29 Luglio 2008

Oltre le montagne: virtù e bellezze a Fossato di Vico

di Leonardo Guerrini (Blog Fossato di Vico. Racconti di Viaggio)

Ogni volta che mi dirigo a Jesi per lavoro, c’è un punto di riferimento che mi indica in che posizione mi trovo. Anzi più di uno: tre grandi pale eoliche poste in cima ad una montagna. Queste grandi costruzioni roteanti mi avvisano puntualmente che sono arrivato al confine con le Marche. E che tra poco imboccherò le prime gallerie marchigiane. Faccio sempre confusione nell’individuare il nome del paesino limitrofo: Osteria del Gatto o Fossato di Vico? Quasi subito riordino le idee: il primo è il nome della frazione, mentre il secondo è il comune d’appartenenza di quest’ultima.

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Ma Fossato di Vico non è solo energia eolica e strade montane. Addentrandosi nel centro della cittadina, si scoprono tradizioni secolari e un forte senso d’attaccamento alle proprie radici. Chiedo aiuto ad un amico che vive là, un mio ex compagno di scuola, che gentilmente mi spiega come si vive in questo borgo appenninico.

Una buona parte della città si sviluppa nella sottostante zona pianeggiante, lungo la strada Flaminia. Qui lo sviluppo coincide con l’allargamento dei capannoni industriali e commerciali. La descrizione, però, verte immediatamente su Fossato Alto, ovvero il centro storico e il quartiere maggiormente visitato dai turisti. Il motivo di tale afflusso risiede nella presenza di interessanti edifici storici che risalgono, addirittura, al Basso Medioevo.

Fossato di Vico - Torre e Palazzo ComunaleMi racconta divertito della faccia estasiata che i gitanti fanno quando vedono il Vecchio Palazzo Comunale. Oppure le Rughe: un’intera via, interamente coperta da volte a tutto sesto, anticamente utilizzata per scopi difensivi.

Tra una chiacchiera e l’altra, rimembrando le vicissitudini scolastiche, all’improvviso sento che scoppia in una sonora risata. Dall’altro capo del telefono, gli chiedo il perché di tanta ilarità; penso subito che si stia prendendo gioco di me. Mi spiega che è per colpa del vino. Non che ne abbia bevuto in quel momento! Ma ripensa a quando si ubriacò in occasione delle Cantine di San Martino. Ogni anno, poi spiega, a Fossato di Vico si organizza una festa che celebra l’arrivo del vino novello. Immaginate un intero borgo in festa, che sorseggia vino tutta la sera, magari in compagnia di lauti pasti. Gli eccessi, diciamo così, non mancano; qualcuno alza un po’ troppo il gomito, con tutte le conseguenze del caso.

Ancor più meravigliati appaiono i turisti quando vedono svolgersi un’altra rievocazione storica, legata all’istituzione comunale. L’evento prende il nome di Festa degli Statuti. In una prima fase, nel mese di marzo, si svolge l’Arenga, ovvero la riunione straordinaria dei capifamiglia. In base ad una particolare votazione si eleggono le autorità della città. Le “elezioni comunali” precedono un immenso falò acceso in piazza, che a lungo scalda i cuori dei fossatani e il loro orgoglio di esserci.

Qualche settimana dopo, a maggio, gli statuti vengono affissi e resi pubblici ai concittadini. Ed è l’occasione per una nuova celebrazione. Dai suoi racconti sembra di capire che la manifestazione venga presa davvero sul serio da tutti gli abitanti!

Sul finire della conversazione, non posso fare a meno di chiedergli a chi appartengono le tre pale eoliche in cima alla montagna. Mi risponde che fanno parte di un serio progetto pubblico di energia eolica; la vetta che li ospita è la Cima Mutali. La struttura è perfettamente integrata col Parco Regionale del Monte Cucco, in cui Fossato di Vico è in parte inserito.

(Foto di Goodintention in licenza Creative Commons e di Sante in Licenza GFDL)

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