Nicola Iseppi, Sindaco di Casola Valsenio intervistato per Comuni Italiani.it.
Che cosa rappresenta umanamente Casola Valsenio per lei?
Casola è il mio paese da sempre. È un comune con pochi abitanti - siamo 2.800 - ma con un vasto territorio montano e collinare. Amo profondamente questi luoghi, credo che abbiano una potenzialità, non pienamente sfruttata, sia dal punto di vista ambientale sia da quello turistico. I casolani sono generalmente molto fieri del proprio paese, delle attività che facciamo e del fatto che cerchiamo di rendere epico ogni avvenimento: esserne il Sindaco è quindi la soddisfazione massima.
Dal punto di vista turistico quali risorse punta a valorizzare la sua amministrazione?
Credo che la nostra regione sia molto conosciuta per il suo turismo marittimo, specialmente quello notturno, ma l’entroterra della Romagna, i suoi prodotti, il suo territorio meriterebbero più attenzione.
Noi punteremo sul neonato Parco regionale della Vena dei Gessi Romagnola. Credo possa essere il giusto contenitore per lo sviluppo di ambiente, turismo ed economia.
Dovremo valorizzare le produzioni tipiche locali per dare valore aggiunto alla nostra offerta. Il tutto va a sommarsi all’identità che Casola Valsenio si è data già da anni: “Paese delle erbe e dei frutti dimenticati“.
Erbe officinali, lavanda e frutti dimenticati sono per noi una caratteristica ricorrente in tutte le nostre manifestazioni.
Il comune nel futuro. Come e attraverso quali strumenti la città può cambiare volto?
Continueremo, come in passato, un’azione importante di riqualificazione del centro storico.
Sarà fondamentale superare il divario digitale che ancora esiste in alcune zone esterne al centro abitato: non vogliamo che questo diventi anche un divario di opportunità.
Potremmo avere grandi benefici con l’allargamento e la messa in sicurezza della provinciale che collega il nostro paese alla Via Emilia, fondamentale per i residenti e soprattutto per le aziende che risiedono nel nostro comune.
Casola Valsenio è un comune che ha particolarmente a cuore il futuro energetico del suo territorio e che si è impegnato a usare le energie rinnovabili. Ci parli di quest’aspetto
Abbiamo creato, nel luglio del 2008, una società ESCO, con partecipazione pubblica e privata, finalizzata alla produzione di energie rinnovabili, al risparmio energetico e quindi a favorire politiche virtuose nel nostro comune.
La società si chiama Senio Energia, è un esempio intelligente di come fare sistema fra Enti pubblici e forze economiche locali. Il progetto prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici, per 286 Kwp, sui tetti di tredici edifici pubblici.
Nei primi mesi del 2010 saranno messe a dimora tre pale eoliche, da 200 Kwp ciascuna, cui si aggiungeranno altre d’iniziativa privata. Nel corso del prossimo anno, poi, si attiverà una caldaia a cippato per riscaldare in modo centralizzato i locali pubblici del comune.
E il territorio di Casola è sicuramente una risorsa da mettere in luce…
Come dicevo in precedenza, credo profondamente nelle potenzialità del nostro territorio. L’agricoltura è ancora una risorsa fondamentale per noi, la prima come reddito locale, ma a questa si sono affiancate altre realtà industriali e artigianali importanti.
L’agricoltura è per noi fondamentale, anche perché è un presidio del territorio, un’attività che rispecchia la nostra cultura e le nostre tradizioni.
Avete anche un importante orto botanico, cosa possiamo trovarvi?
Si chiama “Giardino delle Erbe” ed è dedicato alla memoria di Augusto Rinaldi Ceroni, il vecchio preside delle scuole medie di Casola Valsenio, che iniziò l’attività botanica nel nostro paese nei lontani anni cinquanta e sessanta.
Ora è uno dei più belli e grandi vivai d’Europa. Si trovano tutte le specie di piante officinali e aromatiche, un’attenzione particolare alla lavanda che abbiamo adottato come pianta caratteristica del territorio… Una piccola Provenza di Romagna! Ora è di proprietà della Regione Emilia-Romagna, fa parte dei Musei della Provincia di Ravenna ed è meta di moltissime visite di studenti.
