GUIDA  Torino/Ritratto della Città/Esercizi Commerciali Storici/Caffè

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Ritratto della Città/Esercizi Commerciali Storici/Caffè

  • Oltre alla passione subalpina per le golosità e la tradizione del cioccolato determinarono , già nel 1800, l'arrivo di intellettuali da tutta Italia , che vi trovarono un rifugio dalle persecuzioni a cui erano soggetti nei loro Stati per le loro idee politiche ed il punto di riferimento per la lotta all'unità italiana. Nelle salette ricche di specchi, boiserie e tappezzerie di raso (dove ancora oggi si ritrova tutta l'atmosfera dei tempi risorgimentali) si possono gustare le prelibatezze locali proprio come erano soliti fare Urbano Rattazzi e Massimo D'Azeglio - frequentatori di Caffè Fiorio - e più tardi scrittori celebri come Guido Gozzano - che seduto da Caffè Baratti & Milano compose "Le Golose" - e Cesare Pavese che invece preferiva Caffè Platti . Alcide De Gasperi si rilassava fra le morbide e avvolgenti curve degli ambienti liberty del Caffè Torino , mentre Alessandro Dumas era un habitué Caffè Cioccolateria Al Bicerin. Lo storico Caffè Mulassano , dove vennero inventati i tramezzini, fu ritrovo abituale ed esclusivo dei notabili di Casa Reale e degli artisti del vicino Teatro Regio . Oggi, consapevoli dell’importanza della loro missione, i locali storici si impegnano a conservare la memoria del tempo passato con arredamenti d’epoca, ricette originali e "semplici ricordi": un patrimonio di grande valore culturale, artistico e gastronomico.
- Caffè Elena ,Piazza Vittorio Veneto , 5/b Telefono 329-5767414
- Caffè Roma già Talmone, Piazza Carlo Felice ,36

Caffè Roma - Panoramica
Caffè Roma - Panoramica

Ubicato nel Quartiere Centro , nella zona della Stazione Porta Nuova ed all’inizio di Via Roma , è un locale di prestigio (impreziosito dai banconi originali) che venne aperto nell’anno 1936 da Michele Talmone , uno dei primi che importarono in Piemonte la lavorazione del cioccolato e, per tutto il periodo del Risorgimento , i Torinesi impararono a degustare i prodotti che venivano confezionati nello stabilimento ubicato nel Quartiere San Donato . Fu frequentato da personaggi della cultura, della politica, da statisti e grandi imprenditori ( come Giovanni Giolitti che vi entrava spesso, con il suo tipico cappello a larghe falde ) ,foyer di idee, di spiriti vitali, propizi alla lettura come alla politica e luogo di incontri sociali , mantenendo nel tempo la sua atmosfera elegante e signorile.
- Caffè di Palazzo Madama , Piazza Castello Telefono 334-1683381/335-8140537 [1]
Ubicato al primo piano del Museo Civico d'Arte Antica (allestito nel Complesso architettonico monumentale Palazzo Madama - Castello dei Principi Acaja ) ed incastonato tra la Camera della Galleria e la Veranda Nord , è intitolato alla Duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours e costituisce tappa irrinunciabile nel percorso di visita dove ,in un'ambientazione unica e ricercata ulteriormente impreziosita da intensi paesaggi settecenteschi, si possono gustare molte delle specialità torinesi e piemontesi, bevande calde e fredde, panini, piccola pasticceria e gelati artigianali
- Caffè San Carlo , Piazza San Carlo ,156 Telefono 011-532586

Caffè Roberto - Panoramica
Caffè Roberto - Panoramica

- Caffè Pepino , Piazza Carignano ,8 Telefono 01-542009 [2]
- Caffè Malabar , Piazza Carlo Felice ,49 Telefono 011-530076

