13 Marzo 2009

Musaba, un laboratorio d’arte tra le balze dell’Aspromonte

di Lucio Rodino (Blog Mammola. Interviste Musei)

Veduta del MuSaBa

Veduta del MuSaBa

Il MuSaBa, parco Museo Santa Barbara creato dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas, è sorto su un ex complesso monastico e su una ex chiesa del 1100 e ospita l’opera murale tridimensionale “Sogno di Giacobbe”, un parco d’arte con giardini ed orti mediterranei, numerose opere monumentali e architettoniche, una foresteria, una biblioteca, un laboratorio, un centro informatico e l’ex stazione utilizzata come ufficio.
I due ideatori, alla fine degli anni ‘60, decisero di lavorare ad un progetto globale in cui la produzione dell’arte avesse dei precisi punti di riferimento storici ed ambientali e scelsero di farlo a Santa Barbara, una grangia certosina del decimo secolo ricca di fascino ma completamente in rovina, situata a sud est del centro abitato di Mammola, nella Vallata del Torbido in provincia di Reggio Calabria.
Hiske Maas intervistato per Comuni-Italiani.it

Perché il museo è sorto nell’antico complesso monastico del comune di Mammola?
L’avere portato la cultura tra le balze dell’Aspromonte, nell’ex complesso certosino, trasformato in un originale parco museo, è la prova irrevocabile della forma e dell’immagine di cui il territorio e la sua storia vogliono riappropriarsi. Una testimonianza autentica e pregnante di significati.
Il progetto del Museo laboratorio Santa Barbara è un unicum inscindibile con il recupero dell’area monumentale medievale, di cui esso costituisce un momento esemplare di inserimento all’interno del concetto culturale di attualità, che non separa artificiosamente il presente dal passato, ma ne vuole interpretare il senso profondo, che va verso la vita, come migliore condizione per la conservazione dei reperti storici.

Un mosaico della foresteria di Musaba

Un mosaico della foresteria di Musaba

Nik Spatari ha ridestato le vecchie pietre conventuali all’interno di un complesso museale, capace di integrare in una visione internazionale una regione come la Calabria, legando e distinguendo i lasciti di una civiltà millenaria con il farsi dei nuovi linguaggi dell’era tecnologica e della virtualità.
La concezione architettonica storico-museale della nuova sagoma rispecchia e si accomuna al circostante paesaggio di monti e torrenti, parte integrale dell’ambiente.

Quali logiche vi hanno guidato nel progetto di recupero e di trasformazione di Musaba?
Siamo riusciti a creare una struttura innovativa, inquadrata nel filone di raffinata e moderna tecnologia, in grado di instaurare un dialogo con le strutture più antiche a cui offre protezione, con il suggestivo contesto paesaggistico incastonato al centro di un acrocoro. Il progetto, elaborato da Spatari (amico e collaboratore di Le Corbusier negli anni ’60 durante il suo soggiorno parigino), è un’opera sensibile, perenne, senz’alcun timore di incontro-scontro tra architettura e natura e tra architettura contemporanea ed architettura storica.

Quali sono state le difficoltà nel recuperare la struttura?
Oggi come trent’anni fa il problema è sempre lo stesso: non abbiamo i fondi di cui avremmo bisogno e gli enti regionali mancano totalmente della capacità di programmare.

Quali sono le attività della scuola museo?
Sono tante: c’è il laboratorio “Imparare Attraverso l’Arte” che offre l’occasione di conoscere in modo approfondito l’arte, l’architettura, l’ambiente, l’archeologia e la storia mediterranea, in un intreccio tra passato, presente e futuro; il progetto in progress “AMA Ambiente Mediterraneo Arte” che si ispira alle botteghe rinascimentali, dove il maestro cercava i suoi collaboratori affinché lo aiutassero a realizzare i lavori e dove, quindi, gli allievi imparavano l’arte attraverso la pratica.
Così Musaba diventa un centro per la formazione dei giovani e per tutte le persone che abbiano un particolare interesse per l’arte. Chi vuole approfondire la conoscenza di quella mediterranea e dei valori culturali di cui la storia della Calabria è portatrice, partecipa ai workshop e agli stage di mosaico, colore e forma oppure a quelli di architettura, restauro innovativo e scultura.

Quante persone visitano ogni anno il parco museo?
Non è semplicissimo quantificarle. Approssimativamente Musaba è visitato ogni anno da quindicimila persone.

Quanti artisti sono passati da Musaba?
In moltissimi hanno partecipato al nostro progetto e hanno realizzato opere d’arte che sono diventate parte integrante del parco d’arte. Sono passati grandi artisti: Motoaki Ozumi, Alberto Coluccio, Hsiao Chin, Alfredo Pizzo Greco, Bruno Conte, Bruno Kempf, Mary Jane Moross, Barbara Quinn, Italo Sganga, Petra Rhijnsburger, Bruno Sutter, Pietro Gentili, Stevi Kerwin, Jin Jong Chen, Karl Heinz Steck, Shigeo Toya e Masafumi Maita.

Voi di Musaba collaborate con il comune e gli abitanti di Mammola?
I nostri rapporti con l’amministrazione comunale di Mammola potrebbero essere certamente più costruttivi, nell’ottica di una crescita costante comune.

Quale sarà la prossima iniziativa?
Si sta organizzando una retrospettiva itinerante di Nik Spatari, incentrata sulla presentazione della sua opera e del nostro progetto, al quale ha dedicato la vita. Sarà un evento artistico, architettonico, ambientale, archeologico e storico ad alto livello di un autore, che è stato ed è punto di riferimento costante per i più prestigiosi e significativi circuiti dell’arte contemporanea.

Riferimenti:
Parco MuSaBa - Museo Santa Barbara
Telefono/fax: 0964-414220
Indirizzo email: info@musaba.org
Sito web: www.musaba.org

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