8 Aprile 2015

Il castello e la triste leggenda di una regina

di Giampaolo Nanula (Blog Gioia del Colle. Alla Scoperta della nostra Italia)

Castello di Gioia del Colle

Castello di Gioia del Colle

Gioia del Colle è uno di quei posti che si è sicuri di aver sentito nominare ma non si sa bene al riguardo di che. Forse sarà perché da qui proviene una ottima mozzarella fior di latte che poi prende l’autostrada per raggiungere tutti i mercati d’Italia; o magari sarà proprio per il grande cartello verde che indica l’uscita Gioia del Colle dall’autostrada A14, oppure perché è sede del 36° stormo dell’Aeronautica Militare; o forse perché da Gioia partirono anni fa i nonni di Silvester Stallone, o semplicemente per questo strano nome Gioia: una consonante e quattro vocali, quasi un paradosso per l’armonia della nostra lingua.

Chi dal nome traesse l’aspettativa di un paese gioioso nel senso di allegro, sbaglierebbe di grosso. Gioia è un paese contadino e si vede benissimo. Qui la gente è abituata alla fatica, come testimoniato dalle poderose mani degli uomini che si incontrano i piazza, più simili a dei badili che a delle mani. Rende bene l’idea il nome del vino locale: Primitivo di Gioia del Colle. Non famoso come quello di Manduria, ma altrettanto buono.

Il nome quindi non ha nulla a che fare con una particolare allegrezza d’animo dei suoi abitanti. Allora da dove deriva?
Le ipotesi sono due. La prima spiegazione (la più attendibile) si basa sulle origini di quello che è ancora oggi il centro nevralgico della città: il castello.
Il centro abitato si sarebbe sviluppato intorno ad una fortezza bizantina appartenete alla famiglia Joannakis, residente qui quando nell’alto medioevo la Puglia era una provincia dell’Impero Bizantino. Il nome sarebbe stato abbreviato poi in Jhoa da cui appunto Gioia.

Nell’attuale castello, rimaneggiato più volte, nulla è rimasto della antica fortezza bizantina. La prima riedificazione dopo la conquista normanna dell’Italia meridionale è da attribuire a Riccardo Siniscalco, fratello di Roberto il Guiscardo. Il castello è legato al nome dell’Imperatore Federico II di Svevia che lo ristrutturò di ritorno dalle Crociate e vi soggiornò in vita e in morte. Qui infatti sostò la sua salma dopo che la morte l’aveva colto nel 1250 nelle vicinanze di Foggia, durante il suo ultimo viaggio per essere tumulato all’interno della Cattedrale di Palermo dove riposano anche i suoi avi. Qui l’Imperatore, il Puer Apuliae, aveva soggiornato diverse volte.

Secondo una leggenda Federico II fece rinchiudere all’interno del castello una donna che gli era stata molto vicina: la Dama piemontese Bianca Lancia. La storia ufficiale non ha mai chiarito definitivamente se abbia o no sposato Bianca, ciò che sappiamo è che Bianca ebbe da lui alcuni figli fra cui il celebre Manfredi che erediterà il trono di Sicilia. La leggenda narra dell’Imperatore, che accortosi della gravidanza, roso di gelosia fece gettare la giovane dama in una prigione ricavata sotto la torre detta appunto della regina. Qui bianca fece nascere Manfredi, qui in preda alla disperazione per essere stata accusata di infedeltà si recise i seni, che inviò su di un vassoio d’argento all’Imperatore insieme al suo bambino la cui straordinaria somiglianza fisica (e successivamente caratteriale) con il padre, convinse Federico dell’ingiustizia della sua accusa. Nella cella di Bianca, sono stati scolpiti due seni a bassorilievo per ricordare l’accaduto.

Da questa leggenda proviene la seconda spiegazione sull’origine del nome del comune, interessante, ma poco fondata: Gioia deriverebbe dai gioielli persi e sparpagliate dalla regina sul colle al momento dell’arresto: “gioie per il colle” da cui “Gioia del Colle”.

Il castello è oggi un luogo estremamente affascinante, grazie anche all’aggiunta di elementi d’arredo in stile medievale quali camini e sedili, decori e camminamenti sicuramente posticci ma eseguiti con gusto e abilità durante i restauri eseguiti fra il 1907 e il 1909.
Le due torri angolari, per quanto molto simili sono di epoche diverse, sono caratterizzate da un bellissimo bugnato di carparo rosso, incorniciato dall’uso di pietra bianca calcarea agli spigoli e intorno alle aperture.

L’intero piano terra è occupato per buona parte dal Museo Nazionale Archeologico. Gli oggetti qui esposti derivano in buona parte dal Parco Archeologico di Monte Sannace, una interessante zona archeologia a meno di 10km dal centro abitato in direzione Putignano. Si tratta sicuramente di un grande centro abitato che raggiunse il suo apice (vi sono i resti di ben cinque cinte murarie) fra il VI e III secolo a.c.
Resta purtroppo ignoto l’antico nome della città, sicuramente uno dei centri più importanti dell’antica Peucetia.

Quindi se finora avete solo sentito nominare Gioia del Colle, è veramente il caso di visitarla di persona!

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