29 Agosto 2008

Foglianise: dove dal silenzio nascono delle opere d’arte

di Maria Scarinzi (Blog Foglianise. Alla Scoperta della nostra Italia)

San RoccoMani esperte si muovono abilmente intrecciando fili di paglia e trasformandoli in elaborate architetture. Spighe dorate diventano le protagoniste indiscusse di una “Festa del Grano” tutta da scoprire. Di origini antichissime, secondo alcuni studi risalente agli albori del 1700, e protrattasi sino ad oggi, tale festa, volta all’esaltazione del grano, degli antichi costumi e tradizioni e tenuta in onore di San Rocco, continua a richiamare l’attenzione di curiosi, turisti ed emigranti che tornano in paese per assistere alla sfilata dei carri.

I carri, artificiosamente costruiti, sono spesse volte le riproduzioni fedeli delle più belle e complesse facciate delle chiese italiane ed europee che, costruite con il grano, sembrano trasformarsi in splendidi gioielli della più alta maestria orafa. Il sole caldo di agosto, che con i suoi raggi infuocati va ad illuminare queste composizioni, contribuisce ad esaltare il lavoro di precisione fatto da quelle persone che condividono una grande passione. E se in passato la lunga sfilata dei carri, arricchiti da una grande quantità di grano raggruppato in covoni, diventava un espediente usuale tra quelle comunità agresti che erano solite ringraziare il sacro per un abbondante raccolto, oggi il perpetuarsi di questa festa non nasconde il desiderio di continuare ad intessere con il sacro una sorta di ringraziamento e dialogo.

Il passato, ancora una volta, sembra continuare a vivere grazie ad un presente che sembra aver preso in prestito dai più bravi scultori di un tempo l’abilità della trasformazione, riuscendo a piegare alla propria volontà dei materiali difficilmente plasmabili e, come in questo caso, a ricavare un dono prezioso da offrire ad un Santo. Per più di un mese, infatti, nel silenzio delle case di Foglianise, tra la polvere del Grano e l’aspro odore della colla, proprio come nelle Botteghe di un  tempo, attraverso le mani di donne e uomini di questo paese rivivono scultori come Niccolò Pisano e Brunelleschi. Il marmo, la pietra e il gesso lasciano il posto al grano, in forma di spighe o già ridotto in paglia, che andrà a trasformarsi in vere e proprie opere d’arte.

Facciata Duomo di PisaLe dimensioni delle facciate, ridotte al minimo per poter essere portate in sfilata, rendono il lavoro ancora più complicato, quasi da far pensare che queste persone abbiano nel sangue l’eredità degli abili cesellatori di un tempo e dei grandi orafi. Così, ancora una volta e grazie a ciò che non si vede, al lavoro di chi in silenzio intreccia il grano, prendono forma questi capolavori. Riproduzioni fedeli di facciate, campanili, statue, battisteri e stemmi che, preceduti da persone in abiti d’epoca, uno dietro l’altro, sfileranno ogni anno il 16 Agosto, giorno di San Rocco.

Depositari dunque di una grande abilità e testimoni viventi di un passato che non vuole per nessuna ragione scomparire davanti ad un futuro sempre più invadente, il giorno della festa queste persone, o meglio questi “artisti del grano”, si disperdono tra la folla, si confondono con i visitatori e, proprio come turisti che per la prima volta giungono davanti a queste splendide opere, si commuovono nell’osservare ciò che sono stati in grado di creare. Osservano, commentano, imparano nuove tecniche, si scambiano dei suggerimenti per migliorare il loro lavoro per l’anno successivo e, se viene fatta qualche critica, questa subito si trasforma in qualcosa di costruttivo; nessuno si permetterebbe di distruggere il lavoro dell’altro, c’è troppo amore e troppa fatica per non apprezzare e capire.

E così, spinti dalla voglia di fare ciò che è necessario e possibile per lasciare in eredità ai posteri una grande festa, si trovano a fare ciò che, se descritto a parole, sembrerebbe impossibile e che al turista, ignaro di come il grano possa trasformarsi in capitelli, statue e portali, si pone come tale. Un appuntamento da non perdere in quanto questa festa viene organizzata in modo tale da rendere ciò che potrebbe apparire ormai passato, come qualcosa di fortemente attuale, dove anziani, adulti, giovani e bambini riescono ad avere il proprio spazio e a sentirsi tutti partecipi.

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