25 Ottobre 2008

La Calabria di San Bruno

di Andrea Bonfiglio (Blog Serra San Bruno. Alla Scoperta della nostra Italia)

Tra le aree di maggior interesse storico, artistico e naturalistico della Calabria occupa un ruolo di primaria importanza il comune di Serra San Bruno, piccolo borgo dell’entroterra regionale che sorge su d’un altopiano della provincia di Vibo Valentia.

Gli elementi paesaggistici che caratterizzano questo scorcio di meridione, collocato a circa 800 metri sul livello del mare, sono molteplici. I faggi, i castagni e gli abeti bianchi rappresentano delle gradevoli costanti del panorama locale, dove spiccano per armoniosa bellezza dei fitti boschi secolari appartenenti al parco naturale regionale delle Serre. Qui si snoda, inoltre, un rinomato sentiero del CAI (Club Alpino Italiano), noto con l’appellativo di “Frassati”, che collega il paese al confinante abitato di Mongiana, consentendo a tutti gli amanti del verde di immergersi in una vegetazione straordinariamente florida.

La magia che si respira a Serra San Bruno è dovuta anche ad una forte componente spirituale che impregna il territorio di religiosità. Tra queste alture, infatti, visse il Santo cui la cittadina deve il nome e l’esistenza, che nel corso della sua permanenza in loco fece erigere imponenti edifici monastici. Ad egli, passato alla storia come il fondatore dell’ordine certosino, si devono l’eremo di Santa Maria e la Certosa di Santo Stefano del Bosco che costituisco oggigiorno un forte richiamo per migliaia di fedeli.

La Certosa

La Certosa

La maestosità del monastero, il più antico d’Italia ed il secondo d’Europa, è un’attrattiva alla quale numerosi turisti non sanno resistere, poiché vogliosi di staccare la spina dalla routine quotidiana e di concedersi in queste terre una tranquilla passeggiata nei luoghi che furono del Santo originario di Colonia. Lungo i prati verdeggianti, ricavati tra schiere infinite di lussureggianti conifere e latifoglie, si aggirano in silenzio decine di persone, occupate a fare la spola tra la varie chiese presenti; a regalarsi un po’ di refrigerio nei pressi di una limpida sorgente d’acqua; a gettare una moneta nella vasca ove si trova parzialmente immersa la statua di San Bruno; o a cercare un classico souvenir tra le bancarelle degli ambulanti. Tra le varie chincaglierie esposte all’esame dei potenziali acquirenti non mancano, infatti, graziosi oggetti dell’artigianato locale, quali ad esempio delle multiforme statuine sacre. Non mancano neppure i prodotti della tradizione gastronomica che campeggiano in svariati barattoli di vetro, in piccole guantiere di cartone ed in moderno sacchetti di plastica.

La vita scorre lenta, silente in questo angolo di meridione, tanto che si riesce ad ascoltare persino il sibilo del vento che spira tra le fronde degli alberi. Il motivo per cui avventurarsi nell’entroterra calabro è proprio questo. L’opportunità di rifugiarsi nella quiete, lontano dal caos che distingue le più famose mete balneari dove non esistono monasteri, eremi e certose; dove l’arte non si riassume in affreschi e sacre reliquie del XVIII secolo; dove il suono più aggraziato che si riesce a percepire è il flebile brusio delle onde, soffocato dalle grida e dagli schiamazzi dei bagnanti. Serra San Bruno, dunque, si pone all’attenzione generale come un borgo capace di far scoprire una Calabria diversa, lontana dall’abusato stereotipo “sole, spiagge, mare e divertimento”.

(Foto uno e due di Marcuscalabresus in Licenza GFDL)

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