21 Novembre 2009

Arte e natura a Nardò

di Giampaolo Nanula (Blog Nardò. Alla Scoperta della nostra Italia)

Nardò.

Nardò

Nardò è il secondo comune della provincia di Lecce per numero di abitanti e per estensione territoriale. La città non affaccia direttamente sul mare, ma vi dista meno di 10km.

Il tratto di mare del litorale neretino è fra i più belli della costa ionica e comprende il Parco Regionale di Porto Selvaggio, una delle località marittime più belle del sud Italia. Per quanto il termine selvaggio sia forse un po’ esagerato (non siamo nella foresta amazzonica!), si tratta di un tratto di costa di grande bellezza e di grande importanza paesaggistica e storica. Il parco di snoda per 432 ettari di pineta e macchia mediterranea, di cui sembra fare buona guardia Torre dell’Alto, una antica fortificazione aragonese che oggi ospita un museo di biologia marina.

Percorrendo le scogliere è possibile raggiungere inoltre Baia Uluzzo dove sono stati ritrovati reperti di epoca paleolitica così straordinari da definire il periodo a cui appartengono Uluzzano appunto. Infatti le immagini rinvenute in una grotta presso Baia Uluzzo sono ritenute da alcune le prime manifestazioni di arti figurative d’Europa.

Nardò ha quindi origini antichissime, sebbene il centro storico abbia oggi una impronta fortemente barocca. Questa piccola città è poco conosciuta, non fa parte degli itinerari del turismo di massa ma merita sicuramente una vista.

Osanna

L'Osanna

Prima di entrare nel centro storico incontriamo un piccolo monumento difficilmente interpretabile. È detto l’Osanna. Si tratta di una sorta di tempietto ottagonale posto al centro di una rotonda. Prende il nome da una iscrizione che lo cinge. Sicuramente era anticamente posto al di fuori delle mura della città; il che è strano in una città fortemente soggetta ad attacchi di turchi e saraceni. Si tratta forse di un riadattamento cristiano ad un oggetto di culto molto più antico, forse un menhir o una antichissima stele votiva. In ogni caso è l’unico oggetto simile presente nel territorio.

Appena oltrepassata l’area delle antiche mura, oggi non più presenti, si apre davanti a noi Piazza Salandra definita la più bella piazza barocca del Mezzogiorno. La piazza si presenta insolitamente asimmetrica ma allo stesso tempo molto elegante. Al centro fu eretta nel 1743 la Guglia dell’Immacolata per ringraziare la Madonna di aver risparmiato la città da un rovinoso terremoto che aveva sconquassato il Salento pochi anni prima. Si tratta di un tipo di guglia molto comune nell’Italia meridionale che prende a modello la celebre guglia di San Gennaro a Napoli.

Tutto intorno alla guglia la piazza, detta anticamente delle Legne, offre un insieme decorativo urbano di grande valore, costituito da logge e balconate, portali e balconi scolpiti finemente nelle calde tonalità della pietra locale. Per quanto i monumenti abbiano origini antiche, sono stati tutti rimaneggiati dopo il terremoto del 1743, ricoprendosi di un raffinato barocco tendente al rococò, conferendo alla piazza armonia. Catturano la nostra attenzione il Palazzo di Città, la Torre dell’Orologio e il così detto Sedile: luogo anticamente deputato alle riunioni dei notabili della città.

Chiesa di San Domenico, particolare

Chiesa di San Domenico, particolare

Sull’altro versante della piazza incontriamo il lato settentrionale della Chiesa di San Domenico, qui è posta una fontana raffigurante un toro, simbolo stesso della città. Infatti secondo una leggenda la città sarebbe stata fondata da genti provenienti dall’Epiro nel luogo in cui un toro, scavando con una zampa come raffigurato nella fontana, fece zampillare l’acqua dal terreno.

La facciata della Chiesa di San Domenico è opera di Giovanni Maria Tarantino e fu costruita a partire dal 1580. Tarantino è forse l’unico artista salentino che quanto ad inventiva ed originalità si possa contrapporre a Gabriele Riccardi che negli stessi anni stava costruendo la celebre Basilica di Santa Croce a Lecce. La chiesa neretina di San Domenico ne rappresenta il capolavoro. La facciata è suddivisa in due ordini quello superiore celestiale con figure di santi domenicani in cui trionfa la fede e il sacro, e quello inferiore più terrestre, quasi pagano, con figure di difficile collocazione iconografica, spesso grottesche, eseguite magistralmente con una grande attenzione per i particolari.

La Cattedrale cittadina dedicata alla Vergine Assunta è di origine medievale (già presente nel 1088), è stata molto rimaneggiata nel corso dei secoli in seguito a diversi terremoti: 1354,1456 e il già citato 1743.
L’attuale facciata è stata fatta costruire sotto L’episcopato del Vescovo Antonio Sanfelice ad opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice fratello del vescovo. All’interno è possibile ammirare un crocifisso ligneo del XIII secolo detto del Cristo Nero.

Da ricordare, infine, il Castello cittadino, una antica fortezza risalente alla dominazione aragonese del XV secolo. L’edificio è stato trasformato a fine ottocento in palazzo gentilizio ad opera della famiglia Personè ed oggi è sede del Municipio.

Insomma, Nardò è una cittadina tutta da scoprire!

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1 commento a “Arte e natura a Nardò”

  1. antmart scrive:

    Bellissima descrizione. Bravo Giampaolo.

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