GUIDA Valle d'Aosta
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Il fascino immortale del "''Patois valdotain''", la lingua parlata in Valle d'Aosta, la rigidità del clima alpino, l'attaccamento a fede e tradizioni secolari, '''la saggezza della civiltà pastorale''' del passato. Un vecchio adagio di qualche antenato del moderno meteorologo per esprimere in poche battute la realtà valdostana, in tutta la sua complessa genuinità. | Il fascino immortale del "''Patois valdotain''", la lingua parlata in Valle d'Aosta, la rigidità del clima alpino, l'attaccamento a fede e tradizioni secolari, '''la saggezza della civiltà pastorale''' del passato. Un vecchio adagio di qualche antenato del moderno meteorologo per esprimere in poche battute la realtà valdostana, in tutta la sua complessa genuinità. | ||
| − | Porta d'accesso nazionale - attraverso il valico del '''Piccolo San Bernardo''' e il traforo del Gran Sanbernardo - per l'Europa francofona, si configura quale galassia di piccole e grandi valli orbitanti attorno al fondovalle maggiore, "''la plaine''" per gli indigeni, la parte pianeggiante dove sorge il capoluogo, [[Aosta]], e si concentra il grosso degli insediamenti umani e dei traffici commerciali. Qui il centro, ai lati la sinistra e la destra, le zone dell'''adret'' e dell' ''envers'' disegnate dal corso della '''Dora Baltea''' che taglia in due la regione: di qua, versante nord-est, un territorio maggiormente baciato dal sole e per questo più favorevole all'agricoltura; di là, a sud-ovest, la neve si attarda molto più a lungo lasciando spazio soltanto ad attività boschive e di pascolo. Intorno l'inimitabile cornice dei massicci alpini - il '''Monte Bianco''', il '''Grand Combin''', il '''Cervino''', il '''Monte Rosa''', il '''Gran Paradiso''' e l''''Emilius''' - che per la quasi assenza di umidità - il 6% del territorio regionale è coperto da ghiacciai - garantisce un orizzonte costantemente terso e luminoso. | + | Porta d'accesso nazionale - attraverso il valico del '''Piccolo San Bernardo''' e il traforo del Gran Sanbernardo - per l'Europa francofona, si configura quale galassia di piccole e grandi valli orbitanti attorno al fondovalle maggiore, "''la plaine''" per gli indigeni, la parte pianeggiante dove sorge il capoluogo, [[Aosta]], e si concentra il grosso degli insediamenti umani e dei traffici commerciali. Qui il centro, ai lati la sinistra e la destra, le zone dell<nowiki>'</nowiki>''adret'' e dell<nowiki>'</nowiki>''envers'' disegnate dal corso della '''Dora Baltea''' che taglia in due la regione: di qua, versante nord-est, un territorio maggiormente baciato dal sole e per questo più favorevole all'agricoltura; di là, a sud-ovest, la neve si attarda molto più a lungo lasciando spazio soltanto ad attività boschive e di pascolo. Intorno l'inimitabile cornice dei massicci alpini - il '''Monte Bianco''', il '''Grand Combin''', il '''Cervino''', il '''Monte Rosa''', il '''Gran Paradiso''' e l<nowiki>'</nowiki>'''Emilius''' - che per la quasi assenza di umidità - il 6% del territorio regionale è coperto da ghiacciai - garantisce un orizzonte costantemente terso e luminoso. |
