Il Sindaco di Frisanco Angelo Bernandon intervistato per Comuni-Italiani.it
Frisanco location suggestiva dell’ultimo film di Salvatores “Come Dio Comanda”. Volete fare concorrenza a Hollywood?
Sapere che uno dei registi italiani più famosi sarebbe venuto in Valcolvera, per girare alcune scene del suo ultimo film e che le scene più importanti si sarebbero girate proprio qui, ha dato adito a entusiasmi e curiosità da parte di tutta la comunità residente e non solo.
Le piccole stradine tra i boschi si sono animate: macchine da presa, strumenti per gli effetti speciali di ogni genere, autogrù illuminanti, operatori, tecnici, attori, insomma una Valcolvera in stile Hollywood, come nessuno mai si sarebbe aspettato.
Più volte Salvatores ha ripetuto, nelle sue varie interviste, di aver lavorato per un mese circa in un posto magico, dove elfi e folletti dei boschi (si riferiva al numeroso pubblico che, in disparte, silenzioso e incuriosito seguiva con attenzione gli sviluppi delle varie scene) facevano da cornice a questi luoghi incantati.
Non a caso parliamo di uno dei Borghi più belli d’Italia. Tre ragioni per venirci?
Un ambiente integro con i caratteristici nuclei abitati inseriti in uno dei pochi contesti ancora ecocompatibili ed ecosostenibili.
La tranquillità e la possibilità di vivere, come un tempo, secondo i ritmi naturali dettati dalle stagioni e dai capricci delle manifestazioni atmosferiche e non da quelli isterici propri della civiltà moderna.
La riscoperta delle nostre più profonde radici di uomini nati liberi; fieri di esserlo oggi dopo che tanti nostri concittadini hanno dato la vita per tutto questo.
Un ambiente che nel bene e nel male ne ha plasmato l’identità.
Sicuramente la dura realtà di un ambiente isolato, ostile, crudele e pieno di insidie è un elemento che ha contraddistinto l’identità dei frisanchini.
In secondo luogo l’aver vissuto a lungo sotto due contadi diversi, quello dei Conti di Maniago per Poffabro e quello dei Conti di Polcenigo-Fanna per Frisanco fino al 1837, quando furono uniti in un unico comune, quello di Frisanco appunto, nel riordino voluto da Napoleone.
Da non dimenticare poi l’ultimo funesto terremoto del 1976 che ha contribuito a far emergere il coraggio e la caparbietà dei valligiani, uniti all’amore per i luoghi in cui vivevano e vivono ancor oggi; il tutto riconducibile all’identità friulana della sua gente.
Quale altro aspetto dei suoi concittadini stimerebbe come proverbiale?
L’estrema franchezza e semplicità nei rapporti interpersonali dove le amicizie sono vere, come veri sono il legno e i sassi delle nostre case.
Frisanco tra presente e futuro.
Il Comune di Frisanco è composto da tre frazioni principali (Frisanco, Poffabro e Casasola) e da 15 borgate, tuttora abitate, sparse su un territorio di 62 Kmq, con 700 residenti; la densità per abitante è di 88.571mq (quasi 9 ettari a testa).
il disegno urbano non è cambiato granché da quanto si può rilevare sia sulle mappe napoleoniche che su quelle austriache, per cui l’aspetto urbano è quello di un borgo rurale del ‘700, con case in pietra viva e ampi ballatoi in legno rivolti a sud. Le viuzze lastricate caratterizzano ancor di più questi autentici capolavori dell’architettura spontanea.
…e il domani?
Frisanco e in generale la Valcolvera hanno sicuramente una valenza turistica di tutto rispetto; in questi ultimi anni è stato portato avanti un progetto di implementazione delle strutture ricettive e dei servizi di base comprendenti il potenziamento degli acquedotti, l’aumento dei parcheggi, gli arredi urbani e una più precisa manutenzione dell’ambiente cercando di intervenire, nel limite delle possibilità, anche sui terreni dei privati ormai abbandonati al degrado.
Il futuro quindi è improntato su un turismo di nicchia rispettoso della nostra cultura e dell’ambiente che siamo riusciti a preservare. Disponiamo già di quattro ristoranti, di tre alberghi, di diversi bed&breakfast e di miniappartamenti vacanza; oltre a ciò ci sono due musei ben avviati e la grande opportunità del Parco Regionale delle Dolomiti Friulane con le escursioni guidate in un contesto veramente eccezionale sotto il profilo naturalistico.
Da non dimenticare, anche il Monastero Santa Maria delle suore Benedettine dove si può trovare un attimo di tranquillità e di pace spirituale, percorrendo il sentiero della “Via Crucis”, scolpita su sasso, che lo collega a Poffabro.
1 commento a “Storie di uomini ed elfi nella Valcovera”
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Sono trascorsi quasi 4 anni da quell’intervista, le cose dette sono sempre attuali, c’è sempre una buona accoglienza e la volontà di fare bene. E’ molto bello leggere quanto sopra e poter dire che è tutto genuino, è anche l’impressione che chi viene da fuori ha di questo comune. E’ bello oltrepassare la galleria prima del paese ed avere la sensazione di giungere in un posto particolare, approfittando delle tante manifestazioni organizzate da proloco ed associazioni assieme al comune, quali i presepi, l’arte in strada, San Nicolò….. Interessanti anche i musei.