16 Dicembre 2008

A spasso in una città tutta per me

di Elena Cuomo (Blog Scalea. Racconti di Viaggio)

Il sole picchia forte sulla calda cittadina di Scalea. Sono le 14.30 e tutti sono in spiaggia a godersi il mare dalle acque trasparenti.
Scalea è più bella quando è deserta. Ho deciso di fare una passeggiata tutta sola e assaporare le bellezze che la città mi offre, lasciando agli altri il relax della spiaggia dai sassolini grigiastri.

Seduta sulla panchina in via Lauro, osservo i pochi passanti che si avviano verso la spiaggia. Ogni tanto qualche macchina rompe il silenzio che mi circonda e gli uccelli spiccano il volo a ogni rombo di motocicletta.
La giornata è afosa ma per fortuna l’alberello accanto mi ripara, con la sua ombra, dai raggi del sole.
Mi aggiusto gli occhiali da sole e mi alzo in fretta. Mi avvio verso la gelateria e chiedo un bel cono fragola e limone. La signora mi risponde in dialetto, capisco benissimo cosa mi chiede, ma è un po’ diverso dal mio napoletano!

I negozi sono chiusi e io dovrei comprare i souvenir da portare alle amiche al mio ritorno a casa… ci penserò dopo, quando apriranno.
Mi accorgo che dalla mia postazione, guardandomi intorno, posso osservare tutte le bellezze di questa cittadina della Calabria. Il Castello, per esempio, si staglia lì su un’altura. Ricordo che mio zio un giorno mi disse che lì fu firmato il “Patto di Scalea”, una sorta di spartizione territoriale.
Alla mia destra, a guardia della città, c’è la Torre Giuda. Mi fa un effetto strano osservarla, chissà per cosa è stata costruita, sembra una sentinella che vigila e sorveglia il paese.
Proseguo la mia passeggiata e mi dirigo verso il Corso Mediterraneo. Da qui la grande distesa del lungomare è fantastica. Il litorale mi si para davanti come una festa di colori: la luce chiara del sole, l’azzurro intenso del mare, il marroncino degli scogli e l’arcobaleno dei tendoni degli stabilimenti balneari.
Da lontano, come se sfavillasse, c’è la Torre Talao posizionata su uno scoglio che ricorda la testa dell’Imperatore Bonaparte.
Eccola, la “Piccola Capri”, la baia che per i tre grossi scogli accanto alla riva rievoca i faraglioni dell’isola partenopea.

D’estate il paesino si riempie di gente. Le fresche sere sono allietate da manifestazioni culturali, eventi, concerti e raduni bandistici. Proprio l’altra sera ho assistito a coinvolgenti esibizioni di alcune bande regionali, in Piazza Caloprese. Che emozione, ma soprattutto che ammirazione ho provato nel vedere ragazzi di neanche diciotto anni riuscire a suonare così bene uno strumento musicale.

Mi giro volgendo lo sguardo verso la città e riprendo il cammino conservando i ricordi.
Numerosi bar e supermercati accompagnano il lungomare e di sera si riempiono di giovani affamati dei caldi cornetti locali o di famiglie ancora alle prese con la spesa giornaliera.
I negozietti iniziano ad aprire e il paesino comincia a colorarsi delle tinte pomeridiane. Perlustro le botteghe. Ognuna ha dei prodotti tipici: piatti decorati, pupazzi, scarpe fatte a mano e per speziare il palato non potevano mancare i peperoncini, tipica pietanza calabrese.
Le giostre hanno riaperto i battenti, la città si sta già vestendo per la sera. Ma io voglio ancora godere delle ultime ore di luce. Entro in uno dei bazar più riforniti: calamite, lampade, tazze e salvadanai… credo che questi regali possano piacere.

Faccio il giro della strada e mi trovo in prossimità della piazzetta nel centro. Com’è diversa Scalea quando è affollata!
Vie in salita e in discesa, negozi di ogni tipo, giostre e il trenino panoramico che va dal centro alla periferia, questa è la città amata dai suoi villeggianti. La gente sui risciò si diverte a gironzolare per le strade, gli alberi alti fanno ombra sui marciapiedi, i negozietti si affollano di turisti mentre chi è stanco della giornata di mare ritorna alla propria dimora scalpitando per le vie.
Alzo la testa e su di un muro leggo: Via Fiume Lao, il corso d’acqua sulla cui foce sorge proprio il paese.

Si sta facendo sera e l’orizzonte con il suo spettacolo di sfumature di colori si appresta a presentare il chiarore della luna. La città si sta di nuovo spopolando. Avrei voglia di restare ancora qui ad ascoltare il silenzio dei vicoli. Poi mi fermo a riflettere, meglio andare via verso casa e conservare intatto il ricordo di una giornata trascorsa solo in compagnia di questo splendido centro.

(Le foto 1 e 2 sono di Vincenzo Costantino, la terza foto è di Elena Cuomo)

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