morì il 6 giugno 1861. Aristocratico liberale, viaggiò molto spesso all'estero, studiando lo sviluppo economico di paesi europei più avanzati industrialmente (come la Francia e l' Inghilterra ) documentandosi sulle innovazioni tecnologiche e fu uno dei massimi artefici dell' Unità Nazionale Italiana e Primo Ministro del Re Vittorio Emanuele II . Apparve sulla scena politica piemontese alla vigilia dell’anno 1848 quale fondatore del giornale "Il Risorgimento" (testata liberale e moderata) e come Deputato eletto nel primo Parlamento. Fu poi nominato Ministro ed infine, dall’anno 1852 fino all’anno 1859 fu capo del Governo piemontese . Durante il suo mandato politico imboccò la via dell'industrializzazione, facendo costruire canali per l'irrigazione e favorendo le redditizie colture del riso, del grano e del vino. Agevolò il potenziamento delle industrie esistenti (soprattutto quella tessile) stimolando la creazione di nuove (come le acciaierie); diede un fortissimo impulso alla rete stradale e ferroviaria, nonché a quella delle telecomunicazioni (rete telegrafica) ; favorì il commercio con la realizzazione di una marina mercantile che fece rifiorire il porto di Genova .
  • Alfredo Frassati
Nacque a Pollone il 28 settembre 1868 e morì a Torino il 21 maggio 1961. Intrapresi gli studi in giurisprudenza e conseguita la Laurea in Legge presso l’ Università di Torino , nell’anno 1890, si recò in Germania dove frequentò corsi di specializzazione (i suoi campi d'azione furono l'insegnamento, il giornalismo e l'editoria). Rientrato in Italia nell’anno 1894 iniziò a collaborare con il quotidiano "La Gazzetta Piemontese" (ribattezzato "La Stampa" nell’anno 1805 e del quale divenne proprietario e Direttore nell’anno 1900). Nell’anno 1897 divenne Docente di Diritto e Procedura Penale . Amico e sostenitore di Giovanni Giolitti , fu nominato Senatore del Regno d’Italia nell’anno 1913 e sostenne l'intervento in Libia mentre caldeggia la neutralità alla vigilia della Prima Guerra Mondiale . Nell’anno 1920 fu nominato Ambasciatore Italiano a Berlino e, in seguito alla Marcia su Roma , diede le dimissioni (dando inizio ad una campagna di stampa contro il Fascismo). Nell’anno 1930 divenne Presidente dell’ allora "Italiana Gas" (divenuta in seguito "Italgas"). Nata la Repubblica Italiana fu membro della Consulta Nazionale e venne nominato Senatore di diritto nella prima formazione del Parlamento , dall’anno 1948 all’anno 1953.
Curiosità :
- Il figlio Pier Giorgio (morto a 24 anni) fu proclamato Beato nell’anno 1990, da Papa Giovanni Paolo II , per aver dedicato la sua breve vita all'assistenza dei poveri (vds. in Santi e Beati ).
  • Piero Gobetti (pseudonimo letterario: Giuseppe Baretti )
Nacque a Torino il 19 giugno 1901 e morì a Neuilly-sur-Seine (Francia) il 15 febbraio 1926. Dopo gli studi elementari nella scuola "Giacinto Pacchiotti" s'iscrisse al Liceo Ginnasio "Cesare Balbo". Passato nell’anno 1916 al Liceo Classico "Vincenzo Gioberti", si diplomò e, successivamente, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza. Durante gli studi, fondò la rivista "La rivoluzione liberale" ed "Energie Nuove" cui collaborarono Giovanni Gentile , Benedetto Croce , Luigi Einaudi e Ettore De Ruggiero . Politico antifascista (punto di riferimento nella cultura cittadina) offrì la sua collaborazione a numerosi giornali e periodici del tempo (tra i quali: "Conscientia", "Il Lavoro", "L'Educazione nazionale", "Poesia ed arte", "L'Ora" di Palermo, "Il Popolo romano" e "Il Resto del Carlino") e scrisse anche sulla rivoluzione russa, proponendone una originalissima interpretazione (la rivoluzione bolscevica come rivoluzione liberale). Nell’anno 1921 approdò ad "Ordine Nuovo" e l’anno successivo fondò il settimanale "Rivoluzione Liberale". Oltre all'intenso impegno culturale svolto in campo pubblicistico, si dedicò anche agli studi su Vittorio Alfieri e ad un'interessante ricognizione sulla letteratura russa. Spiccato è stato, inoltre, il suo interesse nei confronti della pittura ed in particolare dell'arte del Pittore Felice Casorati . Dopo una vita svolta all'insegna di un impegno costantemente militante e di un'assoluta integrità morale, con un'intransigenza che gli costò vessazioni morali ed aggressioni fisiche, nell’anno 1926 scelse l'esilio a Parigi . Morto in esilio è sepolto nel cimitero parigino di Père Lachaise.