Natura e posizione strategica nei collegamenti transalpini hanno segnato il suo destino nel corso della storia, a partire dal periodo dei '''Salassi''', di stirpe ligure, e successivamente con la colonizzazione romana, le cui tracce più significative sono nei più datatati esempi di incastellamento - le '''torri di Aosta''' - e di grandi opere infrastrutturali - come la strada scavata nella roccia a [[Donnas]] e i ponti di [[Saint-Vincent]] e [[Chatillon]]. Alla lunga '''dominazione sabauda''' appartengono le maggiori testimonianze di incastellamento: da quelli romanici di Graines nella Val d'Ayas, di '''Cly''' nel comune di [[Saint-Denis]] e Saint Germain a [[Montojovet]] ai duecenteschi Chatel-Argent a monte di [[Villeneuve]], Montmayeur nella Valgrisenche e Chatelard sopra [[La Salle]]; fino ai massimi esempi di architettura militare valdostana del '300 tra cui il '''castello di Ussel''' - che domina da uno sperone di roccia Chatillon e Saint-Vincent -, il Castello di [[Issogne]] - gioiello del rinascimento e dimora nobiliare degli Challant. | Natura e posizione strategica nei collegamenti transalpini hanno segnato il suo destino nel corso della storia, a partire dal periodo dei '''Salassi''', di stirpe ligure, e successivamente con la colonizzazione romana, le cui tracce più significative sono nei più datatati esempi di incastellamento - le '''torri di Aosta''' - e di grandi opere infrastrutturali - come la strada scavata nella roccia a [[Donnas]] e i ponti di [[Saint-Vincent]] e [[Chatillon]]. Alla lunga '''dominazione sabauda''' appartengono le maggiori testimonianze di incastellamento: da quelli romanici di Graines nella Val d'Ayas, di '''Cly''' nel comune di [[Saint-Denis]] e Saint Germain a [[Montojovet]] ai duecenteschi Chatel-Argent a monte di [[Villeneuve]], Montmayeur nella Valgrisenche e Chatelard sopra [[La Salle]]; fino ai massimi esempi di architettura militare valdostana del '300 tra cui il '''castello di Ussel''' - che domina da uno sperone di roccia Chatillon e Saint-Vincent -, il Castello di [[Issogne]] - gioiello del rinascimento e dimora nobiliare degli Challant. | ||
Versione delle 14:52, 14 gen 2009
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La regione Valle d'Aosta ha come capoluogo Aosta. Confina con: Piemonte (con le province di Biella, Torino e Vercelli). La regione non è suddivisa in province e conta 74 comuni.
Oltre al capoluogo vi sono: Allein, Antey-Saint-Andrè, Arnad, Arvier, Avise, Ayas, Aymavilles, Bard, Bionaz, Brissogne, Brusson, Challand-Saint-Anselme, Challand-Saint-Victor, Chambave, Chamois, Champdepraz, Champorcher, Charvensod, Chatillon, Cogne, Courmayeur, Donnas, Doues, Emarese, Etroubles, Fenis, Fontainemore, Gaby, Gignod, Gressan, Gressoney-la-Trinitè, Gressoney-Saint-Jean, Hone, Introd, Issime, Issogne, Jovencan, La Magdeleine, La Salle, La Thuile, Lillianes, Montjovet, Morgex, Nus, Ollomont, Oyace, Perloz, Pollein, Pontboset, Pontey, Pont-Saint-Martin, Prè-Saint-Didier, Quart, Rhemes-Notre-Dame, Rhemes-Saint-Georges, Roisan, Saint-Christophe, Saint-Denis, Saint-Marcel, Saint-Nicolas, Saint-Oyen, Saint-Pierre, Saint-Rhemy-En-Bosses, Saint-Vincent, Sarre, Torgnon, Valgrisenche, Valpelline, Valsavarenche, Valtournenche, Verrayes, Verres e Villeneuve.
I dieci principali comuni, per numero di abitanti, sono: Aosta, Chatillon, Saint-Vincent, Sarre, Pont-Saint-Martin, Quart, Saint-Christophe, Courmayeur, Gressan e Donnas. Il comune più piccolo è La Magdeleine. Qui la lista completa comuni della Valle d'Aosta.
Indice |
Ritratto della Regione
"Se feit solei lo dzor de Saint Ors, l'hiver dure incò quarenta dzor."
[Tr.Se il tempo è bello il giorno di S.Orso, l'inverno dura ancora quaranta giorni].
