25 Luglio 2008

Cimbergo, castello e montagna nei ricordi di una bambina cresciuta

di Sofia Riccaboni (Blog Cimbergo. Racconti di Viaggio)

Di Cimbergo ho un ricordo che sa di brioche alla crema. Quelle confezionate che ogni mattina mangiavo a colazione nell’albergo che sta sulla curva. E’ un ricordo dolce e felice.

Cimbergo era meta di vacanze con la zia. Non c’era nulla, solo l’albergo, una vecchia giostrina, un castello abbandonato e cadente e tanto verde. Ero piccola e ricordo solo alcune cose, che come fotografie non si cancelleranno più dalla mia mente. Castello di CimbergoC’era l’albergo sulla curva e quel poco spazio che lo separava dalla strada. Spazio dove potevamo giocare e dove c’era la giostrina. Unico gioco che ricordo di quel paese. Per il resto giocavo al castello. Era vicino all’albergo, arroccato su di un piccolo promontorio, facilmente raggiungibile senza fatica. Anche se già all’epoca era mezzo diroccato, pericolante e fatiscente, era accessibile e si prestava ai giochi. Da un lato di quel che rimaneva di una delle torri ci si poteva affacciare per vedere la strada, giù nella vallata, un centinaio di metri sotto rispetto al castello. Ci si appoggiava a quel che rimaneva della parete della torre e si guardava giù. E si faceva a gare nel riconoscere il modello delle macchine, che viste da lì sembravano veramente piccole.

Ma la cosa più bella della vacanza a Cimbergo era il Volano. Il rifugio Volano. Si andava a piedi, ma più spesso in macchina, un pochino fuori paese, seguendo a salire quella curva che per me rappresentava tutto il paese e si lasciava poi la strada principale per proseguire a piedi lungo un sentiero. Una camminata breve di un’ora e mezza circa, tranquilla e senza grandi salite, in mezzo al bosco, in alcuni tratti a fianco di un torrente. Si sentivano solo i rumori del bosco e man mano che si saliva si affievolivano anche quei pochi segnali di civiltà che provenivano dalla strada, fino a scomparire del tutto. Era divertente, si camminava e si giocava e il tempo passava in fretta cosi. Fino a quando arrivavamo al rifugio, in una vallata aperta, circondata da montagne stupende.

Ancora oggi meta favolosa da soli e in compagnia. All’epoca ci si andava d’estate e si trovavano anche le aree attrezzate per poter pranzare o fare uno spuntino, di recente hanno aggiunto anche dei barbecue per poter cucinare qualcosa. In quei prati qualsiasi tipo di gioco era lecito. Distese di erba e fiori, ideali per giocare a pallone. Ma, con un po’ più di fatica e pazienza, anche d’inverno il Volano mantiene la sua atmosfera magica. E capita anche di poter vedere le rose di ghiaccio, giochi fatti dal freddo che in inverno scende in questa vallata. E all’arrivo, dopo il freddo, è bello magari scaldarsi con un piatto di polenta, se avete la fortuna di trovare il rifugio aperto.

Sicuramente tornarci oggi non mi ha dato le stesse emozioni di quando ero bambina. Resta comunque un senso di calma, di pace e tranquillità e un po’ di nostalgia.

(Foto di Luca Giarelli in Licenza GFDL)

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