Moderna Torrefazione Caffè - Panoramica
Moderna Torrefazione Caffè - Panoramica

- Caffè Avvignano ,Piazza Carlo Felice, 50 Telefono 011-541992
- Caffè Stratta , Piazza San Carlo , 191 Telefono 011-547920
- Caffè Roberto , Via Po , 5/a Telefono 011-839 0214
Ubicato nel Quartiere Centro ,sotto i portici d’inizio di Via Po, fu aperto verso la fine del XIX secolo quale trasformazione di una preesistente grapperia-vineria.Nonostante i vari passaggi di proprietà subiti il locale ha mantenuto nel tempo la sua costante specifica di caffè degli artisti del Teatro Regio che, da sempre hanno lasciato al locale il loro personale ricordo.L’ingresso principale dell’esercizio è costituito da un monoblocco in legno rialzato, mentre l’affaccio secondario, con serramento in luce non originale, dà su Via Verdi. La "devanture" , realizzata nell’anno 1876 su progetto per negozio di pianoforti e armonium di Giuseppe Mola (a questo indirizzo dall’anno 1878 all’anno 1892) ,succeduto dal fabbricante Bellis (fino all’anno 1922) , è alleggerita nella parte centrale da specchiature vetrate, con pannelli laterali (gli stores) in vetro colorato ed in legno pieno. L’interno completamente ristrutturato mantiene l’originaria struttura muraria dalle volte a crociera e una botola in ottone conduce alla cantina, dove una volta si giocava a carte.