Il fascino immortale del "Patois valdotain", la lingua parlata in Valle d'Aosta, la rigidità del clima alpino, l'attaccamento a fede e tradizioni secolari, la saggezza della civiltà pastorale del passato. Un vecchio adagio di qualche antenato del moderno meteorologo per esprimere in poche battute la realtà valdostana, in tutta la sua complessa genuinità.
Porta d'accesso nazionale - attraverso il valico del Piccolo San Bernardo e il traforo del Gran Sanbernardo - per l'Europa francofona, si configura quale galassia di piccole e grandi valli orbitanti attorno al fondovalle maggiore, "la plaine" per gli indigeni, la parte pianeggiante dove sorge il capoluogo, Aosta, e si concentra il grosso degli insediamenti umani e dei traffici commerciali. Qui il centro, ai lati la sinistra e la destra, le zone dell'adret e dell'envers disegnate dal corso della Dora Baltea che taglia in due la regione: di qua, versante nord-est, un territorio maggiormente baciato dal sole e per questo più favorevole all'agricoltura; di là, a sud-ovest, la neve si attarda molto più a lungo lasciando spazio soltanto ad attività boschive e di pascolo. Intorno l'inimitabile cornice dei massicci alpini - il Monte Bianco, il Grand Combin, il Cervino, il Monte Rosa, il Gran Paradiso e l'Emilius - che per la quasi assenza di umidità - il 6% del territorio regionale è coperto da ghiacciai - garantisce un orizzonte costantemente terso e luminoso.
Natura e posizione strategica nei collegamenti transalpini hanno segnato il suo destino nel corso della storia, a partire dal periodo dei Salassi, di stirpe ligure, e successivamente con la colonizzazione romana, le cui tracce più significative sono nei più datatati esempi di incastellamento - le torri di Aosta - e di grandi opere infrastrutturali - come la strada scavata nella roccia a Donnas e i ponti di Saint-Vincent e Chatillon. Alla lunga dominazione sabauda appartengono le maggiori testimonianze di incastellamento: da quelli romanici di Graines nella Val d'Ayas, di Cly nel comune di Saint-Denis e Saint Germain a Montojovet ai duecenteschi Chatel-Argent a monte di Villeneuve, Montmayeur nella Valgrisenche e Chatelard sopra La Salle; fino ai massimi esempi di architettura militare valdostana del '300 tra cui il castello di Ussel - che domina da uno sperone di roccia Chatillon e Saint-Vincent -, il Castello di Issogne - gioiello del rinascimento e dimora nobiliare degli Challant.
Accanto alle fortezze sono più che riconoscibili, nella nuova veste moderna del tessuto urbano, le tracce della civiltà pastorale alpina del passato: nelle case rurali in pietra viva, nelle mulattiere, nei "ru" (canali per l'irrigazione) - bellissimi quelli di Pan Perdu e di Marseiller - e nei caratteristici rascard, i fienili costruiti con tronchi di legno. Altrettanto evidente l'impronta del potere ecclesiastico, nelle splendide chiese romaniche di Arnad, Santa Maria a Villeneuve e Derby a La Salle o nei campanili tipici delle valli di San Maurizio a Sarre, di Saint-Christophe e Saint-Pierre. Il non plus ultra dell'architettura religiosa è il Complesso Monumentale di Sant'Orso custode della grande tradizione orafa e di scultura lignea policroma nel Museo del Tesoro della Cattedrale.
Sulle risorse naturalistiche s'impernia l'attività turistica locale e di conseguenza lo zoccolo duro dell'economia regionale. Dai santuari dell'Alpinismo come La Thuile, la Tete d'Arpy sopra Morgex, Druges a monte di Saint-Marcel, alle mete mondane degli amanti dello sci, con le stazioni di Gressoney-la-Trinitè, Champoluc (comune di Ayas), Valtournenche, Cervinia, Courmayeur, La Thuile e Pila. Patrimonio dell'umanità è il Parco Nazionale del Gran Paradiso regno inviolabile di marmotte,camosci e stambecchi. Ad esso si aggiungono piccoli paradisi floro-faunistici sparsi qua e là come quello del Parco Naturale del Monte Avic, famoso per le pietre verdi e le centinaia di specie di farfalle che ospita.
