Il sindaco di Arquà Petrarca Maurizio Perazzolo intervistato per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
È innegabile che Arquà Petrarca sia un centro turistico di forte appeal sia nazionale che internazionale. Per questa vocazione negli ultimi anni si è lavoro molto sia a livello qualitativo che quantitativo, che ci è valso il titolo di Città con decreto del Presidente della Repubblica (per motivi storico culturali), l’assegnazione della Bandiera Arancione del TCI (marchio di qualità turistico ambientale) e l’ingresso nell’esclusivo club dei Borghi più Belli d’Italia.
Ripeto molti sono stati i sacrifici per ottenere queste riconoscimenti, e molti sono i sacrifici che stiamo facendo per mantenerli. Arquà Petrarca è un Borgo di circa 1850 abitanti, ma in un anno sia per la presenza della casa del Petrarca, sia per il fascino intrinseco del Borgo stesso, sia per le manifestazioni che ogni anno vengono proposte, arrivano centinaia di migliaia di visitatori. Ecco che inevitabilmente il rapporto con il turista diventa un’ esigenza imprescindibile che ha coinvolto l’intera cittadinanza e ne ha plasmato i ritmi.
A volte siamo stati costretti a prendere decisioni, veramente sofferte, che hanno portato a vere e propri cambiamenti nel modus vivendi, ma che alla fine sono state ripagate con livello di qualità della vita non paragonabile con nessuna altra realtà limitrofa. Certo la strada è appena iniziata e le difficoltà non sono completamente superate. Sono convinto però che la strada intrapresa e che punta proprio sulla qualità, sarà pure la più lunga e dolorosa, ma alla fine ci ripagherà tutti, in particolar modo andando a creare una ricchezza per le generazioni future.
Tre validi motivi per visitarla?
Cultura, natura ed enogastronomia: queste sono le tre parole chiave che fanno di Arquà Petrarca una realtà unica, tanto da meritare l’appellativo di “Perla dei Colli Euganei”.
Il Borgo in sé trasmette, proprio per la sua conformazione, una serenità che allontana il visitatore dal caos della quotidianità, per immergerlo in una dimensione quasi atemporale tra il verde dei colli Euganei e le emergenze architettoniche, tra cui la casa del Poeta. Non va poi dimenticata l’enogastronomia che presenta i piatti tipici locali usando proprio prodotti locali, su tutto l’olio ed i vini.
Chi ha fatto la storia della sua città?
La storia del Borgo è inevitabilmente legata al Poeta. È grazie alla sua presenza ed al suo ricordo che Arquà è diventata nei secoli sede di Ville, di nobili ed importanti famiglie veneziani che nei secoli hanno ospitato personaggi illustri. Non va però dimenticato che Arquà ha accolto il Poeta avendo già una eredità storica che partiva dagli insediamenti dei Paleoveneti ed è proseguita poi con la costruzione di una castello di origine carolingia. Fino a diventare con i Carraresi, all’inizio del XIV secolo, sede di una vicaria che controllava tutta la parte meridionale e centrale dei colli euganei, sino alla fine della repubblica di San Marco.
Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Credo che la cosa di cui andare maggiormente fiero, siano proprio i riconoscimenti che abbiamo ottenuto, proprio per la valenza che essi hanno ed il lavoro necessario a conseguirli. Questo ci permette di offrire ai visitatori l’immagine di un borgo ben curato in grado di offrire un prodotto turistico certificato.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Il futuro di Arquà Petrarca è sicuramente legato all’incremento del movimento turistico che renderà possibile un innalzamento anche del livello qualitativo della vita di chi vi abita. Purtroppo a volte i grandi progetti devono passare attraverso percorsi tortuosi non sempre facilmente prevedibili negli esiti finali.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
A volte quando si parla di Arquà Petrarca e la si viene a visitare, salta agli occhi a tutti l’accuratezza con cui viene mantenuto il Borgo. Il problema è che spesso gli sforzi che si fanno non vengono presi quasi in considerazione, ed anzi si danno per scontati. A volte vorrei che mi chiedessero con quali risorse si riesce a fare tutto questo, perché avrei l’onore di rispondere che lo facciamo tutto con le nostre forze e risorse, passando giornate intere a centellinare ogni singolo euro. Purtroppo questo a volte non basta e siamo costretti a prendere coscienza di essere un paese di 1800 abitanti, con un sacco di risorse da sfruttare, ma che spesso, per logiche estranee ai veri interessi locali, non ci viene concesso di sfruttare a pieno.
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