9 Aprile 2010

Vivere i Castelli Romani

di Sara Radicia (Blog Monte Compatri. Interviste Giornalisti)

Ci parli di Monte Compatri e di com’è il rapporto che, da giornalista, ha con il comune.
E’ una cittadina viva e vissuta. A ridosso della Capitale, il pendolarismo è diffuso, ma non tale da definirla città-dormitorio. Sagre, fiere, feste, anche un festival della filosofia e un concorso di poesia per ragazzi, il mercato del sabato: sono appuntamenti fissi che i cittadini rispettano e che richiamano visitatori. Abitata da monticiani, ma anche da molti ex-romani e, anche in virtù della vastità del territorio comunale che comprende anche l’area casilina, anche stranieri, comunitari ed extra.
Quanto al rapporto che Monte Compatri ha con i giornalisti, devo dire che l’amministrazione attualmente in carica ha particolarmente a cuore la comunicazione. Non a caso è uno dei pochi Comuni ad avere un regolare addetto stampa, il quale invia comunicazioni corrette e frequenti alle testate locali. Inoltre, è di pochissimi giorni fa la presentazione ufficiale del nuovo sito/portale del Comune.

Fontana dell'Angelo

Ci presenti brevemente Monte Compatri.
Monte Compatri è una cittadina di quasi 12.000 abitanti. Meta da sempre di visitatori e residenti attratti dal clima fresco, dal vino buono e dalle specialità enogastronomiche. Il bel borgo medievale appare intatto, affacciato su un cono vulcanico laterale dei Colli Albani, in posizione dominante sulla valle Prenestina sottostante. Intorno, si estendono le frazioni di Laghetto, Molara, Pantano, in costante crescita demografica e abitativa, punto di congiunzione tra la tranquillità del paese e la grande area metropolitana romana più a sud.

Cos’è per lei Monte Compatri o cosa rappresenta?
Monte Compatri è uno dei Castelli Romani. Come tutti gli altri, è un borgo, feudo del Signore locale fino a un tempo non troppo lontano. E, come tutti gli altri, non ha ancora del tutto abbandonato la percezione, di essere, appunto, un Castello. Mi spiego: come accade in molte parti del nostro paese, laddove l’istituzione di Comune libero in quanto tale è relativamente recente, il senso di comunità allargata non si è potuto ancora radicare nelle popolazioni. Accade quindi che in realtà quali i Castelli Romani solo i residenti più recenti percepiscano il territorio castellano come un’unica area, mentre è ancora frequente sentire da amministratori e cittadini “d’origine controllata” espressioni di rivalità tra Castelli vicini. Monte Compatri non fa eccezione.

Ha un buon rapporto con il territorio del comune?
Si tratta di un territorio piuttosto ampio e anche di vario genere. L’area di San Silvestro, ad esempio, è quasi montana. D’inverno capita a volte di andarci a scivolare sulla neve con i bambini. D’autunno, a cogliere funghi e castagne. D’estate a prendere fresco. Il paese è delizioso, un borghetto con scorci di panorama mozzafiato. Già, a valle, sulla Casilina, l’area commerciale e industriale, le cave e gli smorzi. Un buon rapporto, sì, anche se i monticiani non sempre sono accoglienti con i “forestieri”. Del resto, però, non capita solo a Monte Compatri.

Secondo lei cos’è che colpisce di più un estraneo alla sua prima visita a Monte Compatri?
Il punto di forza di una cittadina che si trova a pochi chilometri da Roma è sicuramente quella di avere tutto a portata di mano: la capitale da un lato, la tranquillità di paese dall’altro. Inoltre Monte Compatri, trovandosi a 600 m sopra il livello del mare, offre un clima fresco d’estate.