Ciò che contraddistingue i valdostani è sicuramente la fierezza per la peculiarità delle proprie radici culturali, custodite gelosamente in ogni aspetto della vita. Innanzitutto nel modo di comunicare, nel quale è invalso accanto all'italiano il già citato "Patois valdotain", mentre una rarità linguistica rappresentano il toitschu e il titsch - originari del ceppo alemanno, espressione della cultura Walser - parlati a Issime, Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-la-Trinite. In secundis nelle tradizioni artigianali: in quelle tessili, dal "drap" (coperte, mantelli, tovaglie) delle zone di Valgrisenche e Chatillon, allo "chanvre" - lavorato con fili di canapa - della Valle di Champorcher, passando per i celebri "dentelles de cogne" pizzi lavorati al tombolo dalle donne di Cogne; e in quelli lignei come i sabot(zoccoli), la grolla - un calice che riprende il nome dal sacro Graal - e la mitica Coppa dell'amicizia, da cui una volta si beveva il vin brulè. Manufatti che trovano una vetrina prestigiosa nella Fiera di Sant'Orso, appuntamento annuale dell'artigianato valdostano imperdibile per commercianti e turisti. Completano il quadro le manifestazioni tradizionali in cui si rispolverano gli antichi costumi della civiltà pastorale. Su tutti sicuramente il Carnevale è l'evento più caratteristico e ricco di spunti storici e folckloristici: quello di Courmayeur - con la celebre maschera del Bouffon - della conca di Bosses - con i personaggi di Tic e Tocca, due anziani burloni - e di Verres, di notevole fascino storico - legato alle vicende della casata Challant.
Foto
Vedi: Galleria Foto sui Comuni della Regione
Informazioni Utili
Bibliografia
- Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Valle d'Aosta, Tersilla Gatto Chanu - Augusta Cerutti, Ed. Newton & Compton (2001)
- Valle d'Aosta, Ed. Touring (2006)
- La Valle d'Aosta paese per paese, Ed. Bonechi (1997)
- In giro per la Valle d'Aosta, Sergio Piotti, Ed. Ferrari Grafiche (2003)
- La valle incantata. Regione Valle d'Aosta, A. Ravazzolo, Ed. Italia Turistica (2001)
- Le mille e una valle. Viaggio in Valle d'Aosta, P. Luigi Berbotto, Ed. L'Ambaradan (2005)
- Storia della Valle d'Aosta, Andrea Zanotto, Ed. Musumeci Comunicazione (1993)
- Storia della Valle d'Aosta contemporanea (1946-1981), Elio Riccarand, Ed. Stylos (2004)
- Le fonti per la storia della Valle d'Aosta, Amato Pietro Frutaz, Ed. Tipografia Valdostana (1997)
- Aosta i primi monumenti cristiani, C. Bonnet - R. Perinetti (1986)
- Valle d'Aosta antica e archeologica, A. Zanotto (1986)
- I grandi trekking della Valle d'Aosta, Gian Luca Boetti, Blu Edizioni (2007)
- Valle d'Aosta estate-inverno. Escursioni, sport, divertimenti, enogastronomia, arte e cultura, Ed. Touring, collana Itinerari (2004)
- Valle d'Aosta. Aosta, Cervinia, Courmayeur, Gran Paradiso, Monte Bianco, castelli, parchi, escursioni, Ed. Touring, collana Guide Verdi Italia (2006)
- Valle d'Aosta. castelli e fortificazioni, Mauro Minola - Beppe Ronco, Ed. Macchione
- Valle d'Aosta. Rare immagini d'inizio Novecento, Brunner, Ed. Macchione
- La Valle d'Aosta. Da Pont-Saint-Martin al capoluogo, Giuseppe Sgarzini, Ed. Istituto Poligrafico dello Stato (2007)
- Valle d'Aosta, Ed. De Agostini, collana "Guide" (2007)
- Piemonte e Valle d'Aosta, Ed. Mondadori Electa (2005)
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