Il sindaco di Sondrio Alcide Molteni intervistato per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
E’ utile ricordare che attorno agli anni che vanno dal 1995 al 2003 la città di Sondrio è stata sempre ai primi posti nelle classifiche del Sole 24 ore per la qualità della vita.
Negli ultimi tre anni v’è stato un calo di attenzione alle tematiche di appartenenza civica e il proliferare di molti cantieri, alcuni dei quali, di dimensioni esagerate rispetto ai reali bisogni, hanno stravolto la città. E l’impossibilità di utilizzare gli spazi più importanti come luoghi di aggregazione ha contribuito a rendere la città poco appetibile per i cittadini e i potenziali visitatori. Il recupero di questi spazi rimetterà in moto la voglia di appartenenza.
Tre validi motivi per visitarla?
Sondrio è una città tra due fiumi (Adda e Mallero) e questa sarà ancora di più una sua peculiarità quando anche il parco del Mallero sarà fruibile, come oggi lo è il parco dell’Adda con la sua pista ciclabile il cui utilizzo permette di vivere un’esperienza unica.
Il suo centro storico, in particolare la parte chiamata Scarpatetti vale la pena di essere visitato e lì troviamo due delle costole (Museo di Storia e Arte e il Castello Masegra) che assieme al Museo Mineralogico Grazioli compongono un circuito museale non frequente in altre realtà simili.
L’altro motivo è la possibilità di apprezzare una certa lentezza della vita, apprezzabile certamente anche guardando i terrazzamenti con i vigneti e le montagne che fanno da corona
Chi o cosa, secondo lei, ne ha fatto la storia, ne ha plasmato l’identità?
Una città in una valle alpina, che ha fatto storicamente da ponte tra le culture e che ha visto passare dominazioni di popoli diversi, ha di per se stessa un’identità multiculturale fatta di accoglienza e intraprendenza e di piccole eccellenze.
Non è una comunità che è rimasta chiusa e che ha una spiccata tradizione, ma l’arrivo negli anni di molti cittadini da varie regioni italiane per ricoprire i posti, per esempio nella pubblica amministrazione, ha apparentemente “slavato” le tradizioni, nel contempo consentendo di aggiornarsi.
Questo è avvenuto con la maturazione del senso di appartenenza, di un forte senso civico, che forse con le nuove generazioni sta subendo qualche contraccolpo, ma sono fiducioso.
Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
E’ una città capoluogo, ma piccola nelle sue dimensioni, città che si può girare a qualsiasi ora del giorno a piedi o in bici dove è più difficile incontrare qualcuno che non ti conosce piuttosto che il contrario. Questo permette rapporti interpersonali ancora di buona qualità.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Spero una volta terminati i cantieri iniziati da alcuni anni, di riprendere la corsa della vita con ritmi slow e permettere anche a chi ci abita di cogliere gli enormi vantaggi che una realtà come la nostra, tra le alpi, propone in un mondo che corre dove e verso che cosa non si sa.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
“Ti piace abitare a Sondrio?”
“Si e mi piacerebbe che i miei figli, pur correndo nel mondo, tornino spesso per apprezzarne i vantaggi”.
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