13 Dicembre 2008

Le tradizioni di un paese che ispirano magia

di Sofia Riccaboni (Blog Montalto Pavese. Interviste Scrittori)

Fabrizia Orisia Scipioni regala una descrizione di Montalto Pavese piena di amore e passione.
Racconta le sue sensazioni e la forte tradizione che la lega a questa terra adottiva: il luogo nel quale riesce a scrivere i suoi romanzi - ultimo “La coscienza della vita” - perché le dona serenità e calma, come il camino di casa sua che è il posto che più ama in assoluto.

Fabrizia Orisia Scipioni

Fabrizia Orisia Scipioni

Come si vive a Montalto Pavese?
In realtà sono milanese di nascita e non avrei mai pensato di poter affezionarmi così tanto a un altro posto, tanto da arrivare a sentirlo mio più della città nella quale sono nata e che amo infinitamente.
Io abito in una minuscola frazione di Montalto che conta quindici abitanti, che nulla ha da invidiare al Rio Bo di Aldo Palazzeschi.
L’unica cosa che manca è il ruscello, ma lo si trova nelle campagne che ci sono intorno, a Lirio, dove vado a passeggiare la domenica con i miei cani.

Quali sono le cose che maggiormente le piacciono della vita cittadina?
Qui tutto è rimasto fermo: ancora oggi senti l’odore dell’uva che fermenta dopo la vendemmia, ci sono le stalle con le mucche, si incontrano persone a cavallo e i contadini che fanno i salami. Le colline sono dolci e non irte, ma l’atmosfera c’è tutta. Quando nevica poi: il silenzio, la pace, i fiocchi grandi che ricoprono subito le strade, poche persone che camminano nel silenzio. Una vera magia!

Quali sono i momenti dell’anno che preferisce?
Sono i giorni della festa patronale legata a San Martino. Si mangia la polenta e si beve il vino novello sotto un tendone che viene allestito per l’occasione, al caldo delle stufe a legna mentre, fuori, qualcuno cuoce le castagne. Ma anche l’Epifania, quando si brucia la Vecchia.

Montalto Pavese

Veduta di Montalto Pavese

Il punto più bello del paese.
Il Belvedere, che si raggiunge con una breve passeggiata, da dove puoi vedere il panorama e mettere un fiore davanti alla statua della Madonnina del Vento.
I miei figli andavano sempre lì a fare merenda con mia madre quando erano piccini e ancora oggi, quando hanno voglia di pace, vanno lì a rigenerarsi. Tra quegli immensi prati, fanno volare gli aquiloni e guardano, quando ci sono, i deltaplani.

C’è qualcosa di Montalto nel suo ultimo romanzo?
Questa è una domanda da cento milioni di dollari. Percorrendolo mentalmente credo di no, ma non ne sono sicura.
Piuttosto ha influito notevolmente sul romanzo Elena, una cara amica giudice, nata e cresciuta nella frazione di Finigeto: pazientemente si è messa a mio completa disposizione per farmi capire con semplici parole come funziona il sistema giudiziario italiano. Le ho dato fogli e fogli da rivedere temendo di scrivere stupidate nei capitoli che avevano a che fare con la giustizia, gli avvocati e i tribunali.

Cosa non le piace di questo paese?
Mi piace davvero tutto. Ciò che non sopporto è la prepotenza delle persone che vengono qui nei fine settimana pensando di portare la civiltà.

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2 commenti a “Le tradizioni di un paese che ispirano magia”

  1. Sara Radicia scrive:

    E’ un intervista davvero bella e da persona che proviene da una piccola realtà sono particolarmente felice di leggere l’ultima considerazione :-)

  2. ettore belloni scrive:

    Per caso ho trovato questo blog.
    Montalto è il paese di mia nonna,il paese delle mie vacanze di tutta l’infanzia e la giovinezza.
    torno quando posso e ci trovo la “mia gente” i miei amici, un’età che non c’è più!
    grazie alla scrittrice per quello che ha scritto, grazie a Montalto di esistere.

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