22 Maggio 2008

Una città da scoprire con calma

di Massimo Di Bello (Blog Parma. Interviste Guide Turistiche)

Intervistiamo su Parma Elisabetta Ivaldi, guida turistica autorizzata per Parma e provincia.

Perché hai scelto di diventare una Guida Turistica?
Elisabetta IvaldiTutto è cominciato con la passione per le lingue straniere. Mi sono laureata in Lingue e ho iniziato come accompagnatrice turistica portando turisti italiani all’estero e successivamente ho preso il patentino di guida per lavorare sul mio territorio con i turisti stranieri. Ho iniziato nel 1992 ma contemporaneamente continuavo a lavorare all’estero lasciando l’attività di guida per gli intervalli tra un viaggio e l’altro. Poi la passione per la mia città ha preso il sopravvento ed è questa passione che, dicono i miei turisti, riesco a trasmettere a chi viene a visitare Parma e il suo territorio.
Credevo anch’io, come molti ancora credono, che per essere guida turistica di un territorio fosse sufficiente imparare la filastrocca da ripetere in continuazione. Ma non è affatto così. Non si smette mai di studiare: le lingue straniere vanno tenute in esercizio (inglese, francese, russo e spagnolo), la storia, l’arte, le tradizioni, la gastronomia (a Parma non se ne può fare a meno!). In questi ultimi 3 anni ho frequentato quattro corsi di aggiornamento su diversi monumenti o artisti legati al territorio. Senza contare la seconda laurea in Conservazione dei Beni Culturali che ho completato nel 2006.
Oggi gli itinerari che propongo spaziano dalla semplice visita classica del centro storico a visite personalizzate che abbinano all’arte cittadina i grandi monumenti della provincia (rocche, castelli, pievi..) o visite alle strutture enogastronomiche (in primis Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Culatello di Zibello).

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Sicuramente il contatto con le persone e la possibilità di trasmettere qualcosa. Chi sceglie di visitare una città o più in generale un territorio con una guida non è un turista distratto.
Si instaura molte volte un rapporto di grande sintonia con le persone che guido per musei, castelli, chiese, strade e piazze perché al loro desiderio di conoscere viene incontro la mia voglia di raccontare la storia, l’arte, le tradizioni e la cultura della mia terra. Questo succede con persone che vengono da tutto il mondo. Parlando cinque lingue ho la fortuna di incontrare persone di tutte le razze e culture (altro aspetto bellissimo del mio lavoro) e, avendo viaggiato abbastanza, riesco a fare loro cogliere la ricchezza della diversità, o, in altri casi, la radice comune delle nostre storie.

Come caratterizzi il tuo servizio di guida?
Molto dipende da chi ti trovi di fronte. Credo sia molto importante nel mio lavoro capire quali sono le esigenze del turista e in qualche modo adeguarsi ad esse. Le cose che dico e soprattutto come le dico cambiano a seconda del gruppo con cui mi trovo a lavorare. Capita di effettuare la stessa visita con bambini stranieri delle scuole
elementari e con adulti italiani appassionati d’arte. E’ chiaro che gli argomenti vanno trattati in modo differente anche perché altrimenti rischi di “perdere” le persone che si distraggono e non ti seguono più. E’ importante allora bilanciare nel racconto l’aspetto storico, artistico, aneddotico e fare sintesi. Le persone apprezzano chi, senza troppe parole, riesce ad arrivare al punto. Purtroppo tanti gruppi si fermano poche ore e bisogna cercare di fare comunque cogliere lo spirito della città e del territorio.

Dai una tua personale descrizione di Parma, in un paio di paragrafi.
Parma è una città che colpisce per il suo aspetto elegante e garbato, le strade pulite, le persone gentili, le biciclette. Dietro questa facciata già notevole, si nascondono tesori preziosi, ma bisogna sapere dove cercarli.
A Parma è tutto “all’interno”: il teatro Farnese è dentro il Palazzo della Pilotta, i capolavori a fresco di Correggio sono dentro chiese o edifici dall’aspetto abbastanza dimesso, la cupola del Battistero è invisibile dall’esterno. E sono tutti grandi capolavori custoditi da involucri non sempre invitanti (vedi la mole severa del Palazzo della Pilotta).
Quindi Parma è una città da conoscere piano piano, da scoprire con calma, con il nostro ritmo, quello di persone che pranzano ancora a casa, chiudono i negozi in pausa pranzo e alla domenica. Perché la globalizzazione è arrivata, ma, per fortuna, riusciamo ancora a resisterle. Insomma definirei Parma una città riservata, non invadente, un po’ come noi parmigiani.

