5 Novembre 2009

Quel temperamento “indimenticabile” nella straordinarietà

di Marcello Di Sarno (Blog Brindisi. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti intervistato per Comuni-Italiani.it

Eletto Sindaco a giugno di quest’anno, con quali priorità per il territorio brindisino affronta questo mandato amministrativo?
Sono stato eletto dopo il “terremoto” degli arresti che coinvolsero il sindaco ed alcuni amministratori e la priorità fu una soltanto: ripristinare la legalità. Su questa base abbiamo costruito poi un progetto di sviluppo.

Quale sfida del futuro prossimo può cambiare le sorti e l’aspetto della città?
Brindisi ha una sola vera, grande partita da giocare: riguarda il suo porto, la capacità di inserirsi con ruolo rilevante nel grande segmento di trasporti che si svolgerà sull’asse Asia-Europa, attraverso il Mediterraneo. Stiamo operando per cogliere questa, forse irripetibile, occasione, che appare trainante anche per un settore interessante quale il turismo.

Domenico Mennitti

Le prime tre ragioni che secondo lei rendono Brindisi, una città interessante.
La prima ragione per venire a Brindisi (preferibilmente in aereo) è poter ammirare dall’alto l’immagine del porto. La fotografi con gli occhi e la scolpisci nell’anima!
La seconda ragione è la spontaneità del carattere dei Brindisini. Con loro stabilisci un rapporto essenziale, senza fronzoli, ma solido. Quanti ci hanno vissuto per qualche tempo, hanno conservato un legame duraturo, intenso.
Infine la ripresa culturale, che per certi aspetti sta sorprendendo anche noi. E’ come se la città si fosse risvegliata da un lungo sonno con una voglia matta di recuperare il tempo perduto.

Quali risorse del territorio è impegnato a valorizzare per il rilancio del settore turistico?
Il turista oggi è esigente: cerca sole, mare, cielo, ma pure servizi. E li pretende giustamente efficienti ed a costi ragionevoli. Mi sono inventato un assessore comunale al turismo, perché oggi nel settore le competenze sono confuse: innanzitutto fanno capo alle regioni, ma c’è pure un ministero restaurato che ancora non si comprende quali funzioni svolga.
Le risorse sono impiegate generalmente male. Una regione come la Puglia, che in questo tempo svolge un ruolo trainante in Italia, qualche anno fa celebrò le “notti bianche” a novembre. Si seppe poi “per non perdere i finanziamenti”. Forse si sarebbero potuti usare più proficuamente in tempi migliori.
Noi comunque abbiamo potenziato le infrastrutture: l’aeroporto quest’anno supererà il milione di passeggeri e nel 2010 si prevede che il numero possa crescere sino ad un milione e seicentomila. Nella stessa direzione stiamo operando sul porto, riprendendo un traffico in gran parte perduto e promuovendo l’inserimento della nostra città negli itinerari delle navi da crociera. E poi c’è la utilizzazione di tutti i luoghi della cultura che abbiamo reso fruibili ai turisti. E poi ancora ci sono iniziative di varia natura, sempre collegate alla specificità del nostro territorio.

Alle sue spalle una lunga attività giornalistica. Come ha vissuto il legame con la città da giornalista e se e quanto influisce quell’esperienza sulla attività di amministratore pubblico?
Cominciai a scrivere a diciotto anni su “Il Timone”, un giornale cittadino che nella testata evocava uno dei simboli della città: il monumento al marinaio. E poi ho scritto su tanti giornali; per quattordici anni ho diretto un settimanale, “Gazzetta di Brindisi”. Inoltre, all’epoca, le telefonate si facevano solo a polizia e carabinieri per apprendere le notizie riportate sul “mattinale”; per il resto la professione si esercitava sul campo. Persino le riunioni dei consigli comunale e provinciale erano seguiti ed io prendevo appunti per riferire con puntualità gli interventi di tutti.
Ho fatto questo lavoro, con un passaggio anche nella radio e nella televisione private, per oltre vent’anni; poi sono stato eletto deputato… Quando fai il giornalista in questo modo, la città – gli attori e le vicende – la conosci bene perché racconti anche la tua vita.
Mi chiede se questo influisce sulla mia attività di Sindaco: penso proprio di sì, nonostante per circa quindici anni abbia vissuto lontano e poi sono rientrato all’improvviso a svolgere questa faticosa ed esaltante funzione.

Da giornalista, ricorda un evento del passato che secondo lei ha segnato profondamente la memoria della comunità brindisina?
I ricordi alla mia età si affollano ed ogni persona resta segnata da quel che più colpisce la propria sensibilità. Posso indicarne uno che certamente resterà indelebile nella memoria dei brindisini. La visita di Benedetto XVI: dopo circa un secolo il papa ha incontrato una comunità che egli ha definito, nelle poche parole scambiate a Roma, otto mesi dopo l’evento, “indimenticabile”. Non lo dimenticheremo neppure noi.

Da cittadino prima ancora che da amministratore, cos’è che la rende orgoglioso della sua città?
Sono orgoglioso del carattere forte, a tratti rude, in fondo sincero dei cittadini. A Brindisi non c’è tregua, è una battaglia continua, un confronto in certi momenti senza risparmio di contrapposizioni vivaci.
Nell’ordinarietà non eccelliamo e questo è un grave difetto. Di fronte ad un evento straordinario siamo gente eroica e superiamo di slancio tutti i limiti. Gente di mare, di temperamento, che – quando l’acqua si increspa – non gira la vela in cerca di rifugio. Sono orgoglioso perché spero di essere così, come questa città forgia i suoi uomini.

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