Un corteo di carri allegorici, una sfilata che dissacra il potere politico con uno spirito irriverente tipico della Gallura. Così si festeggia il Carnevale, o meglio Lu Carrasciali, a Tempio Pausania, capoluogo del nord est Sardegna insieme a Olbia.
Tempio è una cittadina con un centro storico fatto di case di granito grigio, posta su un’altura e circondata da sugherete. Il Carnevale qui ha origini antiche, ma dagli anni cinquanta si è trasformato in una festa colorata, con la partecipazione dei carri allegorici di cartapesta tipici del carnevale di Viareggio. Il fervore dei preparativi dura, infatti, parecchi mesi e coinvolge e attira migliaia di persone, non solo abitanti del posto.
Per coordinare quello che è diventato l’evento più atteso di Tempio, e uno dei carnevali più conosciuti dell’isola, nel 1982 è stata fondata un’apposita associazione.
Francesco Aisoni, presidente dell’Associazione Carnevale Tempiese intervistato per il blog Comuni-Italiani.it.
Com’è organizzato il carnevale a Tempio?
È da sempre una festa che ruota attorno a un personaggio principale, re Giorgio, chiamato un tempo Ghjolghju Puntogliu. Ora è una gigantesca maschera di cartapesta che sfila per le vie del centro su un carro: rappresenta qualsiasi forma di potere, anche locale, e alla fine della settimana di carnevale, dopo il matrimonio con la popolana Mennena, viene processato in piazza e quindi condannato a morte.
A re Giorgio vengono, infatti, addebitate tutte le malefatte del potere, e, dopo la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi, la maschera di cartapesta viene bruciata così come un tempo veniva bruciato il fantoccio di paglia di Ghjolghju Puntogliu. Il rogo segna la fine del carnevale di Tempio, una festa cui partecipano ogni anno numerosi carri allegorici, a tema, e tanti gruppi e personaggi singoli.
Quando il carnevale di Tempio o meglio Lu Carrasciali è stato modificato, con la prima sfilata di carri allegorici?
Il vero cambiamento è avvenuto nell’arco di tempo 1950-55. Diciamo che è stato un adattamento del carnevale tradizionale, l’abbiamo rivitalizzato e reso più colorato con un’organizzazione più solida. Prima, secondo me, era un carnevale più povero, con le maschere tipiche che sfilano ancora oggi ma senza carri e senza la grossa partecipazione collettiva di questi anni.
È stato un signore di Tempio a invitare qui, in Gallura, i cartapestai di Viareggio, esperti nella preparazione di maschere molto belle, delle vere opere che caratterizzano il carnevale della loro città. Grazie a questi maestri abbiamo imparato l’arte della cartapesta e, dopo qualche anno di assistenza, ora ce la caviamo bene anche da soli.
Com’è organizzato quindi ora il Carnevale?
Le maschere principali sono sempre Re Giorgio e la popolana Mennena, per noi sono re e regina. Durante la settimana del Carnevale, celebriamo il loro matrimonio e diversi personaggi interpretano il ruolo dei cortigiani. Sono loro che adulano re Giorgio, fino a disperarsi quando viene condannato a morte e bruciato al rogo, la domenica.
Il processo avviene in piazza e al re, che è una sorta di capro espiatorio, vengono contestate tutte le malefatte del potere politico sia nazionale, sia locale. E poi ci sono i carri allegorici di cui abbiamo parlato, ogni anno un gruppo sceglie il tema, costruisce il carro e prepara i costumi. Sono spesso personaggi ironici e irriverenti, e l’intera sfilata mette alla berlina il potere piccolo o grande che sia. Questo è lo spirito del carnevale di una volta che abbiamo conservato finora.
Quanto durano i preparativi?
Durano parecchi mesi, nel corso dei quali gli abitanti vi si dedicano con ingegno e creatività. Dall’anno scorso la cittadina ha a disposizione degli appositi capannoni - noi li chiamiamo hangar - per la costruzione dei carri allegorici che sono molto ingombranti. Ogni gruppo ne ha uno e può lavorare tranquillamente, dopo l’iscrizione e la segnalazione del tema che si vuole sviluppare per partecipare al concorso.
È un impegno non solo di tempo ma anche economico… Come vengono finanziati i carri allegorici e i costumi più sfarzosi?
Le spese più importanti sono a carico del Comune di Tempio Pausania: ogni carro regolarmente registrato ha una cifra a disposizione dal bilancio complessivo del Carnevale. La festa è interamente patrocinata e finanziata dal Comune; noi dell’Associazione e tutti gli abitanti e i partecipanti siamo dei semplici esecutori e ideatori.
Ho letto di una particolare manifestazione per il carnevale: Lu palu di la frisjola. Di che si tratta? Si fa ancora?
È un palio molto antico, in cui i cavalieri si sfidavano in gare di destrezza, in sella ai cavalli, per contendersi una frittella lunga, noi la chiamiamo frisjola. È un dolce tipico del Carnevale gallurese. Lu palu di la frisjola è una corsa equestre, di destrezza, che ricorda la Sartiglia di Oristano: in quel caso il cavaliere punta a una stella, nella nostra gara l’obiettivo è prendere questa frittella.
Per qualche anno lo abbiamo fatto in una piazza di Tempio ricoperta di terra battuta, indispensabile per la corsa dei cavalli. Ora è da un po’ che non la organizziamo più… Serve infatti uno spazio apposito - i cavalieri devono correre sullo sterrato - e una strada in cui si possa correre in sicurezza.
C’è qualcuno che ha nostalgia del vecchio carnevale?
No, secondo me questo è più bello, più spettacolare. Secondo me piace di più…
Riferimenti:
Associazione Carnevale Tempiese
Sito web: www.carnevaletempiese.it/home.htm
Email: info@carnevaletempiese.it
(Foto di Gian Franco Serafino, per gentile concessione)
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