Intervistiamo Bruno Pino l’autore del Blog di Aiello Calabro, che ha come sottotitolo: “Arte, storia, cultura, politica, ambiente e tradizioni”.
Da dove è nata l’idea di creare un blog sulla tua città?
Inizialmente per raccogliere in uno spazio virtuale e diffondere anche sul web gli articoli, le corrispondenze che scrivo per il Quotidiano della Calabria, il giornale con il quale collaboro da circa 10 anni. Poi, è venuta anche la necessità di interagire in tempo reale con i navilettori che però - in una realtà del sud come la nostra, dove aspettiamo ancora l’Adsl - sono troppo pochi. L’esperienza di blogger sinora, che si completa e aggiunge anche ad altre realtà del web che parlano della nostra piccola cittadina – e che comprende al momento tre blog, uno di carattere generale (su storia, arte, letteratura ecc.) uno sulla locale squadra di calcio che milita in prima categoria e l’altro, appunto, più specificatamente su quanto succede in paese e dintorni - è piuttosto soddisfacente e ritengo che con il tempo, crescerà e si diffonderà sempre di più.
Quali sono i temi locali che ricorrono più spesso nel tuo blog?
Gli argomenti trattati vanno dalla politica locale, a servizi e soprattutto disservizi, attività delle associazioni, attualità, cronaca ecc.
Tra i post che hai pubblicato, di quale sei più soddisfatto?
Devo ammettere che generalmente i post a cui tengo di più, sono quelli che parlano di storia locale. Soprattutto quelli che servono a ravvivare la nostra debile memoria storica. Tanto per fare un esempio, sono soddisfatto del post sui partigiani aiellesi che prima del mio pezzo in pochi conoscevano; di quello su Nando Aloisio, aiellese illustre, che fu presidente dell’Inca-CGIL per l’America Latina; o su Angelo Manetti, che fu tra i marinai di Colombo alla scoperta dell’America. E di tanti altri ancora.
Scrivere per il blog come ha cambiato il tuo modo di vedere la città?
Non lo ha cambiato molto. Nel blog riverso quello che faccio per la carta stampata. Semmai, credo che sia la capacità di osservazione, la curiosità, la voglia di dare un tuo contributo per migliorare la qualità della vita, prerogative già insite in chi fa questo mestiere che ti fanno vedere in modo più netto la realtà in cui vivi. Ma non sempre, questo tuo modo di vedere, che deve tendere sempre quanto più possibile all’obiettività, è condiviso da chi la città, o il piccolo centro lo amministra. Se solo si capisse che “asfaltar no es gubernar” (come dice un vecchio proverbio spagnolo), e non si desse il 100% dell’importanza e dell’attenzione alle opere pubbliche, ma anche e soprattutto alle risorse umane, alla cultura, al rispetto dell’ambiente ecc., potremmo certamente migliorare i nostri piccoli paesini, vere gemme preziose e troppo sovente sconosciute, ed ottenere un conseguente benessere.
In generale i tuoi concittadini come hanno risposto ai temi proposti?
Beh, a parte il fatto che – come detto - la maggior parte dei cittadini (anche per questioni anagrafiche) non frequenta e non conosce il mondo del web, il resto, più che altro rappresentato dai giovani, è abbastanza partecipativo e propositivo.
Qual’è il luogo che ti piace di più della tua città?
Tengo molto, in particolar modo, ad uno dei monumenti, tra i pochissimi esempi in regione, del Rinascimento calabrese che è la Cappella Cybo-Malaspina (bisognosa di cure, unitamente a tante altre emergenze storico-artistiche della cittadina). Ma non è da meno il vecchio e diruto castello normanno; o il delizioso boschetto del Casellone a Monte Faeto.
Come vedi il futuro di Aiello Calabro?
La speranza di vedere un futuro più bello è d’obbligo. Bisogna comprendere però che c’è la necessità di svecchiare la classe politica locale e dare un tocco di aria fresca a questa nostra Calabria. Diversamente, ci attende la strada che molti e per tanti anni, hanno seguito. Che è quella dell’abbandono e dell’emigrazione.
Riferimenti:
aiellocalabro.blogspot.com
1 commento a “Asfaltar no es gubernar”
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.
bella questa parola “navilettori”! non l’avevo mai vista prima. E rende bene l’idea