Carlo Aguzzi, conservatore Raccolta Museale etnografica “Franco Leoni” di Portalbera, intervistato dalla redazione di Comuni-Italiani.it:
Come è nato il museo?
Il Museo “Franco Leoni” è stato istituito da privati cittadini con la passione per la storia dell’uomo, per le attività lavorative ad esso connesse, per l’evoluzione tecnica e quindi per la qualità della vita stessa. Inoltre la preoccupazione per l’irreversibile degrado cui gli oggetti etnografici sono soggetti, causato dall’incuria e dal tempo, ha stimolato un gruppo di persone al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione dei manufatti realizzati dal genere umano a scopo di sopravvivenza nel corso del tempo, riferito ad un territorio circoscritto.
Di tutto il materiale raccolto ne è stata in seguito concepita un’esposizione permanente, con il contributo determinante del titolare della “Raccolta”.
Qual è il patrimonio che lo caratterizza?
L’insieme degli oggetti raccolti, testimonianza del genio e dell’operatività umana, inerenti molteplici settori di attività: l’agricoltura, il commercio, l’artigianato e la miriade di suppellettili, presenti in ogni casa, di quotidiano utilizzo. Quindi la risultanza, l’effetto complessivo che ne scaturisce, di testimonianza delle modalità di vita, costituisce il patrimonio della “Raccolta Leoni”; per le preziose informazioni che ogni oggetto o documento cartaceo ci restituiscono, i quali ci consentono di ricostruire il quadro socio-economico e culturale della comunità di riferimento.
Cosa attira di più i visitatori?
I visitatori dei musei si possono suddividere in varie categorie, per il grado di preparazione culturale, per la particolare predilezione per un determinato genere di oggetti, ecc.
Nel caso della “Raccolta Leoni” il patrimonio costituito da 150 antichi trattori provenienti da ogni continente, rappresenta un notevole motivo di attrazione per una specifica categoria di visitatori: composta da tecnici, esperti di storia della meccanizzazione in agricoltura e da comuni persone che hanno vissuto in prima persona la realtà del mondo rurale, nel quale queste macchine costituivano l’avanguardia, la modernità.
Quale opera o collezione le piace personalmente di più?
E’ chiaro che chi si dedica o si è dedicato per anni alla raccolta appassionata di oggetti etnografici amerà tutte le cose. Dalle più umili, molto spesso realizzate dall’operaio o dall’agricoltore, il quale durante l’inverno si dedicava alla manutenzione delle proprie attrezzature e, molto spesso, anche alla costruzione di oggetti utili per la famiglia: dagli zoccolino ai giocattoli per i bambini, dai taglieri per la cucina agli spinotti in legno per le botti. Molto frequenti la fabbricazione di originali aggeggi per la macinazione di piccole quantità di cereali allo scopo di procurarsi la farina gialla per la polenta invernale.
Possiamo pertanto affermare che chi ama le persone amerà anche gli umili oggetti da esse prodotti.
Qual è la valenza didattica del suo patrimonio? Come e con quali risultati si rivolge agli studenti?
Riteniamo che il nostro Museo, proprio per gli intrinseci specifici contenuti, possa considerarsi altamente educativo. Proprio perché le storie, le tradizioni locali o anche la semplice vita quotidiana viene contestualizzata nell’ambito espositivo, considerandola parte integrante della storia del territorio all’interno della grande storia nazionale.
Per cui la portata dei grandi eventi che hanno interessato l’Italia intera si riflettono specularmente con effetti pratici nella vita delle persone comuni.
Pertanto i contenuti museali costituiscono la pancia della storia, la risultanza di ciò che essa ha prodotto nel corso del tempo.
Per i ragazzi che oggi vanno a scuola, la storia è vissuta come elemento astratto per eccellenza, da immaginarne le “forme” concrete, spesso difficile e faticosa da ricordare. Il Museo è invece il luogo più adatto per apprezzare pienamente gli straordinari oggetti storici tramandatici da chi ha vissuto prima di noi, molto difficilmente immaginabili, spesso stupefacenti, quasi appartenenti ad un altro mondo ad essi completamente ignoto.
Ci sono appuntamenti clou o rassegne prestigiose da non perdere?
Il Museo assolve la propria missione istituzionale realizzando almeno ogni anno un prestigioso appuntamento nella propria sede; consistente sostanzialmente in una mostra tematica temporanea, afferente una specifica tipologia di reperti storici.
Le scorse edizioni sono nell’ordine state dedicate alle motociclette d’epoca prodotte da fabbriche esistite nel territorio ed ora cessate; alle celebri fisarmoniche di Stradella, dove dalla seconda metà del secolo XIX ad oggi sono esistite ben 38 entità produttive; mentre la manifestazione realizzata nel 2008 è stata dedicata interamente alla straordinaria collezione di antichi trattori facenti parte del patrimonio museale.
Quali sono i servizi offerti ai visitatori?
Ai visitatori vengono offerti principalmente due tipi di servizio: abitualmente le visite guidate, nel corso delle quali vengono rivelati notizie storiche, particolarità tecniche e aneddoti concernenti ogni oggetto, le cui argomentazioni evidenziano gli aspetti più interessanti della “Raccolta”.
Un altro importante servizio viene predisposto in particolare in favore delle scolaresche, in visita con i propri insegnanti, con il cui concorso si intrattengono gli studenti per il tempo equiparabile ad un’ora di lezione; nel corso della quale solitamente ha luogo un simpatico scambio, in termini di rapporti umani, di carattere socio culturale, prendendo spunto dalle tante storie attinenti al materiale esposto in mostra.
Quale ruolo assolve dal punto di vista sociale e culturale nell’ambito del territorio?
Il ruolo del “luogo della memoria”; la più importante funzione istituzionale del Museo. La principale motivazione per la quale si giustifica la ragione stessa di esistere: la conservazione non solo di meri oggetti più o meno “vecchi” ma, di tutti gli aspetti costituenti il tessuto connettivo della popolazione locale: l’organizzazione sociale e civile, la cura della salute umana, l’alfabetizzazione, l’universo delle attività lavorative, l’aspetto ludico e artistico della vita ecc. Tutto ciò costituisce le radici dalle quali ha potuto emergere il mondo nel quale ora si sta vivendo.
Come immagina il Museo da qui a dieci anni?
Si presume che nel prossimo futuro si vedano accentuati i fenomeni di “virtualità” nella normale esistenza quotidiana: contestualmente alla possibilità di conoscenze immediatamente disponibili. Tutto ciò inevitabilmente contribuirà ad allontanare concettualmente le persone dal mondo reale. Quindi gli oggetti “concreti”, fisicamente presenti nei musei assumeranno un’importante funzione di “normalità”, di salutare immersione nel mondo delle cose vere.
Riferimenti:
Raccolta Museale etnografica “Franco Leoni”
Via Stradella, 12 - 27040 Portalbera (PV)
Sito Web: www.etnografico-trattori-francoleoni.it
Indirizzo email: info@etnografico-trattori-francoleoni.it
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