Interviste Sindaci

I comuni dal punto di vista dei Sindaci. Qualità della vita, ritmi lavorativi, risorse storico-naturalistiche, tutto filtrato attraverso lo sguardo autorevole del primo cittadino, tra progetti da portare a termine e traguardi da raggiungere per il benessere della comunità.

“…ma voi che siete a Rimini tra i gelati e le bandiere” cantava De André celebrando la gioventù godereccia e indolente già immortalata da Fellini ne “I vitelloni”. La Rimini di oggi è ben lontana da quella “sole e mare” delle cartoline d’antan, bensì una città “destagionalizzata” che investe nella cultura e nella ricerca, pur non tradendo la sua forte vocazione turistica. In dieci anni il Sindaco Alberto Ravaioli, pioniere e mecenate della sanità riminese, l’ha vista cambiare e assumere una nuova identità.

La storia di Gorizia, che fin dal nome tradisce l’appartenenza slava di metà del suo cuore, è per il Sindaco Ettore Romoli, la storia della città “più italiana dell’Italia” ma che proietta il proprio futuro nella dimensione europea. L’impronta del confine è sempre vive nella memoria collettiva, così come il senso di cooperazione e solidarietà con gli altri fratelli della Grande Contea. La capacità di reazione alle crisi di ieri e di oggi è la quintessenza della sua gente.

Cultura del lavoro e spirito imprenditoriale permeano da sempre la gente di Pordenone. Un’anima laboriosa alla quale si va sempre sovrapponendo un forte dinamismo culturale dal respiro internazionale. Ciò accade da nove anni, da quando alla cabina di regia è salito il Sindaco Sergio Bolzonello. Al suo successore lascerà una comunità più compatta, votata alle infinite possibilità del futuro e mai dimentica di chi vive nel bisogno e nell’emarginazione.

Difesa della propria cultura millenaria e ansia di cambiamento e modernità convivono perfettamente nell’animo di chi oggi vive quotidianamente Chieti, in primis del sindaco Francesco Ricci. Per ripagare attese di quarant’anni e più e disperdere i fantasmi del passato, classifiche alla mano, non si è sprecato un soldo. In questa fetta d’Abruzzo, equidistante dal mare e dalla zona pedemontana, si respira una “dignità fortissima di appartenenza” che spinge a tornare chi vuole davvero cambiare le cose.

Casola Valsenio, in provincia di Ravenna. Un comune piccolo, legato a una tradizione agricola di recente memoria, che ha accolto la sfida del rinnovamento ambientale e dell’uso delle energie pulite. Una terra carica di frutti e di erbe, fiore all’occhiello del comune che ad esse ha legato le sue manifestazioni locali più importanti, istituendo il marchio “Casola Valsenio - paese delle erbe e dei frutti dimenticati”. Non avete già voglia di recarvi a respirare l’aria di questa magica oasi di Romagna, di assaggiare le sue specialità e bere una profumata tisana naturale? Nicola Iseppi, Sindaco di Casola Valsenio ci presenta la sua cittadina.

L’unicum di un orizzonte che in pochi chilometri vede raccolti mare e Alpi Alpuane è il valore aggiunto di Massa. Una terra nient’affatto facile che il Sindaco Roberto Pucci, vuole far ripartire, facendosi forte di quella proverbiale “tenacia” che i suoi conterranei hanno forgiato nella fatica e nelle avversità. Partecipazione democratica, lavoro, sapere, modernizzazione… alcuni degli ingredienti della ricetta anticrisi proposta dal Primo Cittadino.

Uno slogan che da solo racchiude l’anima di Cuneo, città verde d’alta classifica, dove chi governa traccia ogni giorno una linea maginot, oltre la quale l’onda cementizia non può andare. L’ambiente è uno dei “quattro assi” che il Sindaco Alberto Valmaggia e la sua Amministrazione, sono pronti a giocarsi per rendere la città dinamica e solidale, oltreché nido sicuro per i “cervelli” locali.
Lungo i portici che attraversano l’intero tessuto urbano, vive l’altra impronta “naturale” della città che si vuole far crescere.

La dinamicità è una componente essenziale della Spezia, che ha nel mare il suo motore propulsore: da qui si sviluppa una ricca filiera di competenze, innovazione, ricerca, cultura.
Il Sindaco Massimo Federici vede una città che, forte della sua “generosa” storia pre e postunitaria, si apre alla modernità e risponde all’apatia e al cinismo con l’idea del futuro, come impresa partecipata, e con la “pratica” della speranza. A dispetto dello spirito dei tempi, qui non si rinuncia al piacere di tendere la mano verso l’altro.

Negli Anni Settanta, Oreste Perri entrò nel novero dei grandi campioni dello sport italiano, sbaragliando avversari su avversari con la sua canoa. Oggi, che siede sullo scranno più alto del Comune di Cremona, inizia una nuova avventura in una città che, aspettando l’Expo 2015, guarda ai palcoscenici europei. Qui, dove ancora riecheggia il suono ancestrale dei grandi maestri liutai, l’eccellenza passa anche e sopratutto per una cultura sportiva che antepone la cura della persona a tutto il resto.

Soltanto in una città che forgia i propri cittadini nelle vicende “straordinarie”, come i fabbri forgiavano le spade nella fucina, si può passare, con slancio, dal “timone” di un giornale a quello della macchina comunale. E’ la storia del Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, chiamato a un’ardua opera di ricostruzione dopo il grave “terremoto” politico. La sua città si offre senza fronzoli all’altro, trasudando, in ogni suo aspetto, quel temperamento adamantino della “gente di mare”.