Fontana dell'Angelo

Ci parli delle bellezze artistiche del comune, quali sono i luoghi e le opere da non perdere?
Il Borgo Medievale è uno dei borghi meglio conservati di tutti i Castelli Romani. Da ricordare nel cuore del Borgo, l’antica torre campanaria (metà del ‘400) che si trova a fianco dell’arco che in passato era la porta d’accesso al Borgo Medievale. E poi sono da non perdere il Duomo, la Fontana del Belvedere, il Palazzo Altemps (che a breve verrà restaurato, grazie ad uno stanziamento della Regione Lazio). All’ingresso del paese, la Fontana dell’Angelo. E ancora il Palazzo Annibaldeschi (recentemente restaurato), il Convento di S. Silvestro e la chiesetta della Madonna del Castagno. Tutto questo, per il viaggiatore, che dovrà comunque proseguire il suo “Grand Tour” anche per gli altri Castelli, visitando tra l’altro anche i vari “nodi” del Sistema museale dei Castelli Romani e Prenestini.

C’è un oggetto particolare che nella sua mente collega al suo comune, una specie di simbolo di Monte Compatri…
Certamente l’Angelo della Fontana dell’Angelo, all’ingresso della cittadina: monumento in bronzo incardinato in uno sperone di tufo ricavato dalla vicina cava di Monte Salomone, che è diventato il vero fulcro della vita cittadina, ed è in ricordo di quanti hanno lavorato sul finire dell’Ottocento, a volte anche a costo della propria vita, per portare l’acqua dalle sorgenti di Carpinello fino al paese.

Quali sono gli eventi da non perdere?
La tradizionale Fiera di San Giuseppe, ad esempio: negli ultimi due anni ha coinvolto anche i cinque borghi del paese. Buono anche il Festival del Jazz, che è riuscito a portare a Monte Compatri artisti come Antonello Salis, Maurizio Gianmarco, Javier Girotto e Rita Marcotulli. L’estate, a ferragosto, la Processione e la Sfida dei Borghi, ovvero una rievocazione storica e una sfida con l’arco al centro del paese con i cinque Borghi che compongono Monte Compatri. Poi, la festa della Madonna del Castagno, la festa di San Antonio Abate, la Rassegna Cembalistica, il Concerto dell’Epifania, i Presepi nel Borgo Ghetto, il festival della Filosofia.

C’è qualche iniziativa particolare che vuole segnalare, una specificità che solo Monte Compatri possiede?
Un evento interessante è la “Sfida dei Borghi”. Borgo Le Prata, Borgo Ghetto, Borgo San Michele, Borgo Missori e Borgo Pantano. Merita una segnalazione anche il Concorso di Poesia per bambini e ragazzi, organizzato da Controluce, una realtà culturale e di informazione che merita attenzione.

Ci sono delle produzioni artigianali particolari da sottolineare?
Ovviamente, vino e olio. Le eccellenze dei Castelli.

Come pensa che sarà Monte Compatri tra qualche anno?
L’aumento demografico necessita di soluzioni in tema di viabilità, trasporti e parcheggi. E’ il problema di tutti i Castelli. Monte Compatri sta lavorando sui progetti di parcheggi nuovi e vuole favorire l’afflusso del turismo. Anche la storica “passeggiata” dovrebbe essere oggetto di restyling, così come Palazzo Altemps. Si punta molto sulla Metro C. In tutta l’area. Questa dovrebbe avere capolinea proprio a Monte Compatri, nella frazione di Pantano e potrebbe risolvere i sempre maggiori problemi di quei tanti castellani che lavorano a Roma, oltre che favorire l’arrivo di visitatori. Sempre che si pensi ad un parcheggio sufficiente a sostenere il grande e reale bacino d’utenza dell’area castelli romani, prenestini e casilina.

E lei cosa cambierebbe per migliorarlo?
Investirei in ambiente (nella raccolta differenziata porta a porta, ad esempio) e in cultura. Cultura per i giovani e anche per noi un po’ più grandi. Cinema, locali dove fare musica e arte, teatro, libri, incontri. In questo Monte Compatri è carente.

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