26 Maggio 2008

Cronaca manzoniana di una città che punta verso il cielo

di Marcello Di Sarno (Blog Varese. Interviste Giornalisti)

Il caporedattore centrale de “La Prealpina” Fausto Bonoldi intervistato per Comuni-Italiani.it

Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Cresciuto in una famiglia di “divoratori” di giornali, fin da bambino ho subìto il fascino della carta stampata. Con i caratteri mobili di gomma, presi a prestito dal timbrificio del nonno materno, componevo mini-giornali sui fogli strappati ai quaderni. Fausto BonoldiNon appena raggiunta la maggiore età ho chiesto a mio padre di essere presentato al “tempio” dell’informazione locale, la Prealpina, e non ne sono più uscito. Da allora sono passati quarant’anni.
La mia “vocazione” nasce da un’innata curiosità e dal piacere, anche fisico, di raccontare i fatti della vita di ogni giorno e le vicende dei protagonisti della storia minore, intesa nel senso manzoniano, che non finisce sui libri di storia. Negli anni del mio apprendistato, l’inclinazione verso il giornalismo è stata corroborata dalla volontà di rendere un servizio politico e civile a favore del diritto all’informazione dei cittadini, tema a cui ho dedicato anche la mia tesi di laurea in Scienze politiche e giuridiche.

Che ruolo ha avuto Varese nel suo percorso professionale?
Un ruolo fondamentale. Pur avendo, fin dall’adolescenza, tenuto aperti gli occhi sul mondo, Varese è da sempre il mio “laboratorio”. Un laboratorio politico (qui furono sperimentate, nelle amministrazioni locali, le prime “larghe intese” tra democristiani e comunisti e qui è nata è cresciuta la Lega di Umberto Bossi), economico (Varese e la sua provincia hanno anticipato la rivoluzione industriale, il boom economico e la deindustrializzazione) e sociale (le successive ondate migratorie, dal Veneto, dal Mezzogiorno e, da ultimo, dai Paesi dell’Est ed extraeuropei hanno profondamente cambiato la composizione sociale della popolazione).

Attualità. Come vive Varese l’emergenza sicurezza che attraversa l’intero Paese?
Senza angoscia e senza isterismi. Pur non essendo un’isola felice, Varese non subisce l’attacco della grande criminalità e raramente è teatro di gravi fatti di sangue. L’emergenza reale è data dai cosiddetti “reati di strada” e dai furti nelle abitazioni. C’è in ogni caso una diffusa domanda di sicurezza che spiega la forte presa sull’elettorato locale delle forze politiche del centrodestra e in particolare della Lega

Tra tecnologia digitale e giornalismo partecipativo, come sarà il domani della sua professione?
L’evoluzione delle tecnologie dell’informazione conduce necessariamente al ridimensionamento del ruolo della “carta stampata” che non è “fisicamente” in grado di reggere la concorrenza, sul piano dell’immediatezza e della partecipazione dei lettori, dei mezzi di comunicazione che si avvalgono della tecnologia digitale. Se non fossi vicino al pensionamento comincerei a pensare a una mia “riconversione” professionale.

Lo scoop o la notizia legata a Varese la cui pubblicazione ricorda con grande orgoglio.
Non ricordo una notizia particolare anche perché la Prealpina ha operato dal 1888 al 2005 in regime di monopolio nel campo dell’informazione locale. Se è lecito parlare di “scoop” a proposito di una vignetta satirica, ricordo il piccolo capolavoro - uno straordinario articolo di fondo concentrato in un disegno e in una battuta - creato da un mio grande maestro, il giornalista e scrittore varesino di origine abruzzese Gaspare Morgione, il quale, illustrando il primo sbarco dell’uomo sulla Luna, raffigurò un virtuale abitante del nostro satellite che, indicando l’astronauta appena sbarcato, gli dava del “terùn“. Un’efficace demolizione del razzismo di ogni colore.

Un titolo e trenta righe per raccontare cosa va e cosa non va della sua città.
“Varese dà l’assalto al cielo”
La “Città Giardino”, formata da un piccolo nucleo urbano circondato dalle “castellanze” arroccate sui sette colli e separate dal centro da ampi spazi verdi, non esiste più da quasi mezzo secolo. Il boom edilizio degli Anni Cinquanta e Sessanta, ripreso nei primi anni del nuovo millennio, ha colmato tutti o quasi gli spazi, risparmiando però numerosi e grandi parchi pubblici e privati. Per continuare a essere una città comunque “sostenibile” Varese ha deciso di smettere di allargarsi e di puntare in alto, verso il cielo. L’anno scorso è stato avviato un grande progetto (per ora allo stato di idea) di unificazione delle due stazioni ferroviarie (Ferrovie dello Stato e Ferrovie Nord Milano, che collegano la città a Milano lungo due diverse direttrici) e di riedificazione totale della grande area su cui le due stazioni attuali sorgono. L’orientamento è quello di edificare torri che condensino le volumetrie in verticale liberando spazi per il verde.
Nella città che conserva in ogni caso una percentuale di verde pubblico e privato superiore a quello della maggior parte delle altre città lombarde gli uffici e i servizi pubblici sono generalmente abbastanza efficienti ad eccezione del trasporto pubblico urbano, ostacolato da un volume di traffico privato sproporzionato rispetto alla rete viaria asfittica. La Tangenziale Est, in costruzione grazie ai contributi erogati dallo Stato per i campionati mondiali di ciclismo in programma nel prossimo mese di settembre, dovrebbe ridurre di almeno il 30% il traffico di attraversamento e dare una boccata d’ossigeno, non solo in senso figurato, alla mobilità cittadina.

Quali sono le news più significative sulla sua città vissute da giornalista?
Come la maggior parte dei quotidiani locali, la Prealpina dà ampio rilievo alla cosiddetta cronaca nera e alla cronaca giudiziaria senza mai cadere nella tentazione di “spettacolarizzare” i drammi umani e avendo come bussola il rispetto della dignità della persona. In questo campo il nostro giornale visse una stagione straordinaria negli Anni Ottanta quando la città e la sua provincia furono teatro di una serie impressionante di delitti tra i quali il “giallo”, tuttora irrisolto, dell’uccisione di una studentessa universitaria cattolica, Lidia Macchi, un caso portato alla ribalta nazionale dalla trasmissione televisiva dell’indimenticabile Enzo Tortora. In quel periodo, con la guida sapiente di Mino Durand, grande giornalista del Corriere della sera “prestato” alla Prealpina, il giornale conseguì uno straordinario incremento nella diffusione.
Un punto di forza del giornale è l’informazione sportiva soprattutto per l’attenzione riservata allo sport cosiddetto minore (campionati dilettantistici e giovanili di calcio, pallacanestro e pallavolo). I resoconti dettagliati di centinaia di avvenimenti sportivi dall’edizione del lunedì e dal settimanale “Lombardia Sport” soddisfano le attese di decine di migliaia di lettori soprattutto giovani.

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