31 Maggio 2008

Un gioiello ancora poco conosciuto

di Massimo Di Bello (Blog Vicenza. Interviste Guide Turistiche)

Intervistiamo su Vicenza Francesca Marini, guida turistica dal 2000 in italiano, inglese e francese.

Perché hai scelto di diventare una Guida Turistica?
Francesca Marini, guida Vicenza Mentre ero all’Università, cercavo un’occupazione che mi permettesse di mantenermi agli studi e di sfruttare le mie conoscenze linguistiche nel turismo, per cui ho deciso di tentare di superare l’Esame di Stato per diventare guida turistica. Oggi la procedura per diventare guida è stata modificata, mentre qualche anno fa si trattava di un esame durissimo, ma alla fine la licenza era mia.
Allora non comprendevo il significato di una selezione così impegnativa, ma ora penso che sia stato il primo passo verso una professionalità di livello più elevato, che in Italia è necessaria, poiché il turismo è una delle risorse economiche principali e non possiamo servirci di dilettanti.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Si tratta di un’attività per me piena di soddisfazioni e di passione, perché si costruiscono dei rapporti umani e nel contempo si creano continue opportunità di business. Ogni gruppo ha dietro di sé un tour operator e quindi deve essere conquistato e portato ad apprezzare la bellezza e il significato di ciò che visita. Inoltre, c’è un lato di promozione come professionista del turismo che mi coinvolge molto. Ho anche avuto la fortuna di lavorare per parecchio tempo nel marketing turistico, in cui è necessario fare molto con poco. Alcuni non amano questo aspetto più prosaico, ma il creare lavoro, profitto e collaborazioni è un aspetto creativo che è forse il migliore di tutta questa professione.

Come caratterizzi il tuo servizio di guida?
Il segreto è offrire sempre un servizio di qualità, aggiornandosi continuamente e adattandosi alle esigenze di ogni gruppo, dagli studiosi fino ai gruppi più “ruspanti”. Come guida, penso che il mio obiettivo non sia assolutamente di dover dimostrare la mia personale competenza; meglio essere completi ma sintetici e non perdersi in voli pindarici da cicerone d’altri tempi, altrimenti si rischia di rendere la visita guidata una punizione e non un piacere per i turisti e per se stessi.
L’attività di guida presuppone anche un lato di animazione soft, dopotutto in turisti sono in vacanza…

Dai una tua personale descrizione di Vicenza, in un paio di paragrafi.
Quando uno viene a Vicenza per la prima volta rischia di essere colpito dalla sindrome di Stendhal: una città bellissima, senza alcun dubbio. Ho avuto la fortuna di viaggiare e vivere in altri Paesi, ma mai come qui ho trovato una tale sublime armonia di forme nell’architettura, un sapore antico del paesaggio, una qualità della vita che altre città ci invidiano. Come dimenticare poi le Ville Venete, la campagna, e poi naturalmente il cibo e il vino? Vicenza è un gioiello poco conosciuto, non ancora aggredito dal turismo di massa che soffoca città meno discrete.

Qual è il periodo migliore per visitare Vicenza? Perché?
Per quanto riguarda il turismo culturale, il picco massimo di presenze è riscontrato fra aprile e ottobre, ma la città è affascinante anche d’inverno. Se invece la meta sono le Ville Venete, allora meglio la primavera, perché nella stagione fredda molte restano chiuse al pubblico.

Quale itinerario suggerisci per chi ha solo poche ore a disposizione?
Vicenza è nota come la città del Palladio, quindi molti si limitano a visitare alcune sue opere. In realtà i visitatori, una volta qui, rimangono stupiti dalla quantità di bellezza che ritrovano in uno spazio così angusto come il territorio vicentino. Personalmente, per chi decidesse di rimanere una sola giornata, consiglierei il teatro Olimpico e poi un tour a piedi attraverso le vie del centro. Poi, proporrei una sosta enogastronomica per gustare qualche prodotto tipico, e infine un breve tour alla scoperta di alcune ville. Questo itinerario è un po’ “liofilizzato”, perché a Vicenza sono aperti a tutti anche alcuni palazzi sontuosi, chiese e musei che possono arricchire la visita, estendendola magari ad un intero finesettimana.

Cosa incuriosisce di più i turisti?
Li incuriosisce l’idea della scoperta, la continua proposizione di opere di valore li entusiasma. Potrei elencare i monumenti che hanno più successo, ma secondo me è il contesto urbano che rende uniche le singole opere.

Quali tipologie di turisti visitano la città?
In generale, grazie alle sue floride attività economiche, Vicenza attira soprattutto turismo business, ma il turismo culturale è in espansione. Si tratta di una città per il momento votata al turismo d’elite, per ragioni prettamente culturali e non certo di prezzo. Tuttavia, siamo nel pieno delle celebrazioni palladiane, quindi il comparto turistico si sta impegnando perché questi tesori, finora ricercati solo dai “Felici Pochi” conoscano una fruizione un po’ più ampia. In linea di massima, il turista tipo che visita Vicenza è un raffinato, ma la città è apprezzata anche da chi ama uno stile di vita più rilassato. Esiste poi un connubio business-cultura, dove il tour culturale viene incluso come omaggio verso gli ospiti stranieri delle aziende più qualificate.

Riferimenti:
www.vicenzaguide.com

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