Qual è il periodo migliore per visitare Parma? Perché?
Un tempo avrei detto in primavera e a fine estate, ma oggi il clima è cambiato e non abbiamo più le nebbie “che si tagliano con il coltello” o la grande afa estiva. Certo, per vedere il cielo terso ed azzurro primavera e autunno rimangono i periodi privilegiati (siamo pur sempre in pianura padana), ma sto constatando come anche l’estate è ormai movimentata da gruppetti di turisti armati di Lonely Planet o di Guide Vert che vagano per il centro storico. In ogni caso una bella giornata nebbiosa che ti nasconde le facciate dei monumenti finché non sei che a pochi metri, ha il suo fascino!

Quale itinerario suggerisci per chi ha solo poche ore a disposizione?
Sicuramente l’itinerario classico che comprende la Cattedrale, il Battistero, il Palazzo della Pilotta con il teatro Farnese e la Camera di Correggio nell’ex monastero di San Paolo. Questo itinerario richiede circa 3 ore di tempo. Se poi abbiamo a disposizione qualche altra ora possiamo aggiungere la cupola dipinta da Correggio nel Monastero di San Giovanni Evangelista e la Galleria Nazionale per gli appassionati d’arte. Per i bambini è imperdibile la visita al Castello dei Burattini con la collezione della famiglia Ferrari e una passeggiata nel parco ducale con il noleggio dei “grilli”, specie di macchinine con pedali a molla.
Per chi già conosce questi monumenti suggerisco la scoperta dell’Oltretorrente, cioè la parte della città a ovest del torrente Parma che offre veri capolavori dell’architettura tra Cinquecento e Seicento (Chiesa dell’Annunciata e del Quartiere, Oratorio di S. Ilario e di Santa Maria delle Grazie).
Rimane poi tutta la provincia con i suoi splendidi castelli e il pellegrinaggio nelle terre di Giuseppe Verdi.

Cosa incuriosisce di più i turisti?
Rimangono tutti stupiti dall’aria di pace e tranquillità che si respira camminando per il centro storico (le visite sono rigorosamente a piedi). Anche la presenza massiccia delle biciclette è un fatto strano non solo per gli stranieri ma per gli stessi italiani. Chi non conosce la realtà italiana poi è sconcertato dall’elevato numero di chiese e monasteri in uno spazio così ristretto come il centro storico della città.

Quali tipologie di turisti visitano la città?
Veramente tutte! Dico sempre che sono tre i motivi che spingono le persone a venire nella nostra terra: cibo, musica e arte. Bene, non è detto che chi viene per l’arte conosca il legame di Parma con la musica, o chi viene per mangiare un buon Culatello abbia idea dei tesori artistici diffusi sul territorio. Mi rendo sempre più spesso conto che è proprio compito di noi guide allargare il panorama agli occhi di chi non ha idea della ricchezza che può offrire la città di Parma con la sua provincia. Quindi si spazia dalla gita scolastica al gourmet tour al pellegrinaggio sulle orme di Giuseppe Verdi allo studioso di arte romanica o rinascimentale.
C’è spazio per tutti e nessuno resta deluso.

Racconta un aneddoto, un episodio curioso, capitato durante un giro a Parma.
Ricordo bene la prima volta che un turista straniero, credo fosse americano, mi ha chiesto di visitare un caseificio e un prosciuttificio pensando di trovarli nel centro storico della città! Ma la cosa si ripete spesso…
Oppure quel gruppo di francesi che davandi al monumento a Parmigianino, grande pittore manierista, ha cominciato a ridere perché in francese Parmigianino si dice Parmesan, come il formaggio.
Capita poi spesso che la splendida mole rosata del Battistero, costruito nel XIII secolo, venga scambiato dagli stranieri per un’opera dell’architettura contemporanea. Non ho ancora capito perché.

Riferimenti:
Elisabetta Ivaldi - Guida di Parma e provincia
Sito: www.conosciparma.it
Telefono +39 328-5718262; Skype: elisabetta.ivaldi

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