27 Dicembre 2009

L’impresa collettiva del futuro nel Golfo dei Poeti

di Marcello Di Sarno (Blog La Spezia. Interviste Sindaci)

Il Sindaco della Spezia Massimo Federici intervistato per Comuni-Italiani.it

A due anni e mezzo dalla sua elezione, quali problematiche ha dovuto affrontare?
Innanzitutto, rimettere in moto una serie di importanti progetti, oggetto di forti rallentamenti o di vere e proprie impasse. Dare così, concretamente, il senso di una città in movimento, dotarla di moderne infrastrutture logistiche, mobilità, servizi. Nel contempo abbiamo dovuto gestire crisi ed emergenze che hanno riguardato il nostro apparato industriale e di servizi, a partire dal caso della multiutility ACAM.
Altra grande priorità, essere davvero città di mare. Mare inteso come potenziale identitario, commerciale, tecnologico, logistico. Mare come filiera di competenze, innovazione, ricerca, cultura.
E poi, sviluppare le risorse strategiche della conoscenza; rafforzare il nodo della città nell’ambito regionale, affidarle una missione nel contesto del Nord-Ovest; far leva sul patrimonio identitario, culturale, ambientale e proseguire nella riqualificazione urbana.

Massimo Federici

Abbiamo “rimesso in pista” o accelerato la realizzazione di progetti strategici come: la Variante Aurelia (area di penetrazione urbana e terzo lotto), i parcheggi interrati, il nuovo Centro Commerciale con ipermercato, l’avvio del Piano Regolatore Portuale; l’avvio, entro i prossimi due anni del nuovo waterfront; il completamento entro il 1° trimestre 2010 del nuovo porto per la nautica Mirabello; la nuova mobilità urbana (dai parcheggi di scambio, al servizio di navetta, al bike sharing fino al potenziamento del trasporto elettrico). A tutto ciò si aggiunga una decisa azione di riorganizzazione del Comune e l’avvio dell’iter per il nuovo ospedale.

La Spezia e il futuro. Come e attraverso quali progetti pensa che possa cambiare il volto della città?
Sotto il profilo della riqualificazione urbana, sono previsti consistenti interventi in sette quartieri oltre che nel centro storico. Certamente, l’intervento più forte, non solo sotto il profilo urbanistico, ma anche dal punto di vista simbolico e identitario, è il nuovo waterfront: un intervento che investe un’area di 150.000 mq, che sarà avviato fra due anni.
Accanto a ciò, la prossima operatività dell’istituendo Distretto Tecnologie Navali e Marine e lo sviluppo del Polo Universitario potranno generare cambiamenti significativi, sotto il profilo economico e socio culturale. Il distretto investirà circa 100 milioni di euro in ricerca e innovazione produttiva.
Infine, ma in effetti è il progetto strategico di maggior peso, abbiamo avviato, per la prima volta in maniera ampia e organica, la trattativa per la dismissione di aree e strutture militari e per una parziale riconversione del’Arsenale della Marina Militare.

Tre motivi che giustificano il fascino turistico della città.
In primis, il golfo tra i più belli del mondo sotto l’aspetto paesaggistico e con una filiera di attività marinare straordinaria per qualità e quantità.
Altro motivo, un sistema museale straordinario, dal Museo Lia al Museo Tecnico Navale a cui aggiungere il Liberty, l’ottocento e il novecento nelle architetture e negli stili.
Infine, una fascia collinare con vedute strepitose e una rete sentieristica più unica che rara.

Tra le sue deleghe, la cultura. In quali istituzioni ed appuntamenti sopravvive, oggi, L’identità storica spezzina?
Dal Premio Exodus al Palio del Golfo. Dalla straordinaria Festa della Marineria (biennale) al Castello San Giorgio con il suo museo archeologico: sono questi i “luoghi” in cui si esprime maggiormente l’identità della città, intesa come identità dinamica che sa comunicare alla città e all’esterno il passato, il presente e il futuro della Spezia. Una città che cambia e si apre alla modernità, senza perdere mai di vista le proprie radici.

Quali risorse del territorio è impegnato a valorizzare la sua Amministrazione, per il rilancio del settore turistico?
Ribadisco: il patrimonio Mare, l’ambiente delle colline con i suoi borghi e la campagna urbana, l’Arsenale e la città ottocentesca. Naturalmente, anche la centralità della città verso territori prossimi di straordinaria qualità, dalle Cinque Terre alle Alpi Apuane, passando per Portovenere, Lerici, la Val di Vara. Tutti punti di grandissimo pregio rispetto ai quali rivestiamo una posizione baricentrica.

Nei panni di semplice cittadino, cos’è che la rende orgoglioso della sua città?
Spezia ha avuto una storia, dall’Unità d’Italia e per tutto il Novecento, straordinaria, generosa per il servizio reso al Paese, drammatica per i prezzi pagati, unica per la sua vicenda industriale. E’ una città democratica, accogliente. Una città con una lunga e bella tradizione del lavoro. Condanna alla nostalgia chiunque l’abbia vissuta e sia stato poi costretto ad allontanarsene. Ciò che mi rende più orgoglioso, è questa sua capacità di essere aperta, generosa, capace di grande umanità.
La sua alta tradizione civile e democratica.

Il suo impegno civile l’ha portata a vivere da vicino realtà di altri popoli. Che riflessi ha quest’esperienza nell’azione amministrativa e come la comunità risponde a queste tematiche?
La Spezia sta portando avanti una bellissima esperienza di scambi con la città israeliana di Haifa e quella palestinese di Jenin. Vogliamo dare un contributo, seppur certamente piccolo, alla pace, al dialogo. Un impegno che sta scritto nel nostro dna.
Spezia, oggi, è una città che coltiva e pratica la speranza, intesa come forza costruttrice che spinge a non rassegnarsi al cinismo, all’apatia e che spinge a pensare al futuro come a un’impresa, di cui ognuno deve sentirsi parte attiva e responsabile. Una città che, ieri come oggi, non si chiude nell’egoismo e affronta le contraddizioni e i problemi del presente con fiducia, compostezza e dignità.
Una comunità che non teme di essere considerata fuori dallo spirito dei tempi, perché non vuole rinunciare alla sua capacità di essere accogliente, di essere capace di compassione, di essere gentile, attenta a ciò che la circonda e agli altri.

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