9 Ottobre 2008

Un nido metropolitano

di Marcello Di Sarno (Blog Provincia di Milano. Interviste Province)

Il Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati intervistato per Comuni-Italiani.it

Quali sono le priorità di chi si trova ad amministrare la provincia più popolosa d’Italia?
Il miglioramento della rete infrastrutturale, la riduzione del traffico, il sostegno alle famiglie nella cura dei bambini e degli anziani, la formazione di qualità dei ragazzi, la diffusione della cultura. Queste sono solo alcune delle funzioni che l’amministrazione provinciale svolge ogni giorno con impegno e costanza, seppur in presenza di risorse sempre più scarse.
Si tratta di funzioni di area vasta tanto più complesse in un territorio come quello milanese, che conta quFilippo Penatiasi quattro milioni di abitanti ed è tra i più sviluppati del paese: punto di riferimento per l’innovazione, la cultura, l’alta formazione, culla dei saperi, della moda e del design e che si prepara ad ospitare l’Expo 2015, la più grande occasione di sviluppo degli ultimi decenni. Un patrimonio inestimabile che necessita di un’amministrazione efficace, prodotto di una diversa organizzazione di più enti.

Dagli albori della “legge Rattazzi” all’Expo 2015. Quand’è stata scritta, secondo lei, la pagina più importante di questo secolo e mezzo di vita?
La storia della Provincia è costellata di momenti cruciali ma ritengo che la pagina più importante della sua storia, sarà scritta il giorno, spero vicino, in cui sarà data attuazione alla Città metropolitana. L’esperienza di questi anni di governo ha fatto maturare in me la convinzione della necessità di istituire la Città metropolitana, portando a compimento il percorso avviato dalla legge 142/90, che ha trovato un esplicito riconoscimento nell’art. 114 della Costituzione.

Una sua personale fotografia della Provincia di Milano sotto il profilo paesaggistico e urbanistico.
L‘area metropolitana milanese è un territorio complesso, costituito da una fitta rete di relazioni che ne fanno un territorio densamente urbanizzato e sviluppato. Se devo pensare a una sua caratteristica peculiare non posso non ricordare, oltre al ricchissimo patrimonio di testimonianze storiche e artistiche, le aree dismesse, eredità della sua gloriosa storia di bacino industriale: si tratta di milioni di metri quadrati di territorio, in parte già ridestinati a servizi, nuove imprese e all’edilizia residenziale e in parte ancora da recuperare, che racchiudono in sé il passato e il futuro del territorio.
Altro tratto della provincia, forse meno conosciuto ma che l’amministrazione provinciale è impegnata a salvaguardare e che è essenziale alla qualità della vita dei cittadini, sono le aree verdi che coprono la metà del territorio. Molte di loro compongono sei parchi regionali: quello dell’Adda Nord, l’ Agricolo Sud Milano, il Parco delle Groane, quello del Nord Milano, il Parco della Valle del Lambro e il Parco Lombardo della Valle del Ticino.

Quali aspetti secondo lei ne racchiudono il valore storico, culturale e sociale?
La grande ricchezza del territorio milanese sta nella sua tavola di valori morali e civili, fatta di laboriosità e di attenzione verso il prossimo. Un tesoro che non si è mai perso nella storia, che si rifà all’illuminismo lombardo di Verri, Parini e Beccaria e da più di due secoli ha sempre impregnato il suo tessuto sociale.
A questo patrimonio si è sempre attinto nei momenti difficili, come accadde nel dopoguerra per ricostruire case e fabbriche e a questo insieme di valori, sono convinto, bisogna tornare a guardare anche oggi per ritrovare l’energia che serve per dare lavoro, prosperità, qualità della vita a tutti i cittadini.

All’indomani della sua investitura annunciò di voler applicare il modello “Sesto San Giovanni” alla dimensione “provinciale”. Può dirci se e in che termini è stato possibile?
Dal giorno del mio insediamento ho cercato di mettere la mia esperienza di sindaco ( è stato Sindaco di Sesto San Giovanni dal 1994 al 2001 N.d.R.) al servizio del nuovo ruolo di presidente della Provincia, il che ha significato improntare l’amministrazione a un attento ascolto delle diverse comunità del Milanese, a un’analisi approfondita dei loro bisogni - in merito abbiamo anche commissionato un’indagine all’Ocse presentata nel 2007 - e alla conseguente ricerca di soluzioni concrete ai loro problemi.
Cito ad esempio, tra i tanti, il progetto del “Cantiere del Nuovo” che stiamo costruendo in via Soderini per rispondere al bisogno di un unico punto di incontro per tutti i servizi, per il lavoro e la formazione professionale: un centro dove le università si incontrino con le imprese, per trasformare la ricerca in innovazione e tecnologia applicata, oltre che una vetrina internazionale dove promuovere le eccellenze dell’economia creativa, dal settore delle biotecnologie a quello della comunicazione.
Ricordo il Metro bosco un anello verde che, una volta ultimato, metterà in collegamento fra loro tutte le aree di non costruito, agricole, parchi, boschi, che sono diventate oggetto di un grande intervento di forestazione, rinaturalizzazione e rinnovamento agrario su una superficie di 200 mila ettari. L’obiettivo è di arrivare ad avere un anello verde di 30 mila ettari di bosco (equivalenti a 30 mila campi di calcio) mettendo a dimora 3 milioni di nuovi alberi.
Un altro aspetto che desidero sottolineare della mia amministrazione è la collaborazione interistituzionale. Molte azioni di governo, penso a quelle in tema di viabilità, trasporti e ambiente, non possono essere realizzate se non con la partecipazione di tutti gli enti coinvolti e io sono orgoglioso di aver perseguito questa strada in tutti gli anni del mio mandato.

Quale progetto considera il fiore all’occhiello della sua amministrazione e quale invece il suo rimpianto?
L’azione di governo di cui vado più fiero è il bando “Cerchi un nido”, erogato nell’ottobre del 2006 per un valore  complessivo di oltre 17 milioni di euro, per sostenere i Comuni nella realizzazione di nuovi spazi per i bimbi.
Grazie a questo bando sono stati creati tre mila e 600 nuovi posti in tutta la Provincia, finanziati 87 progetti ed è stato quasi raggiunto l’obiettivo indicato dall’Unione Europea del 25% dei posti-nido sul totale dei bimbi, superando così anche la media regionale ferma al 17 per cento. Degli 87 progetti finanziati otto sono già stati inaugurati e tutti gli altri sono in fase avanzata di realizzazione.
Per i rimpianti è troppo presto: il mandato non è ancora finito.

Tra sostenitori e detrattori del ruolo istituzionale della Provincia, rispetto alle Regioni e ai Comuni, come vede il futuro di questo ente?
La Provincia di Milano, per la sua caratteristica di area metropolitana, deve far posto alla Città metropolitana.
L’attuale ente deve essere sostituito con uno di area vasta, che al suo interno si articoli in comuni metropolitani (sulla base dei municipi esistenti), che assorba le funzioni delle Provincia - quali quelle relative a mobilità, ambiente, lavoro, sicurezza - e quelle strategiche più importanti del Comune capoluogo e degli altri che ne fanno parte.
Solo una riorganizzazione dei diversi livelli di governo può portare a quella semplificazione amministrativa e a quella efficienza che i cittadini attendono da anni.

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