Dopo aver percorso lo spazio di metà dell’isola mi sento di dover fare una sosta. Ci troviamo all’altezza di Campo nell’Elba, dopo esserci lasciati alle spalle le minacciose nubi incontrate a Rio Marina e aver di nuovo trovato il sole sulla nostra strada. L’auto si ferma e noi scendiamo per riprenderci ed osservare il paesaggio.
Campo è conosciuta per essere la cittadina più animata dove passare le serate, tra feste in spiaggia e nei locali, tanto che i ragazzi da tutta l’isola si mettono in macchina per venire a ballare qui. Non era il nostro caso quel giorno di viaggio con le infradito e la guida dell’isola in mano. Questa diceva che nel comune si trovavano due tra le spiagge più belle dell’Elba, Fetovaia e Seccheto. Tornammo in seguito a far visita a Fetovaia, la quale mantenne le sue promesse.
Ho due aneddoti da raccontare a proposito di questa località affollatissima. Il primo riguarda una specie di giglio bianco, il Pancrazio marittimo, un fiore molto bello e delicato che è stato dichiarato specie protetta e che gli isolani si impegnano oggi a preservare mentre un volta si trovava in quantità nell’isola. Potete vederne parecchi esemplari a Fetovaia e, ad agosto, sono in fiore. Il secondo aneddoto: quando mi sdraiai a prendere il sole ed osservai gli scogli che affioravano mi dissi che probabilmente ci sarebbe stata vita da osservare con lo snorkeling. Senza nemmeno allontanarmi tanto dalla costa, infatti trovai una ricca fauna di pesci, avannotti e alghe da scrutare, per nulla spaventati dalla presenza dei bagnanti. Dopo un po’ di queste esplorazioni mi riavvicinai alla costa fino a giungere nell’acqua più bassa e a togliermi maschera e boccaglio. Improvvisamente sentii qualcosa e pensai di essere stata toccata da uno scoglio insidioso di cui non mi ero accorta ed invece… un simpatico pesce-pulitore si stava attardando sui miei polpacci, che qualche giorno prima si erano escoriati dopo una caduta. In pochi secondi il pescetto creò un capannello di curiosi e bambini che si affrettavano a porgli le proprie estremità.
Fetovaia e le altre spiagge non sono gli unici motivi per cui Campo è rinomata, nei dintorni si scorgono vigneti ordinati e rigogliosi, dai quali si ricava un ottimo vino, per cui l’Elba è famosa, come per il miele.
La nostra sosta a Campo non ci permise di visitare tutto quello che c’era da vedere nel comune: vedemmo solo da lontano la torre circolare che sormonta il paese di case di pescatori, in quanto ci dirigemmo verso l’interno per visitare i paesi di S. Piero e di S. Ilario. Sapevo che avremmo incontrato la torre e la pieve di San Giovanni che volevo vedere, ma purtroppo riuscimmo a trovare solo la torre quadrata, senza riuscire ad arrivarvi per altro.
A San Piero scendemmo per una passeggiata, tutta in salita, della quale non mi lamentai perché avevo bisogno di staccare dopo le ore di percorsi tutte curve che avevamo effettuato. Un po’ di impegno ed arriviamo alla chiesetta romanica che si trova al culmine del paese. Al ritorno effettuiamo un giro più largo e ci godiamo la vista del mare, intorno a noi i fertili campi, una quiete meravigliosa e piante di fico d’india, mentre qualche anziano del paese osserva curioso il nostro passaggio.
Davanti alla nostra vista, anche l’isola di Pianosa, che fa parte anch’essa del territorio di Campo dell’Elba e dove si trovano grotte spettacolari, i resti di una necropoli e la villa di Agrippa Postumo. L’isola fa parte del Parco dell’Arcipelago Toscano e ormai non è più sede di carcere.
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