24 Novembre 2008

Una domenica tra i vicoli di Laureana di Borrello

di Andrea Bonfiglio (Blog Laureana di Borrello. Racconti di Viaggio)

Chiesa di San Francesco di Paola

Chiesa di San Francesco di Paola

E’ un’assolata domenica mattina: in un cielo limpidamente azzurro si muovono, lente, alcune nubi macchiate d’avorio. E’ presto e l’aria beneficia ancora della frescura lasciata in dono dalla notte. Decido all’improvviso di andare a fare una scampagnata nel vicino borgo di Laureana di Borrello, tanto per concedermi una giornata diversa dal solito.

In un batter d’occhio sono in auto e con altrettanta velocità mi lascio alle spalle i vicoli del centro di Rosarno. Ai margini della carreggiata iniziano pian piano a comparire distese verdeggianti di agrumeti, punteggiate da vivaci spruzzi d’arancio. L’abitato è ormai lontano e le uniche strutture simili a delle case sono alcune precarie rimesse per gli attrezzi. La meta è sempre più vicina e dopo aver saziato il guardo di campagna, fatta di piante di agrumi intervallate da uliveti, s’iniziano a scorgere nuove abitazioni.

Tutto appare abbozzato, incompleto. Gli edifici appaino spesso privi di rifiniture, talvolta persino costruiti a metà: dei piani superiori, sovente, non restano che gli scheletri forgiati in cemento e mattoni. Nutriti gruppi di persone e vecchi veicoli, tra i quali spiccano rumorose e caracollanti api, nella maggior parte dei casi guidate da canuti contadini, affollano le vie cittadine. E’ giorno di mercato e, come d’abitudine, la gente si riversa in strada per fare provviste.

Dalla piazza del paese parte un variopinto cordone di bancarelle che di si snoda tra gli angusti saliscendi che costituiscono il locale manto stradale.
In prossimità delle costruzioni più basse, benevole chiazze di sole illuminano l’asfalto.
Merci e prelibatezze di ogni tipo si mostrano in tutto il naturale splendore. Da enormi sacchi di iuta fanno capolino aromatiche spezie e legumi vari, i cui intensi profumi travolgono inevitabilmente i viandanti. Lo stesso copione si ripete qualche metro più avanti, dove le sfumature cromatiche di grandi recipienti di plastica, contenenti diverse tipologie di olive, peperoncini e pesci essiccati, si alternano in un’armonica sequenza. La frutta e la verdura, al contrario, giacciono su un letto di foglie verdissime, in piccole cassette di legno.

Le grida degli ambulanti – abili coltivatori e smaliziati mercanti – che, decantando le lodi dei loro prodotti, cercano di attrarre potenziali compratori, si mischiano al brusio della folla ed ai versi degli animali, prevalentemente pennuti, che attendono in piccole gabbie di cambiar padrone.

Anziane comari, occasionalmente accompagnate da parenti più giovani, quasi sempre donne, rovistano scrupolosamente tra le merci esposte, facendo la spola tra una bancarella e l’altra, allo scopo di individuare l’affare migliore; bambini agitati si dimenano e sbraitano per convincere le madri ad acquistare un’ambita leccornia, mentre giovani coppie di fidanzati passeggiano lentamente a braccetto.

In un tale magico contesto, per certi versi simile a quello dei tanti bazar che caratterizzano il medio oriente, non si può far altro che restare incantati. Il mix di colori, sapori, suoni ed odori che distingue questo operoso angolo di Calabria è una visione che difficilmente può finire nel dimenticatoio. Un valore aggiunto, quindi, alle tipiche bellezze del luogo rappresentate dagli edifici religiosi, quali ad esempio la suggestiva Chiesa di San Francesco di Paola, e dagli straordinari scorci paesaggistici.

(Foto di Ennio in Pubblico Dominio)

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