17 Dicembre 2008

Un giro in maschera sulle carovane dell’arte

di Valentina Cavaliere (Blog Fano. Alla Scoperta della nostra Italia)

Poche città possono vantare un passato tanto prestigioso, soprattutto quelle di medie dimensioni. Fano, piccola cittadina della Provincia di Pesaro, è una particolarissima eccezione.

Punto di riferimento marittimo assieme ad Ancona in epoca romana, residenza della dinastia dei Malatesta nel medioevo. Una città che può ostentare un immenso patrimonio storico-artistico; tante piccole tracce, dunque,  di incontri, scontri, vittorie e alleanze. Ogni singolo monumento, se solo potesse, potrebbe narrare di avvenimenti secolari compiuti da grandi uomini.

fano_arco_di_augusto foto 1

Fano, arco di Augusto

Il tutto dispiegato agli occhi dei visitatori già alle porte della città, dove si eleva il grande Arco di Augusto, punto d’accesso essenziale per gli spostamenti sulla costa adriatica della penisola, sulla cui pietra furono incise nel IX secolo d.C. le gesta dell’Imperatore Ottaviano a futura memoria di un’immortale grandezza.

Paradossalmente, a pochi metri di distanza, entrando in piazza XX settembre, si attraversano altri secoli di storia. Al centro, infatti, vi è edificato il medievale Palazzo della Regione, sotto i cui portici gotici si alternano ancora oggi sommessamente o appassionatamente le tante discussioni politiche. A pochi passi è possibile ascoltare gli altri echi del passato fanese provenienti dal vicino Museo Civico. Un piccolo mondo nel quale rivivono ancora le vestigia della dinastia dei Malatesta, nobili e autorevoli nei loro stemmi o nelle immagini delle antiche e preziose monete. Echi, questi, che valicano i corridoi delle prestigiose gallerie e scendono lungo le strade a sfilare con mille colori e mille maschere per il noto e antichissimo Carnevale di Fano.

carnevale di Fano foto 2

Carnevale di Fano

Quello che è notoriamente considerato il Carnevale della città è, infatti,  una vera e propria enciclopedia a cielo aperto. E’ la festa in maschera più antica d’Italia, tra gli eventi turistico-artistici più importanti delle Marche. Le sue radici risalgono al lontano 1347, quando gli abitanti della cittadina, appoggiati dai Malatesta, come attestano numerosi documenti ufficiali, davano libero sfogo alla propria fantasia e creatività, vestendo abiti bizzarri e preparando a festa case e carri.

Oggi tutti possiamo rivivere l’allegria senza tempo che la celebrazione offre. A febbraio, infatti, puntuali, si dispongono sulle strade i camioncini ambulanti con i tanti panini farciti (ma poiché siamo in terra marchigiana è meglio dire piadine) e caramelle di ogni forma e colore.
Un consiglio che sento di dare al popolo tutto, è quello di lasciare a casa l’ingordigia dell’inizio. E già perché proprio da quelle bizzarre carovane, su cui vengono cinicamente disposte sagome di politici, nelle loro pose “migliori”, atleti e pin up, vengono sparate a razzo migliaia di dolci da volontari giocosamente invasati. Si potrebbe pensare ad una fantastica pioggia di cioccolatini e caramelle ma quando si è sotto ai carri e si è colpiti alla testa o sul naso, per i meno fortunati, questi gustosi oggetti volanti, diventano dei veri e proprio proiettili. Ecco perché, una volta lì, i fanesi assieme ai visitatori più esperti, si muniscono di ombrelli, o per meglio dire ombrelloni, grazie ai quali, fanno incetta di tutto ma proprio tutto.

Al termine della sfilata ciò che resta non è una normale piazza al termine di una festa bensì un campo di battaglia il cui vincitore mostra fiero ed orgoglioso il suo bottino di guerra da sfoggiare fino all’epifania dell’anno dopo! Ma i vinti non devo assolutamente scoraggiarsi. Per consolarsi della disfatta posso recarsi in uno dei tanti ristoranti del centro e ordinare il famoso pesce azzurro, freschissimo e dolce, cucinato con le antiche ricette con pasta fatta in casa e vivere così una nuova festa, con colori diversi ma sicuramente più gustosi e meno pericolosi.

(Foto 1 di Nickel Chromo in pubblico dominio, foto 2 di Valentina Cavaliere)

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