Pozza di Fassa si trova in Trentino-Alto Adige e me la ricordo ancora com’era quando andavo là con i miei genitori e mia sorella a trascorrere le vacanze estive. Si partiva presto da casa, in provincia di Cremona per arrivare a Pozza in tarda mattinata, per avere poi il tempo di sistemare la tenda, i primi anni, poi la roulotte, prima che facesse freddo. Perché anche se era estate la sera faceva molto freddo.
Il viaggio era lungo e man mano che si arrivava vicino a Pozza il paesaggio cambiava. Le montagne si facevano più vicine e la strada era sempre più vicina alla parete coperta dal bosco. La strada che portava al campeggio attraversava il paese, che essendo un tipico borgo di montagna non concedeva grandi spazi e le vie strette spesso non consentivano il passaggio di due auto contemporaneamente questo imponeva un numero elevato di manovre per arrivare a destinazione.
Ricordo bene le lunghe passeggiate che facevo con mamma e papà, per le viette del paese, andando dal campeggio sino al torrente che lo attraversava, scendendo dalla montagna. Sino a quella gelateria che era il punto di arrivo per le gite anche quando queste erano sulle montagne lì intorno. Il torrente passava anche vicino al campeggio e molto spesso ci si andava con gli amici a giocare, perché non era mai pieno e aveva le pareti sistemate con delle enormi pietre, ottimo posto per inventarsi giochi. Solo un paio di volte abbiamo avuto modo di incontrare una vipera, ma poco abituata al fracasso fatto da noi ragazzini, scappava immediatamente cercando rifugio sotto qualche grosso masso.
Il paesaggio di Pozza è impresso come una fotografia nella mia mente. Un luogo verde, chiuso in una vallata fatta di boschi e prati e poi di monti, di roccia, le Dolomiti. Andavamo spesso a fare lunghe passeggiate, camminate, anche in arrampicata e dalla sommità di alcune montagne potevo vedere il paese, giù in fondo, che pareva uscire da una rivista.
Una fotografia di un piccolo paesino con le sue case tipiche, in muratura con i tetti in legno sorretti da delle grandi travi e la chiesina con il suo campanile con il tetto verde. Sparse per i prati intorno al paese le malghe, dove si poteva trovare dell’ottimo gelato e del formaggio fresco. Ora molte sono abbandonate e altre sono state trasformate in veri e propri locali, pur mantenendone la struttura originaria.
Quando ero piccola vicino al campeggio, a dividerlo dalla strada principale che collegava Pozza di Fassa con i grandi centri di fondo valle, c’erano dei terrazzamenti, fatti per sostenere la strada che si trovava più in alto, dove si poteva tranquillamente andare a giocare, perchè divisi dal campeggio solo da una cinta di legno. Era il sistema più utilizzato per delimitare le proprietà.
Era una semplice palizzata di legno, fatta con assi orizzontali e in alcuni punti incrociate. Erano ottime da scavalcare ed erano forse state costruite più per estetica che per difesa di una proprietà. Sicuramente erano utilissime per difendere l’erba dall’ingordigia di certe vacche da pascolo, che qui spesso giravano liberamente. Purtroppo ora quel terrazzamento non c’è più, eliminato per fare spazio a una larga strada, che porta direttamente in campeggio, sicuramente più comoda ma meno divertente e caratteristica del sentierino che si era andato formando dal passaggio dei tanti turisti che cercavano una scorciatoia per arrivare in paese.
(Foto di Renato e Rosetta Lusini, per gentile concessione degli autori)
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