21 Gennaio 2009

Lo stile va in scena a Lubrichi

di Andrea Bonfiglio (Blog Santa Cristina d'Aspromonte. Racconti di Viaggio)

Ho sempre sentito parlare in maniera lusinghiera del paesaggio “made in Calabria” e nessuna differenza ho mai notato in termini di lodi nei discorsi aventi a oggetto la fascia costiera o l’entroterra.
Una zona in particolare, tuttavia, ha catturato la mia curiosità in più di un’occasione ed è per questo motivo che ho deciso di raggiungerla. La meta in questione è l’Aspromonte, descritto sovente con parole cariche di emozione nelle discussioni intavolate dai parenti.

Salgo così a bordo a della mia auto e imbocco la famigerata Salerno - Reggio Calabria, autostrada nota da lustri per le precarie condizioni del manto stradale e per le numerose deviazioni, figlie di “lavori in corso” che sembrano non aver fine.
L’uscita di Gioia Tauro non dista poi molto da Rosarno, mio quartier generale, per cui in poco tempo sono già in direzione Amato.

E’ mia intenzione arrivare a Santa Cristina d’Aspromonte, poiché un amico mi ha fatto sapere che vi si svolgerà un evento legato alla moda.
Nel tratto di strada che percorro rimango colpito dalla grazia di quello che percepisco come un suggestivo grappolo di case immerso nelle verdeggianti alture del reggino. La presenza di poco più di mille abitanti è un indizio concreto della tranquillità che si respira in questo incantevole scorcio di sud, collocato a un altitudine di 514 metri sul livello del mare.

Il mio incedere per le strade cittadine prosegue fino alla frazione di Lubrichi, luogo ove è in programma la manifestazione conclusiva della prima edizione del “Premio Letizia Carzo - Taglia e cuci con arte“, ovvero il riconoscimento consegnato allo stilista calabrese che meglio si è distinto nel campo della moda.
La pubblica cerimonia di premiazione, con annesso spettacolo, è un omaggio alla compianta sarta che dà il nome al premio, natia proprio della località di Lubrichi, madre dell’estroso cabarettista Giacomo Battaglia (noto per le performance in coppia con Luigi Miseferi, col quale forma il duo Battaglia & Miseferi).

Dopo aver assistito all’esibizione dei due comici e alle danze delle “Peperoncine”, graziose ballerine giunte ad allietare la giornata degli spettatori, mi incammino per gli angusti vicoli del borgo, in un continuo saliscendi.
La musica proveniente dal palcoscenico accompagna ogni mio passo mentre cerco di imprimere nella memoria l’immagine di questa ridente cittadina.

Le scarne abitazioni che scorgo lungo le vie, le une di fronte alle altre, separate solo da piccole viuzze che vedono il sole giusto attorno a mezzogiorno, mi fanno tornare in mente altre città della regione.
L’essenzialità di tale agglomerato urbano, sebbene simile a qualcosa di già visto, mi sorprende come la prima volta. La serenità con la quale anziani comari svolgono i lavori domestici, stando a sedere di fronte all’uscio di casa, sembra l’immagine di una cartolina rubata al passato.
Stesso discorso vale per i tradizionali festeggiamenti del patrono della contrada,  San Fantino, caratterizzati dalle annuali sagre dell’olio e della birra, nonché dagli spettacoli bandistici e dal teatro in vernacolo.

Che a Lubrichi sia presente una porta spazio-temporale?
La ragione induce una risposta che non lascia spazio a dubbio alcuno…

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