È incantevole soprattutto in primavera e in estate quando è in piena fioritura. Consiglio la visita a maggio, durante la festa Erbe in Fiore.
Il territorio di Casola ha una ricchezza di specie vegetali e faunistiche da non sottovalutare, tanto che, come ha detto in precedenza, avete istituto il marchio “Casola Valsenio - paese delle erbe e dei frutti dimenticati”. Cosa possiamo dire di questa risorsa?
Casola Valsenio, in mancanza di una vera e propria caratteristica storica, ha individuato nel territorio e nelle sue particolarità la vera ricchezza da valorizzare.
Da quasi trent’anni, i venerdì di luglio e agosto, si svolge a Casola Valsenio il Mercatino delle Erbe; da venti anni, durante il terzo weekend di ottobre, si svolge con grande successo la Festa dei Frutti dimenticati. Questi appuntamenti, sommati alle caratteristiche del territorio e della nostra economia, hanno caratterizzato profondamente il nome di Casola Valsenio.
Negli anni passati, abbiamo così pensato di registrare questo nome come un vero e proprio marchio, in modo da rendere riconoscibili le nostre peculiarità e i nostri punti di forza.
Quali altre risorse potrebbero rafforzare il ruolo economico di Casola?
Le infrastrutture del nostro comprensorio, quello faentino, e l’attenzione a una politica di unione di comuni.
Le infrastrutture sono e saranno fondamentali per mantenere i residenti e per facilitare l’insediamento di aziende nel territorio.
La visione di comprensorio è necessaria per rendere le amministrazioni efficienti e vicine al cittadino. Sarà sempre più difficile mantenere uno standard di alto livello in tutte le amministrazioni e quindi bisogna iniziare a ragionare assieme ad altri.
Quali sono invece gli aspetti che concorrono a costruire l’identità storico-culturale del comune?
Come dicevo prima, Casola Valsenio non ha forti tradizioni storiche alle spalle, non abbiamo un borgo medievale da spendere. Le radici più forti che abbiamo, affondano nel secolo scorso.
Casola Valsenio ha una storia lunga, chiese e fortini che risalgono a epoche medievali, ma è la storia recente che ha sconvolto questo paese. Da qui passava la Linea Gotica, il fronte passava fra le nostre valli e qui si sono combattute battaglie ferocissime, come quella di Monte Battaglia e di Monte Cece.
Mi piace ricordare questo, le lotte partigiane e l’antifascismo che hanno potuto regalare a noi il periodo più lungo di pace mai vissuto dall’Italia e dall’Europa.
A settembre, ogni anno, celebriamo a Monte Battaglia questi avvenimenti. Un luogo che è diventato, oggi, simbolo di pace e fratellanza.
Quanto e in quali forme è presente nella comunità l’attenzione al sociale?
È l’attenzione maggiore che abbiamo, si può percepire anche dai numeri del bilancio.
Il Comune ha la possibilità di mettere a disposizione circa novanta alloggi di edilizia residenziale pubblica e l’intenzione per i prossimi anni è di aumentare questa dotazione. Abbiamo altre forme di sollievo che sono dirette in accordo con il distretto faentino.
I mezzi per soddisfare queste richieste sono l’ASP “Solidarietà Insieme” e il volontariato locale.
Voglio ricordare, infatti, l’importanza del nostro volontariato che si spende per tante e varie attività, durante l’anno, e riesce a colmare dei vuoti che l’Amministrazione non potrebbe colmare; a questo si aggiunge la grande disponibilità nell’aiutare il prossimo.
Se le chiedessi di dare una sua definizione del concetto di “Sviluppo locale”, come lo descriverebbe?
Penso a uno sviluppo del territorio e quindi di tutte le sue componenti: economia, turismo, edilizia, sociale… ma se dovessi dire quello che auspico, allora vorrei fosse, in primo luogo, un aumento demografico. È il fattore fondamentale perché abbia senso tutto il resto e per dare un futuro al paese.
Quale augurio si sente di fare, a sé e alla comunità, in vista del futuro?
Mi auguro che si mantenga e si rafforzi la coesione sociale della nostra comunità. È un valore per cui si è sempre lavorato e la considero fondamentale per affrontare problemi e sfide del futuro.
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