Conservarsi in tutta la propria naturalezza e insieme accrescere il proprio fascino non è roba da poco di questi tempi. A Cirigliano ci provano e fin qui con ottimi risultati, con grande orgoglio del sindaco Marco De Lorenzo. Per lui la tranquillità non può portare alla noia, ma è l’ingrediente fondamentale per vivere in un’oasi felice. Un appuntamento festoso ogni anno racconta dei sacrifici dei padri di questa terra… la stessa terra che un giorno lontano, ma sempre vivo nella memoria di tutti, si rivoltò contro i suoi abitanti.

“..non so perché, perché continuano a costruire, le case e non lasciano l’erba..”. Chissà quante volte, alla stregua del Molleggiato, il sindaco di Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra si sarà posto quest’interrogativo, mentre coglieva al volo la sua “grande opportunità” di “costruire un futuro migliore per le prossime generazioni”. Soltanto chi si pone sempre di fronte a un unico interlocutore, i figli, può dare inizio alla cura di un piccolo lembo di quella “terra d’Italia” che annega sotto le ondate oceaniche di cemento. Nella cornice nobiliare del Naviglio Grande, all’ombra di San Carlo, ci si riappropria della tranquillità, della bellezza, della gioia.

Un faro per l’area che si estende a Nord del capoluogo. E’ l’ambizione della Casoria raccontata dal Sindaco Stefano Ferrara, che dopo una lunga separazione è ritornato nella città che ama.
Perché gli altri, e soprattutto i giovani, se ne innamorino occorre unire le forze e valorizzare la fede, la stessa che ha illuminato la vita di Padre Ludovico e di altre anime beate. Anni di silenzio e mediocrità gravano sulle spalle della “piccola Milano”, che ha bisogno di tanto lavoro per riscoprirsi un’unica grande città, di nome e di fatto.

Nessuna scenografia, nessun effetto speciale. Arezzo è bella così com’è e, come promette il Sindaco Giuseppe Fanfani, deve continuare a offrire la migliore immagine di sé. Un centro storico da oscar, una giostra d’altri tempi attorno alla quale girano le quattro anime della città.
L’amore per la musica e per l’arte è come l’oro, splende oltre tutte le stagioni. Il momento è delicato ma la storia insegna che in qualsiasi momento si possono inventare soluzioni e strade nuove.

Strenua difesa del meglio di sé e porta spalancata sui cambiamenti della modernità. Due aspetti che trovano una felice sintesi a Novara, in quella città un po’ piemontese e un po’ lombarda di cui il Sindaco Massimo Giordano ben conosce il radicato senso di civiltà. Sotto l’imponente egida della Cupola antonelliana, si dipana una rete di piccole e grandi piazze, riecheggianti ora storie di sacrifici patriottici, ora sonorità liriche e flessuose. Quando si ha una “marcia in più”, non resta che aspettare il “corridoio” giusto per andare lontano.

C’è un angolo di Appennino Emiliano, punto di confluenza di suggestive vallate, dove i bambini di tutto il mondo trovano la loro seconda casa. E’ Piacenza, quella raccontata dal Sindaco Roberto Reggi e la stessa che scala le classifiche dell’accoglienza e dell’integrazione. Una storia bimillenaria di cultura che un tempo si esprimeva in punta di pennello, oggi viaggia sulle sonorità notturne di Miles Davis e dei suoi epigoni. Qui dove l’acqua, liscia o gassata, è dei cittadini, si fa strada un progetto che vede spazi verdi in luogo di bigi deserti industriali.

Un’emozione comune e senza tempo è quella che provano coloro che vivono quotidianamente, a piedi o su due ruote, quella che il Sindaco vorrebbe veder annoverata tra le Capitali della cultura del Vecchio Continente. Dalle testimonianze bizantine alle “vie dell’amicizia”, la sua Ravenna tiene fede all’immagine di “generosa dimora” di uomini e lettere che ha il suo totem incontrastato nella tomba del Sommo Poeta. Una buona logica di marketing può scrivere un futuro diverso.

Dinamismo economico, effervescenza culturale, determinazione nel tirarsi fuori dalle secche e puntare alla meta. Nella carta d’identità di Vittoria il Sindaco trova scritti questi connotati, i segni particolari? Riluttante ad ogni forma di barbarie e sopraffazione. In questa città dell’estremo sud, dalle sonorità raffinate, il cinema d’autore gode di piena cittadinanza. Per proiettarsi al futuro, occorre conservare e nel contempo diversificare… così si sconfiggono i parassiti!

Mortificata dall’assenza di braccia forti che la guidassero come quelle che a mezz’agosto portano nei cuori della gente un simbolo di appartenenza a una fede e a una tradizione. Così è la Messina che il Sindaco ha ereditato, insieme con la comune voglia di ripartire serbando dentro le memorie centenarie dei “non luoghi”. Il futuro è probabile che passi per lo stretto necessario, ancorché sia necessario che passi per lo Stretto…

Pietra su pietra Cursi ha costruito la propria storia e con lo stesso spirito, senza soluzione di continuità è proiettata verso nuovi e più entusiasmanti orizzonti. Il Sindaco sa quanta sofferenza si nasconde in quei luoghi oggi centro di conoscenza e di riflessione. La voce della sua gente è decisamente fuori da certi cori e piuttosto che tirare calci alla diversità, preferisce averla in campo con sé dietro un pallone che segni le vittorie delle future generazioni.