5 Dicembre 2008

Un paese plasmato dalla roccia e dalla cultura

di Eleonora Giuliani (Blog Cervara di Roma. Racconti di Viaggio)

Cervara di Roma è un piccolo comune in provincia di Roma, che dista pochi chilometri da dove abito; mai però per la testa mi era balenata l’idea di andarlo a visitare.

Panorama

Cervara

Quando lo feci, mi resi subito conto di quello che mi ero persa per molto tempo e che, pur avendolo così a portata di mano, avevo inconsapevolmente indugiato nell’apprezzarne le bellezze.
Definirlo un incantevole paesino è dir poco! Già mentre la si raggiunge ci si rende conto della magia che trasmette, arroccato come è su uno sperone roccioso.

Appena sono arrivata, mi sono rallegrata della mia tenuta ginnica: in un paese così ci si può muovere, a mio parere, solo con un bel paio di scarpe basse! A quanto pare le belle cose vanno conquistate e sicuramente dopo aver visitato Cervara si è soddisfatti della sana sfacchinata sostenuta.

Il ridente comune viene definito la città degli artisti e basta visitarlo con occhio vigile per intuirne subito il motivo: ogni singola strada, infatti, è tappezzata di frasi e citazioni di grandi poeti.
Quella che più mi ha colpito è stata la scrittura a muro di uno stornello del grande Ennio Morricone, abitante della zona, che non ha saputo astenersi dal comporre pochi ma suggestivi versi su questo stupendo paese definito Paradiso Terrestre.

Non appena ci si addentra all’interno del borgo ci si perde in tortuosi e stretti vicoli, che da irte salite si trasformano tutto ad un tratto in ripide discese.

Quel giorno, insieme ad un gruppo di amici, siamo arrivati lì richiamati dalla tradizionale “Festa delle Birre” e perciò non ci siamo stupiti quando abbiamo trovato un paese affollato e adornato per l’occasione. Lungo le stradine del paese tanti gli stand e numerose le persone che, provvisti di grandi bicchieri, degustavano le tre birre tipiche della zona.

La musica aleggiava nell’aria e invitava tutti a immergersi in quell’atmosfera di festa e di felicità che attraversava l’intero paese. Dal canto mio, non mi sono lasciata sfuggire l’occasione di assaggiare quell’invitante prodotto locale e dopo due bei bicchieroni di birra ci siamo ritrovati tutti a ballare tra i vicoli del bel borgo di Cervara.

Vissuta a pieno la festa, soddisfatti della serata e del bel tempo trascorso, per salutare quel magnifico posto che ci aveva regalato una serata all’insegna del divertimento e della spensieratezza, ci siamo addentrati di nuovo all’interno. Convinta che ormai la serata volgesse a conclusione, mai avrei immaginato di imbattermi in uno spettacolo che da lì a due minuti avrei definito straordinario.

Dietro l’angolo, lungo una discesa rocciosa, illuminata da potenti fari, si innalzava un’intera parete ricoperta di sculture scolpite direttamente sulla roccia.

Non so chi sia l’autore di quelle opere d’arte, ma l’unica cosa certa è che siamo rimasti per lungo tempo a fissare quella parete, senza fiato. Le figure scolpite, con estrema naturalezza, fuoriuscivano dalla roccia come delle creature incantate: elefanti, sirene, volti umani uscivano fuori da quel gioco di luci che si riflettevano sulla roccia.

Naturalmente il tempo passava e, a malincuore, ci siamo decisi ad abbandonare quell’indescrivibile spettacolo per rimetterci in marcia verso il borgo. Arrivati in piazza, seduti a un tavolino di un bar, tutti ci siamo rallegrati della stupenda serata trascorsa nell’affascinante Borgo degli Artisti e abbiamo scommesso che nessuno di noi avrebbe mai dimenticato quella indescrivibile emozionante gita a Cervara di Roma.

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