11 Giugno 2009

“Ad anima” o “ad ancia”, gli organi della tradizione

di Paola Perna (Blog Paese. Interviste Artigiani)

Organo a canne (1)

Organo a canne (1)

Nel piccolo comune di Paese, situato nella provincia di Treviso, sopravvive un mestiere dove altrove è oggetto di disciplina universitaria. Chi vuole, per passione e tradizione, avvicinarsi a questo deve prima allontanarsi dalla propria terra per acquisire le competenze specifiche e poi tornare per metterle in pratica. E ciò che ha fatto il maestro di arte organaria Alessandro Girotto, prima di diventare anch’egli, come suo padre, un punto di riferimento importante per gli amanti degli organi a canne. Dalla creazione al restauro di questi antichi strumenti, sul sottofondo di un piccolo organetto ancora funzionante, costruito per gioco a soli sette anni.
Alessandro Girotto intervistato per Comuni-Italiani.it

A quando risalgono le origini di questa antica professione nel territorio veneto?
Nel Seicento, il Concilio Tridentino favorì la diffusione dell’organo per coinvolgere coralmente le assemblee nella liturgia e ne legittimò solennemente l’uso in chiesa. Nel campo artistico, nello stesso periodo, si sviluppò lo stile chiamato Barocco, attraverso il quale gli artisti miravano a persuadere e a stupire. Anche l’architettura delle chiese si adeguò ai nuovi dettami stilistici e, dalla seconda metà del secolo, ne conseguì uno sviluppo incessante di opere architettoniche e artistiche e da qui il nascere di botteghe di intagliatori, scultori, fonditori, ebanisti, pittori, architetti. Anche l’arte organaria partecipò a questo rinnovamento e l’organo acquistò sempre più un ruolo determinante.

Organo a canne (2)

Organo a canne (2)

Perché questo strumento diventa protagonista?
Nelle solennità liturgiche il coinvolgimento corale, la musica e la parola divennero elementi di un nuovo modo per affermare il primato cattolico e contrastare il credo del Protestantesimo e l’organo si adattava alla perfezione a questo ruolo, per le sue caratteristiche timbriche e sonore.
Nel nostro caso specifico, mio padre inizio l’attività verso gli anni Cinquanta e da allora la nostra bottega è diventata un punto di riferimento per gli specialisti e gli amanti del settore.

Quando è nata, invece, in lei la passione per questa antica arte?
Essendo figlio d’arte non poteva non affascinarmi fin da fanciullo. Avevo, infatti, sette anni quando mi costruii il mio piccolo organo per giocare. Tanto giocattolo poi non era visto che, a distanza di 45 anni, ancora funziona!
La passione per questo mestiere mi ha poi portato a iscrivermi alla Scuola Weishaupt di Westendorf e a conseguire lì la specializzazione. Poi anni di esperienza sul campo hanno fatto il resto.

Quali sono i prodotti o gli oggetti sui quali puntate maggiormente?
La mia attività è imperniata sui restauri di organi a canne antichi e moderni, meccanici, pneumatici ed elettrici. Ora è arrivata anche l’applicazione dell’elettronica della quale sono stato, agli inizi degli anni Novanta, ideatore e pioniere insieme a un ingegnere. Mi occupo, inoltre, di nuove costruzioni e di vendita di organi usati che, opportunamente restaurati, vengono collocati in nuove sedi, con i migliori risultati.
Spesso si cerca lo strumento non nuovo perché, come il vino, invecchiando diventa migliore.

Per quali caratteristiche secondo lei i vostri manufatti sono unici e inimitabili?
Perché ogni strumento creato o riparato, grazie alle abilità acquisite, diventa uno strumento unico e a sé. Nel restauro storico poi mi immedesimo nel suo costruttore per riuscire ad ottenere il meglio.
Da sempre attenti alle esigenze e alle aspettative del cliente, nella mia bottega si mette al primo posto la qualità dei prodotti, dando elementi di valutazione sugli strumenti più adatti per ogni esigenza.
Professionalità e qualità sono da sempre il nostro migliore biglietto da visita.

Organo a canne (3)

Organo a canne (3)

Quanto il tempo ha segnato l’evoluzione dei vostri organi?
Con il progresso ogni manufatto ha assunto aspetto e sonorità sempre migliori.

Ci sono nella sua città strutture permanenti per l’esposizione di questi manufatti?
Purtroppo no, perché per visionare questi strumenti bisogna visitare le chiese del territorio. Non vi è localmente alcun riconoscimento, diversamente da quanto avviene fuori provincia e regione.

Vengono organizzati eventi, mostre per la loro commercializzazione?
Solo in alcuni casi, a cui partecipo solo per espressa richiesta.

In che modo la sua attività potrebbe essere maggiormente valorizzata?
Essendo l’organo a canne uno strumento unico nel suo genere, in quanto con i suoi diversi suoni è come se suonasse un’orchestra gestita da un unico individuo, diventa difficile che possa essere valorizzato se non con l’intervento di strutture scolastiche che promuovano iniziative a scopo didattico, come accade negli altri paesi oltralpe, per esempio in Germania dove ho frequentato il corso di perfezionamento. Lì, le università propongono proprio un corso di laurea, unico ed indispensabile strumento che consente di aprire un’attività in proprio. In Italia ciò manca, a parte la scuola di liuteria di Cremona, che però nulla ha a che vedere con questo genere di attività

Arte organaria di Alessandro Girotto
via Fermi, 24/a - 31038 Paese (TV)
Recapito telefonico: 0422.484436
Indirizzo email: organmeister@alice.it
Sito web: www.arteorganariagirotto.com

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