Farmacia degli Stemmi - Panoramica
Farmacia degli Stemmi - Panoramica

- Moderna Torrefazione Caffè ,Via Corte d'Appello, 2 Telefono 011-4364973 [3]
Ubicata in pieno centro cittadino ed affacciata sul lato orientale del Palazzo Civico , mantiene la sobria "devanture" in noce, retaggio dell’antico passato. Realizzata a monoblocco in legno di noce e rimaneggiata rispetto al disegno originale, è formata da una gioielleria centrale schermata da un pannello serigrafato retroilluminato, con ai lati una vetrina ed un ingresso. Il porta insegna è composto da una cornice in legno arcuata nella parte centrale, le relative paraste con mensole scolpite sono originali ma lo store centrale e le vetrate con piombature della porta d'ingresso sono dell’anno 1975, quando anche l'interno è stato ristrutturato eliminando tutto l'arredo originario. Lo zoccolo è in granito rosa di Baveno , non originale.
Curiosità:
Oltre agli esercizi commerciali sopra menzionati, nel corso di un secolo a cavallo tra l’anno 1848 e l’anno 1950, ve ne furono molti altri (oggi non più esistenti) dove si praticava il gioco d’azzardo ("bassetta", "birichin", "faraone", "encarté" e "goffo") ma soprattutto si parlava di politica in quanto era molto più sicuro riunirsi in luogo pubblico, piuttosto che in case private e buona parte della Storia del Risorgimento si scrisse anche in questi locali fumosi. I più famosi, con i loro frequentatori abituali, furono:
- Alfieri di Via Po : studenti più impegnati politicamente e loro professori;
- Alpi di Via Garibaldi angolo Via della Consolata: clero. Nell'anno 1913 chiuse i battenti per trasformarsi, anni dopo, in un cinematografo;
- Alta Italia di Via Garibaldi: locale che a mezzogiorno si trasformava in ristorante particolarmente frequentato da giudici ed avvocati che dovevano sbrigarsi per la ripresa delle udienze. Poi cambiò il nome in Goria .
- Aurora di Via San Tommaso: massoni;
- Barone di Via Garibaldi: si tenevano i rapporti clandestini tra le città di Torino e di Milano;
- Bedotti di Via Garibaldi angolo via Bellezia: avvocati e poi democratici;
- Biffo di Via Po : studenti;
- Burello in Corso Vittorio Emanuele II angolo Via Urbano Rattazzi: ritrovo elegante di dame ed ufficiali, ma soprattutto degli imprenditori della nascente industria dell’automobile (fu la culla del motorismo in Italia);
- Calosso in Via Garibaldi: filonapoleonici e poi avvocati e burocrati delle cancellerie. Nell’anno 1847 cambiò nome in Caffè della Lega Italìana ; nell’anno 1893 subentrò la Libreria Editrice Lattes (specializzata in testi scolastici e nei settori tecnico-scientifico e letterario attinenti all'attività editoriale) e dall’anno 2006 è sede della multinazionale giapponese Muji (arredi ed oggetti) che, della struttura storica, ha conservato il solo ingresso (costituito da un grande monoblocco in ferro e legno di noce, dipinto, che poggia su uno zoccolo in breccia verde. La struttura forma una profonda bussola che fa da ingresso ed ospita bacheche e vetrine espositive; un lungo portainsegna arricchito da dentelli e modanature e due gioiellerie laterali con decori a volute nella parte superiore);
- Cambio in Piazza Carignano che ospitò Giacono Casanova. Vi si praticava il cambio delle monete e quello dei cavalli della diligenza per Parigi;
- Carpano in Piazza Castello :celebre per il Punt e Mes;
- Catlina in Piazza Solferino : filonapoleonici;
- Centro in Via Roma frequentato dall’ Architetto Filippo Juavarra ;
- Chinese in Via Bellezia angolo Via Santa Chiara: rivoluzionari;
- Colonne (poi Vassallo quindi Nazionale) in Via Po angolo Via Ambasciatori: democratici e repubblicani emissari segreti francesi, poi filonapoleonici. Sotto la denominazione Vassallo è stato frequentato dai reazionari e, successivamente ospitò gli esiliati e gli Ufficiali del neonato Corpo dei Bersaglieri ;
- Concordia in Via Po : massoni;
- Conte Verde in Via Conte Verde: criminalità;
- Corona Grossa (divenuto poi Albergo dell’Unione) in Largo IV marzo: covo di giacobini;
- Degli Amici: società segrete;
- Delle Alpi: Ospitò gli Ufficiali napoleonici ed Edmondo De Amicis vi scrisse buona parte del suo libro Cuore. Poi fu frequentato dai giudici ed avvocati del Tribunale;
- Del Nord (già caffè Guelpa):il titolare Francesco Botto Inventò la "Gazosa" ("Aqua anrabià");
- Diley in Via Po angolo Via Carlo Alberto): vi si tenevano i rapporti clandestini tra le città di Torino e di Milano;
- Giamaica in Via dei Pellicciai angolo Via del Gallo: rivoluzionari;
- Lombardo in Piazza Vittorio Veneto : esuli lombardi;
- Londra in Via Po: gioco d’azzardo;
- Marsiglia in Via Viotti: covo di giacobini poi filonapoleonici;
- Massimino in Via San Tommaso: rivoluzionari;
- Meridiana nella Galleria San Federico: frequentato da Edmondo De Amicis e Giuseppe Giacosa ;
- Molinari in Piazza Solferino : Locale equivoco con prostitute e cocottes;
- Molineri nell’ex Piazza delle Erbe (attuale Piazza Palazzo di Città ): filonapoleonici;
- Oriente in Via Corte d’Appello angolo Via Bellezia: massoni;
- Perla (poi Accademia) in Via Accademia Albertina: esuli meridionali e, successivamente ritrovo di letterati;
- Piemonte in Via San Filippo: antinapoleonici e poi uomini di scienza;
- Progresso in Via Vanchiglia: covo dei Carbonari;
- Rondò in Piazza Vittorio Emanuele I: Gioco d’azzardo e successivamente punto di ritrovo degli artisti ;
- Rosso all’angolo tra Via Bellezia e Via Garibaldi: militari d’alto grado ed ex napoleonici;
- Venezia in Via Po : esuli veneti.
  • In questi ambienti veniva consumato anche il "Vermouth" che, alla fine del 1700, prevedeva una vera e propria arte la preparazione di questo vino aromatico, dorato, dai 15 ai 17 gradi di alcol, profumato con droghe e con erbe (una delle principali erbe era l’ "Assenzio romano"/"Artemisia absinthium"). Il primo produttore e negoziante fu Antonio Benedetto Carpano che nell'anno 1786 aveva il suo negozio sotto i portici di Piazza Castello . Il vero "Vermouth di Torino", il migliore e più pregiato, doveva essere preparato con almeno una quarta parte di "Moscato" di Canelli . La parte rimanente doveva essere costituita da vini bianchi dolci o secchi. Si utilizzavano allo scopo i vini delle colline tortonesi e i vini di Gavi.
Il Vermuth (di Ermanno Eandi )
Profumi intensi
di fine ottocento,
erbe magiche
e vino
si scambiano i sapori
per un elisir alcolico.
Carpano lo crea,
la Cora lo americanizza,
il mondo lo beve
e ricorda Torino.