3 Marzo 2009

Lì dove regna la quiete e la fiducia

di Emanuela De Fazio (Blog Moncalvo. Racconti di Viaggio)

Il tragitto

Panorama

Da tempo desideravo vedere la città di Moncalvo, in provincia di Asti, e visto che avevo un po’ di tempo a disposizione, partii a ora di pranzo da Milano in dolce compagnia.
Prendemmo l’autostrada e, dopo poco, con tutta calma arrivammo a destinazione.

Il percorso, appena fuori dall’autostrada era bellissimo: le campagne, i vigneti e le cascine che costeggiavano la strada erano a dir poco suggestive. Ciò che facilitava il “godimento” del viaggio era la totale assenza di macchine. Sembravano tutti scomparsi e questo ci rese felici.

I paesini caratterizzati da tante casette tutte vicine riempivano a tratti le grandi estensioni di terra.
Per arrivare a Moncalvo non solo attraversammo verdi zone, ma anche innumerevoli castelli, molti dei quali conservati in ottimo stato e con tutta probabilità abitati. Erano talmente belli che neanche una minuziosa descrizione sarebbe sufficiente per rendergli giustizia.
Perciò consiglio vivamente di andare a visitare queste “pacifiche” zone e, se si ha la possibilità, di farlo durante la settimana, quando non si trova traffico e si può “vivere” intensamente il paesaggio.

Pian piano arrivammo in paese e parcheggiammo la macchina in una piazza adiacente la chiesa del comune. Scesi per prima e mi fiondai, curiosa, vicino ad un muretto che costeggiava la salita che portava proprio all’edificio religioso. Anche da quel punto c’era uno spettacolo magnifico delle campagne piemontesi.

La via del centro

La via del centro

Era strano, ma realmente sembrava che tutti se ne fossero andati: gli abitanti, i turisti… tutti. Si vedevano solo pochi signori nella piazzetta. Mi sembrava di essere finita in uno strano film!
Ci dirigemmo verso la stradina del centro; era stretta e su questa davano diversi negozietti, edicole e una cartoleria… tutte chiuse!
Certo è che l’ora di pranzo non aiutava.
Scherzi a parte, credo che quello fu una vera fortuna.
A volte è molto più bello passeggiare in una città deserta, piuttosto che in una affollata, così da notare particolari altrimenti inosservati.

Ci colpì il fatto che, nonostante i negozi fossero chiusi, le merci in vendita erano all’esterno di questi. I fiori ad esempio o, ancor più interessante, le zucchine, le melanzane e altre verdure e ortaggi i negozianti le avevano lasciate all’esterno consapevoli del fatto che nessuno avrebbe toccato niente.
E’ bello pensare che in alcuni posti c’è ancora così tanta fiducia nel prossimo!
Forse è tipico dei paesi o dei comuni non molto grandi. Non mi sembra di aver mai visto una cosa del genere a Milano, ma potrei sbagliarmi!

La piazza cittadina

La piazza cittadina

Proseguimmo e finimmo in una bella piazza. Vi era un edificio con una campana in cima e un grosso orologio al centro. Una sua parte ospitava il teatro e dallo spiazzo alla sua sinistra si poteva osservare un’altra scorcio delle immense campagne piemontesi.
Riscendemmo da un’altra via e ai nostri occhi si presentarono due grossi edifici paralleli uno all’altro.

Erano stati costruiti con mattoni rossi, come praticamente tutto il comune. Si vedeva chiaramente che le case presentavano questo tipo di materiale. Pur essendo state restaurate o risistemate, il comune non aveva voluto eliminare “l’impronta rossa” dai propri edifici.
Andammo su e giù per le stradine di Moncalvo sino a ritornare al punto di partenza per poi proseguire il nostro percorso alla scoperta di un altro bel comune italiano.

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