Intervista a Simona dell’Agriturismo Santarosa di Catanzaro.
Qual è il vostro rapporto col territorio?
Fortissimo. Siamo un’azienda agrituristica. Quindi offriamo prodotti genuini che provengono dalla nostra tenuta. Filiera corta… anzi inesistente. Quello che cuciniamo è quello che mangiamo noi. Siamo diventati ristoratori per caso…
Ristoratori per caso?
Un giorno si presentarono qui delle macchine piene di turisti convinti che si trattasse di un agriturismo. Tutto bello e curato: un orto perfetto.
Molto da cartolina!
Infatti!
… ed invece?
Beh, non eravamo mica un ristorante! Era solo la casa dell’attuale proprietaria!
Lei, comunque, decise di “ospitare” i turisti… vennero folgorati dal “livello ricettivo e dagli standard professionali di ristorazione”… ma era solo la proverbiale ospitalità calabrese!
… e quindi?
Si decise di provare l’avventura… e siamo diventati un agriturismo!
Se si diffondeva la voce di questa vostra ospitalità, la gentilezza rischiava di diventare antieconomica!
Esattamente.
Torniamo al territorio.
Va bene.
La posizione è fantastica.
Infatti. Siamo nella Gola di Marcellinara. Qui solo 35 km separano il Mar Ionio dal Mar Tirreno. Siamo toccati dalla brezza dello Ionio e dalle fresche correnti della Sila. E’ una gola dal clima appenninico, con un microclima particolare: naturalisticamente è un posto unico. L’Azienda si estende su cento ettari, lungo il fiume Corace. Da qui passò Ulisse per passare dal Tirreno allo Ionio evitando lo Stretto di Scilla e Cariddi.
La struttura originariamente era la vecchia casa del massaro che si prendeva cura dei fondi che, a partire dal XIV secolo fino all’Ottocento, appartennero alla Certosa di Serra San Bruno.
Oggi l’azienda abbraccia un territorio ricchissimo: coltiviamo e curiamo terrazzamenti con più di 50.000 pini d’Aleppo, varie specie di flora mediterranea e uliveti dai quali produciamo il nostro olio. Abbiamo grano duro, l’orzo, l’avena e il farro che alterniamo a coltivazioni di fave, piselli, ceci, pomodori ed altre essenze ortive dalle quali traiamo gli ingredienti per la nostra cucina.
Il vostro valore aggiunto?
Le nostre produzioni. Olio, pane, ricotta, marmellata, olive schiacciate, i nostri insaccati, assolutamente unici: nduia, capocollo, soppressata. Ed ancora la vera salsiccia calabrese: piccante, o quella col peperoncino rosso dolce. All’interno, fra le spezie, sempre il finocchietto. E, ovviamente, la regina del desco: la nduja.
La nduja è una lavorazione particolare…
Assolutamente laboriosa. Le parti del suino, tagliuzzate finemente, vengono mescolate con il peperoncino e le spezie. La consistenza della pasta, una volta tritata, è cremosa. Dopo l’insaccamento, il prodotto viene affumicato con legni aromatici di ulivo e robinia; viene, infine, essiccata. Probabilmente, il nome deriva dal francese andouille che significa salsiccia… anche se non è proprio una salsiccia!
Quali sono i piatti tipici delle feste a Catanzaro?
Il morsello è uno spezzatino piccante che si prepara in occasione della festa patronale, il 16 luglio.
A Pasqua si fa la tiana. Si prepara con l’agnello oppure con il capretto e con i nostri aromi.
A Natale, ovviamente, la salsiccia calabrese: salsiccia e patate, in particolare.
Che si mangia sempre tutto l’anno, comunque!
Da noi è un po’ festa tutti i giorni.
Qual è la vostra proposta gastronomica che meglio incarna l’anima di Catanzaro?
La ciambotta, sicuramente: è una sorta di parmigiana di patate, melanzane, peperoni… insomma, i vari colori dell’orto mediterraneo.
Riferimenti:
Agriturismo Santarosa
Ponte sul Corace (bivio San Floro), Germaneto - 88060 Catanzaro
Telefono: 0961-61855, 0961-746963
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