7 Settembre 2009

Il cedro più buono d’Italia

di Elena Cuomo (Blog Santa Maria del Cedro. Alla Scoperta della nostra Italia)

Acquedotto normanno

L'acquedotto normanno

Quando si percorre la statale che da Scalea porta a Diamante è d’obbligo attraversare il lungo tratto di Santa Maria del Cedro. A destra gli stabilimenti balneari rompono la monotonia dell’azzurro del cielo con i loro ombrelloni colorati e le sdraio intonate, mentre l’acqua del mare cristallino luccica al variare delle tonalità di verde, blu, grigio e nero dei sassolini in profondità sempre pronti a solleticare i piedi. Il sale del mare che lascia sulla pelle uno strato ruvido entra in collisione, o per meglio dire, si amalgama alla dolcezza delle acque del fiume Lao che nasce in territorio lucano e sfocia nel Tirreno adagiandosi al manto salino della località.

Conosciuta in passato con il nome di Laos, dall’omonima popolazione che la edificò, la cittadina ridente e turistica, ha acquisito solo in tempi relativamente recenti l’attuale toponimo che la rende una delle mete più in voga durante i mesi estivi. Un nome che non tradisce la vera essenza economica del luogo, la prelibatezza dolciaria del piccolo ma grazioso comune: il cedro.

Una lunga tradizione si accompagna al frutto dal sapore dolce e acre allo stesso tempo: portato dagli ebrei sulle rive calabresi, viene ancora oggi utilizzato durante la festa del Sukkòth o Festa delle Capanne. Si narra che proprio Dio probabilmente indicò a Mosè il cedro come pianta sacra adatta per tale festività e per questo ogni anno i rabbini si recano a Santa Maria per raccogliere i semi del frutto da diffondere in altre località.
Si presenta sugli alberi con una bella forma a cuore, di color verde, pur se con rughe, e permette al paese di produrre pregiate qualità di liquori, sorbetti, granite, panettoni, gelati e confetture. Insomma inutile trascorrere una giornata qui e non gustare uno del dolcetti alla crema di cedro. Per non parlare dei vini che accompagnano i pasti con un retrogusto dolciastro o dei soffici cornetti caldi al cioccolato da assaporare rigorosamente di sera sotto il chiarore della luna.

Eppure Santa Maria non si definisce soltanto con la “gola”; il piccolo centro offre, difatti, strette stradine caratteristiche e dai ciottoli quadrati che ospitano ai lati botteghe di stampo tradizionale traboccanti di prodotti artigianali. E per di più il borgo nasconde anche reperti archeologici lasciati lì a guardia, a ricordarne il passato.

Purtroppo poco resta della chiesa di San Michele ristrutturata nel Quattrocento, visibile soltanto tramite ruderi e antiche colonne ormai quasi del tutto sgretolate.
Sul punto più alto del paesino si notano ancora le rovine di un castello, probabilmente costruito per controllare gli attacchi nemici dalle strade o dal mare. Forse l’unica costruzione che si mantiene ancora in condizioni abbastanza buone è l’imponente arcata dell’antico Acquedotto normanno di circa quindici metri che si innalza su una base di poco più di due metri.
Inoltre, rilevante è il cosiddetto Carcere delle Imprese, forse un tempo sfruttato come zona adibita ai lavori forzati dei reclusi che avevano il compito di portare avanti con scrupolosità e diligenza le fasi per la produzione dell’olio. Oggi l’edificio viene utilizzato per le manifestazioni culturali cittadine.

Insomma Santa Maria del Cedro ne offre di bellezze sia per la vista, con il suo bel panorama e i resti di un’antica città, sia per il gusto, dal cedro ai cornettoni imbottiti. Una striscia di strada che si affaccia sul fiume e che mescola le tinte verdi degli alberi da frutta a quelle azzurre del mare, scivolando attraverso il violetto dei chicchi d’uva appena schiacciati.

(Foto di Inviaggio in Pubblico Dominio)

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4 commenti a “Il cedro più buono d’Italia”

  1. fotofred scrive:

    bella e naturale,spesso ci trascorro qualche serata,ho una casetta vacanze a scalea

  2. Elena Cuomo scrive:

    Ciao fotofred,
    anche io ho una “casetta-vacanze” a scalea, di mio zio ma è come se fosse mia! ;-) Effettivamente questi sono proprio bei posti… da visitare e da vivere! Ci passo anch’io qualche serata ed è davvero palpabile la bellezza di Santa Maria del Cedro!
    A presto

  3. fotofred scrive:

    se si unisce la tranquillità del paese..con i dolci a base di cedro la cosa è completa.una nota soltanto ai responsabili del turismo,organizzate e date spazio alle feste e alle sagre,sono la vita ,a mio parere,allo sviluppo e all’espansione e alla conoscenza .un grazie ed un ciao ad elena

  4. Elena Cuomo scrive:

    giusto fotofred, hai davvero messo in luce un elemento essenziale!
    Il paesino dovrebbe essere rivalutato da un punto di vista turistico…. e soprattutto in estate, proprio quando i villeggianti hanno tanta voglia di scoprire posti nuovi, gusti e divertirsi! speriamo in qualcosa di positivo.
    Grazie a te per aver sottolineato questa “pecca”
    Ciao, a presto.

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