27 Dicembre 2009

Terra di acqua e di storia nell’Alto Casertano

di Daria Castaldo (Blog Pratella. Alla Scoperta della nostra Italia)

Adagiata come un prezioso presepe tra il monte Cavuto e la cosidetta Costa Pizzuta, il piccolo centro di Pratella, con le sue torri ed imponenti cinte murarie, sembra non essere stato intaccato dall’usura del tempo e del progresso, conservando tutt’oggi un’immagine graziosa e, allo stesso tempo, austera di semplice borgo medievale. Una volta arrivati al centro, lo sguardo viene rapito dall’insieme di casette che si arrampicano una sull’altra lungo l’altura: mattoni grezzi che si alternano a vicoletti ciottolati, portoncini piccolissimi che danno accesso a stretti cortili con animali o a piccoli orticelli.

Vicoli del Borgo

Vicoli del Borgo

L’aria limpida, un odore misto di legna ed erba ovunque, un silenzio pieno, una quiete voluta, interrotta solo dal movimento degli animali e dalle voci discrete e rarefatte provenienti dalle abitazioni. Eppure, qui ci si sente a casa: anche se, come distanti nel tempo e nello spazio, il calore di queste mura, della gente semplice che vi vive, i prati ed i boschi che circondano la zona, il fruscio delle acque dei fiumi, tutto contribuisce a rendere questa terra accogliente e piacevolissima da visitare.

Immerso, infatti, in un contesto davvero singolare, definito in primo luogo dalla stessa fisionomia del territorio, Pratella e tutta l’area circostante si presentano particolarmente forniti di fiumi e laghi, con una vegetazione ricca ed incontaminata, caratterizzata dallo splendido pino nero. La presenza di ampie zone pianeggianti ha in passato saputo accogliere popolazioni antichissime, che qui hanno costruito villaggi e centri fortificati sulle alture.

Nella zona di Mastrati, in particolare, sono stati rinvenuti i primi manufatti risalenti al Neolitico, mentre arroccati sulla cima del monte Cavuto – la montagna con il buco - sono, ancora oggi, ben visibili i resti di una città sannitica, considerata da alcuni come l’antica Callifae, scomparsa dopo l’avvento dei Romani. Davvero suggestive le ultime tracce dell’acropoli, circondata da quel che resta delle sue antichissime mura megalitiche, con uno splendido teatro ricavato nella roccia. Successivamente, sotto la conquista romana, queste terre sono state prevalentemente adibite al pascolo, da cui sembra derivare lo stesso nome Pratella.

Come testimoniano i reperti ritrovati, il cuore più antico del borgo sembra essere proprio presso le frazioni di Mastrati e Roccavecchia (dove resiste ancora la torre del vecchio castello): da qui si parte per lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta intorno al paese, escursioni nel verde e pic nic all’aperto, magari a base dei prodotti dell’eccellente gastromia locale, dai formaggi pecorini, ai vini, agli asparagi e ai funghi.

Sentieri intorno a Pratella

Sentieri intorno a Pratella

Ma per quanto straordinari possano essere i sapori ed i profumi legati alla cucina locale, il prodotto migliore di questa zona resta l’acqua: alle falde della Costa Pizzuta troviamo le sorgenti di acqua Lete, con poteri terapeutici riconosciuti, tanto da indurre la costruzione di uno stabilimento termale. L’acqua di Pratella, effervescente naturale, è quindi considerata tra le acque migliori di tutta Italia; proprio Pratella è sede di uno degli stabilimenti principali dell’acqua Lete. Inoltre, nelle vicinanze vi sono innumerevoli sorgenti di acque sulfuree ferruginose e magnesiache, come Ravone e Limatelle, ulteriore fonte di attrazione per i turisti che utilizzano queste acque a scopo terapeutico.

Infine quest’area offre una serie di percorsi naturalistici bellissimi, favoriti dalla ricchezza di grotte naturali come quella di Pratella (detta della Croce), quella di Colle Pezzuto (che secondo dicerie popolari sembra arrivare fino ad Ailano) e quella del monte Cavuto. Proprio intorno a quest’altura, si sviluppano una serie di stradine e sentieri percorribili che portano fin su ad una terrazza panoramica, da dove si può ammirare uno spettacolo di straordinaria bellezza: l’immensa piana del Volturno, circondata dagli imponenti querceti e dai boschi lussureggianti dell’Alto Casertano.

(Foto 1 e Foto 2 di GothEric in licenza Creative Commons)

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