Il sindaco di Mantova Fiorenza Brioni intervistata per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Mantova, città del buon vivere. Grazie alla sua vocazione culturale, alle bellezze artistiche, monumentali e naturalistiche, Mantova è una città affascinante. Trasmette un’idea di paesaggio in cui tutto si fonde: storia, architettura, natura, mura, alberi, pietra e acqua. Abbiamo costruito un patrimonio di benessere frutto di una buona azione amministrativa a cui ha corrisposto la sensibilità da parte dei cittadini. Cultura, ambiente e coesione sociale sono gli aspetti qualificanti del nostro carattere. Il nostro impegno per lo sviluppo equilibrato e sostenibile della città continua. Stiamo predisponendo un piano di governo del territorio ispirato ad Agenda 21.
Ci siamo candidati a diventare sito dell’Unesco per salvaguardare non solo i monumenti, ma anche il sistema ambientale lacustre che li circonda. Inoltre, stiamo lavorando al piano della mobilità urbana che punta sulle forme di trasporto alternative all’auto privata, sul potenziamento dell’anello di piste ciclabili intorno al centro e sui parcheggi scambiatori alle porte della città. Vogliamo rimanere uno dei cuori verdi più belli della Penisola: lunghe piste ciclabili, grandi parchi, rigidi divieti di circolazione per le automobili nel centro storico della città. Per questo sono soddisfatta quando le indagini di Legambiente ci classificano ai primi posti tra ecosistemi in Italia. E devo dire che questo avviene frequentemente. E’ un patrimonio che vogliamo conservare per consegnarlo migliore alle generazioni che verranno dopo di noi.
Tre validi motivi per visitarla?
Il primo motivo è lo splendore della città che ci deriva dalla famiglia Gonzaga: dal Castello al Palazzo Ducale, da Palazzo Te al palazzo di San Sebastiano dove da alcuni anni risiede il museo civico della città. I Gonzaga hanno richiamato a corte i più grandi artisti del Rinascimento italiano come il Mantegna e Giulio Romano che in questa città hanno lasciato un segno profondo. Oltre agli splendidi palazzi e alle ricchezze che ne sono contenute, noi mantovani siamo ancora amanti dell’arte e del bello.
In secondo luogo ci sono i laghi che circondano la città e le loro sponde che sono state in gran parte recuperate e si stanno ancora acquisendo gli altri tratti da riqualificare. Sono stati costruiti dei percorsi ciclo-pedonali e anche dei percorsi ludici e didattici. Le sponde sono utilizzate e apprezzate dai mantovani, dai turisti e da numerosi visitatori per le attività sportive, per il tempo libero e lo svago. Mantova può vantarsi di avere un parco periurbano che è destinato ad estendersi e a far parte di un sistema boschivo che va dalla Favorita alla Carpaneta.
La terza ragione per visitare Mantova risiede nella buona cucina. La tradizione enogastronomica di buona qualità è sicuramente un buon biglietto da visita. I ristoratori mantovani hanno saputo valorizzare la nostra cucina e farla diventare una parte decisiva dello spirito mantovano accrescendone il valore.
Chi ne ha fatto la storia?
E’ significativo che nello stemma della città sia rappresentata la figura di Virgilio. La stessa parola Mantova richiama la figura mitologica di Manto. La storia di Mantova, fin dalle sue origini, affonda nella leggenda. E’ la leggenda a volere la fondazione di Mantova da parte della maga Manto, figlia dell’indovino Tiresia, in fuga da Tebe, così come è la leggenda ad individuare in suo figlio Ocno il fondatore di Madrid. Mantova ha origini etrusche, ci sono testimonianze romane e medioevali. Il Rinascimento ha lasciato le tracce più significative nell’arte visiva e architettonica. Sono passati gli austriaci e i francesi. Mantova è sempre stata una città aperta, come dimostrano le tante nostre relazioni con le altre città del mondo.
Per quale aspetto della sua città va personalmente fiera?
Mi piace l’associazione tra Mantova e i festival. Ormai sono quattro i festival che la nostra città accoglie ogni anno: il “Mantova Musica Festival”, il “festival internazionale del teatro di scena e urbano”, il “Festivaletteratura” e “Segni d’Infanzia”. Con i festival viene data un’interpretazione originale alle vocazioni della nostra città. L’idea che hanno avuto sette mantovani undici anni fa di dare vita al Festivaletteratura è stata geniale. Hanno saputo immaginare e anticipare un pensiero di grande valore. Mantova città dei festival nasce da questa ispirazione e aspirazione culturale di qualità che mette insieme il confronto con pensieri, con creazioni e produzioni artistiche, con il linguaggio del nostro tempo.
I luoghi si pongono come elementi che interagiscono con le cose che qui avvengono. Vengono messi in scena meeting di qualità: la musica, il teatro, il Festivaletteratura e l’arte e teatro per l’infanzia. Luoghi ed eventi esaltano e valorizzano la bellezza antica e diffusa di cui disponiamo, creano suggestione. In questa città si può passeggiare e conversare tranquillamente, si sente il calore di una comunità. Mantova città dei festival è un’interpretazione che diamo della nostra città e della sua vivacità culturale. Diventa così un laboratorio creativo capace di suscitare interesse per le autorità scientifiche e culturali, che possano vedere in Mantova un luogo di approfondimento, dove potersi confrontare, ma anche dove si possono produrre nuovi pensieri.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Per noi è fondamentale il polo di sviluppo a Valdaro. E’ un’area strategica per l’insediamento e lo sviluppo di nuove imprese, soprattutto di un’industria sostenibile, e abbiamo investito per farlo diventare un polo intermodale basato sul trasporto idrico. E’ prevista la nascita di un distretto tecnologico che si svilupperà sulle energie alternative e fonti rinnovabili. Valdaro è collegato alla realtà universitaria mantovana che deve potenziare l’indirizzo scientifico, tenendo conto degli studi e i progetti inerenti le innovazioni tecnologiche. L’università può diventare un polo di riflessione sul ruolo dell’energia, in grado di interpretarne l’evoluzione, favorirne lo sviluppo, accrescere la cultura delle energie alternative e del risanamento ambientale.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Vorrei aggiungere una quarta ragione per visitare Mantova: vedere la mostra “La forza del bello. L’arte greca conquista l’Italia” curata dal professor Salvatore Settis. L’esposizione sarà aperta a Palazzo Te dal 29 marzo al 6 luglio. E un’impresa straordinaria che ha un grande valore nella vicenda culturale del nostro Paese. L’impresa prende spunto dal successo in Italia dell’arte greca nell’epoca romana, nel collezionismo rinascimentale e nella ricerca archeologica del Settecento e dell’Ottocento. E’ un percorso interessante che racconta aspetti importanti dell’identità culturale europea. Mantova, da questo punto di vista, rappresenta uno snodo fondamentale sia per il collezionismo dei Gonzaga e sia per l’arte classica nella corte mantovana. La mostra sarà articolata nelle sale di Palazzo Te, un fatto assolutamente inedito. Proponiamo così un percorso affascinante, emozionante, suggestivo nelle bellezze delle opere che verranno esposte, un percorso che sollecita nuove chiavi di lettura e nuove conoscenze.
Invito, pertanto, il pubblico a venire a Mantova per partecipare a questo evento culturale, visitare la nostra bella città ed essere presenti ai festival che ospitiamo nel 2008: il Mantova Musica Festival dal 21 al 25 maggio, il Festival Europeo del Teatro Urbano dal 21 al 28 giugno, il Festivaletteratura dal 3 al 7 settembre e Segni d’Infanzia dal 9 al 16 novembre.
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