3 Settembre 2008

Viaggio alla scoperta di Rosarno

di Andrea Bonfiglio (Blog Rosarno. Racconti di Viaggio)

Dall’altoparlante si diffonde una voce roca che annuncia: “prossima fermata Rosarno”. Pochi minuti e finalmente potrò abbandonare lo scompartimento tutt’altro che confortevole di questo intercity. Osservando il panorama locale attraverso i finestrini mi accorgo che le immagini rupestri vengono sostituite da un paesaggio urbano: la stazione, quindi, è sempre più vicina. Il treno rallenta la sua corsa e in un batter d’occhio sono con i piedi a terra.

Il sole picchia forte, cosi mi fiondo subito verso le scale che portano ad un breve sottopassaggio. L’ombra è una manna, ma sento di aver bisogno ancora di qualcosa. Entro nel bar adiacente alla biglietteria e ordino un caffè. Dopo pochi secondi una tazzina fumante è sul bancone. L’aroma è eccezionale e già al primo sorso mi accorgo che anche il sapore non è da meno. Mi pare subito di intuire che dal punto di vista gastronomico Rosarno saprà darmi grandi soddisfazioni.

Terminata la pausa ristoro mi dirigo su in paese, lasciandomi la piana alle spalle. Percorro una delle tante salite che conducono al centro abitato e noto, come messo in preventivo, un certo degrado urbanistico. Strade dissestate, edifici pericolanti, case costruite a metà e strutture pubbliche danneggiate rappresentano una costante del panorama cittadino. Francamente, però, tutto ciò non mi infastidisce, ne tanto meno mi delude. Se avessi voluto godere di una qualsivoglia magnificenza architettonica avrei indubbiamente scelto un’altra meta. Non sono qui per questo. Quel che cerco è un’esperienza definibile come “slow life”, dove l’incedere della vita sia scandito seguendo ritmi più consoni all’equilibrio tra uomo e natura, dimenticando ogni malsano legame con la frenesia.

Arrivato in paese trovo aperta la porta di casa di un amico: è seduto in poltrona che mi aspetta. E’ quasi mezzogiorno, cosi dopo i saluti di rito, saliamo in auto e ci dirigiamo al suo podere. Rosarno è un borgo agricolo ed è difficile che una famiglia non possa vantare la proprietà di un piccolo appezzamento di terra. Poco dopo siamo già a destinazione.

Rigogliosi alberi di agrumi mi danno il benvenuto nella Calabria rurale e con le loro fronde verdeggianti mi offrono un rifugio dall’arsura. Il mio compagno d’avventura, intanto, estrae dalla tasca un coltellino in stile “Robinson Crusoe” e s’incammina verso un’area adibita ad orto. Lo seguo. Afferra un cesto poggiato sopra il tronco di un arancio ed in men che non si dica lo riempie di pomodori, cetrioli, foglie di basilico, prezzemolo, lattuga, fichi e grappoli d’uva. Ecco che il pranzo è servito. Mi consegna questi ortaggi e questi frutti profumati e si avvicina alla serranda di una piccola casetta. La solleva e dietro di essa appaiono delle sedie, un tavolino e una piccola credenza. Mi mostra l’interno, mi invita a preparare un’insalata e poi sparisce. Mi attengo alle istruzioni e poco più tardi lo vedo tornare con due filoncini di pane appena sfornati. Tra un boccone e l’altro, un paio di bicchieri di vino e quattro chiacchiere consumiamo con soddisfazione il nostro pasto e ci abbandoniamo ad una salutare pennichella, cullati da una fresca brezza che viene dal mare. Il risveglio è soft, come il resto della giornata che ci attende.

Verso il tramonto torniamo in paese e ci avviamo a piedi nel centralissimo corso. Il mio amico mi racconta che questa zona, un tempo, era una felice isola pedonale frequentata dai giovani rosarnesi  che la ritenevano un ideale luogo di socializzazione. Oggi, invece, appare molto trascurata e risulta perfino aperta al traffico. Peccato.Largo Bellavista - Veduta di Rosarno

Per lenire la neonata amarezza ci affidiamo ad un tradizionale gelato. Entriamo nell’unico bar sito in piazza Duomo – a due passi dalla chiesa di San Giovanni Battista – che è noto per la produzione artigianale di squisiti dolci come ad esempio il torrone.

Sbirciando in strada dalla vetrina, la mia attenzione è catturata da una piazzetta ricca di verde che si intravede al fianco del Duomo. Si tratta di largo Bellavista e non ci metto molto a capire il perché del nome. Da questa terrazza un po’ nascosta è infatti possibile godere di un panorama mozzafiato che comprende gli uliveti, gli agrumeti e gli orti che adornano la piana, oltre che il mare. Mai visione fu più suggestiva: grazie al cielo sono venuto a Rosarno ed ho riscoperto un modo di vivere a dimensione d’uomo, ormai quasi totalmente dimenticato.

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1 commento a “Viaggio alla scoperta di Rosarno”

  1. Niko scrive:

    Le faccio i miei sentiti complimenti per il suo articolo, Andrea.
    A mio avviso ha colto in modo impeccabile l’aria unica che si respira in questa città molto interessante.
    Ci sono stato anch’io come lei da turista. Rosarno è famosa come città dominante della Piana, per le sue arance e vari tipi di agrumi di ottima qualità, dovuti a una grande opera di bonifica nel corso dell’800 postuma al grave dissesto idrologico causato dal terremoto del 1783. Ora la terra è fertile, feconda e dà ottimi frutti ovunque esportati data l’abbondanza, persino i kiwi.
    Pur consapevole che il suo articolo è incentrato sulla “Slow life”, le vorrei far notare una mancata e a mio avviso importante “dimenticanza”: la città di Rosarno è l’antica e importantissima colonia locrese di Medma, ricca di storia e reperti di recente scoperta, con reperti e storia ancora ben da definire.
    Per dirne una grossa si narra che gli abitanti di Medma erano guerrieri formidabili e sconfissero Kroton, tornarono incolumi dalla deportazione a Zancle ad opera di Dionigi il vecchio e fecero rifiorire Medma.
    In seguito si allearono con Hipponion (l’attuale Vibo Valentia) sconfiggendo la stessa Locri grazie anche all’aiuto di 2 navi di spartani che in seguito si stabilirono nella fertile piana.
    Rosarno non subì nei secoli le scorrerie di saraceni e altri popoli, e ben celata in una collina si dice che gli abitanti odierni portano ancora oggi nel dna e nelle caratteristiche fisiche e di comportamento i segni di un passato greco-dorico.
    Personalmente ho notato come sia una città che si può ben sviluppare in ambito commerciale data la gioviale posizione in cui è sita (è già in via di sviluppo in effetti). Il panorama a livello di suggestione effettivamente è unico, con lo spettacolo del Porto, delle Eolie e dello Stromboli al tramonto.
    Da citare anche la bellezza architettonica della Torre dell’Orologio e lo splendido Santuario di Maria SS. di Patmos, un’altra storia interessante. Concludendo affermo con convinzione che Rosarno è unica nel celare molto di più di ciò che ha realmente, così come i suoi abitanti che hanno un qualcosa di misterioso e segreto che puoi solo intravedere nei loro particolari occhi, unici.
    Bisognerebbe andare di persona e con un determinato spirito per capire che più che in Italia, forse si è in Magna Grecia…

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