4 Giugno 2008

Un’antica ricetta valida per ogni tempo

di Marcello Di Sarno (Blog Cison di Valmarino. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Cison di Valmarino Cristina Pin intervistata per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Municipio di Cison di Valmarino Cison di Valmarino si propone come una paese di piccole dimensioni (conta solo 2600 abitanti), curato, tranquillo, ricco di peculiarità ambientali e paesaggistiche tipiche di un comune montano. Fuori dalle direttrici di traffico più importanti ne vanta i pregi e ne subisce le conseguenze: è un paese a misura d’uomo immerso nella natura ma con qualche problema logistico legato al trasporto, alla frantumazione territoriale, alla lontananza dai centri di lavoro o di studio e purtroppo con servizi non del tutto sufficienti. E’ un’isola felice dove inquinamento, sicurezza, traffico, parcheggi, non sono problemi tanto sentiti dalla popolazione.

Tre validi motivi per visitarla?
Storia, natura e cultura. Questa la ricetta che proponiamo al turista che viene a visitare Cison di Valmarino.
Storia: perché qui hanno dimorato a lungo i Conti Brandolini che dal loro castello hanno governato sulla Valmareno e sotto la cui egida si è sviluppato l’assetto urbanistico attuale.
Natura: gli amanti del trekking e mountain bike non hanno che da scegliere tra percorsi erti e impegnativi e quelli di pianura più riposanti; passeggiate nei boschi su sentieri attrezzati e segnalati, nonché da non perdere la visita dell’orto botanico.
Cultura: musica, teatro, spettacoli di piazza, concerti, ma su tutti la fa da padrona la rassegna “Artigianato Vivo” che a ferragosto richiama ogni anno oltre 200.000 visitatori da ogni parti del Veneto.

Chi ne ha fatto la storia?
Sicuramente se di storia si intende il senso stretto del termine non possiamo non citare i conti Brandolini che sulla spinta della Serenissima hanno governato sul feudo della Valmareno per secoli lasciando un’impronta profonda del loro passaggio. Ritengo però che la storia sia fatta anche dagli imprenditori che qui hanno coraggiosamente investito e dalle Associazioni che con i loro volontari hanno creato una rete sinergica valida e concreta che ha permesso di realizzare grandi opere a beneficio di tutta la collettività.
Personalmente credo che quello che noi siamo oggi, lo dobbiamo ai cittadini cisonesi di ieri che ci hanno lasciato in eredità questo territorio, gli usi e le tradizioni tipiche di una civiltà contadina e artigiana che si è sviluppata ed evoluta. Una cultura tanto semplice quanto ricca di valori, di sani principi, di insegnamenti rispettosi del prossimo e della diversità.

Per quale aspetto della sua città va personalmente fiera?
E’ per me motivo di grande soddisfazione avere un contatto diretto pressoché quotidiano con la mia gente, essere fermata per strada, sentire anche fuori dai luoghi istituzionali i problemi dei miei concittadini e farmene carico. Un Sindaco deve essere anche un po’ psicologo, deve saper ascoltare e leggere sopra le righe, interpretare i motivi di insoddisfazione e di disagio e fare tutto il possibile per eliminarne le cause.

Tra i progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Non mi sono mai spaventata di fronte a progetti che per dimensioni e valore sembravano irrealizzabili. Le sfide mi hanno sempre appassionato e lo dimostrano gli innumerevoli interventi che ho portato a termine o sto completando in questo mio mandato. Il mio impegno è nato dal grande amore che nutro per questo paese e ogni azione, ogni progetto intrapreso e realizzato è stato fatto con la prospettiva di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il futuro di Cison di Valmarino me lo auguro positivo: spero che il lavoro fatto in questi anni sia stato apprezzato perché è frutto di tanti sacrifici e di scelte non sempre condivise da tutti.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Nei momenti di sconforto, che anche ad un Sindaco possono capitare, mi chiedo “ma chi te lo fa fare!”. La risposta è semplice: amo il mio paese, lo voglio vedere crescere, migliorare, raggiungere nuovi traguardi, voglio aumentare i servizi, le strutture, dare più visibilità alle enormi potenzialità di questo territorio che ancora molto ha da dire e da dare.

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