3 Aprile 2010

L’amore per la verità tra i “figli di don Bosco”

di Marcello Di Sarno (Blog Lanusei. Interviste Giornalisti)

Tonio Pillonca è caporedattore della sede di Lanusei del quotidiano L’Unione sarda, per il quale ha iniziato a collaborare dal 1994. Oggi cura la cronaca nera, mentre in passato si è occupato di sport, lavorando per emittenti televisive (come TeleOgliastra e Videolina) e radiofoniche (come Radio Music e Stereo Punto Radio).
Il suo personale modo d’intendere la professione giornalistica tra passato, presente e futuro, sullo sfondo del profondo legame con Lanusei, al centro dell’intervista rilasciata per Comuni-Italiani.it

Quando ha capito che il giornalismo sarebbe stata la sua strada?
Fin da ragazzino mi divertivo a improvvisare fantasiose telecronache sportive e a scimmiottare i conduttori dei telegiornali. Debbo le mie prime esperienze da cronista a una piccola tv di Lanusei, TeleOgliastra, prima e unica emittente libera, aperta – per troppo poco tempo, purtroppo - nella mia zona.
Poi ho lavorato in diverse radio, sempre libere, di Lanusei: Radio Music e Stereo Punto Radio. A diciotto anni le prime collaborazioni a L’Unione Sarda, il più diffuso giornale dell’Isola, e Videolina, televisione dello stesso gruppo editoriale.
Occuparmi di sport mi ha permesso di acquisire fantasia e padronanza di scrittura. Il lavoro sul fronte della cronaca nera ha fatto di me un giornalista: seguire omicidi, rapine, processi penali importanti mi ha fatto maturare moltissimo. E così ho potuto coronare il mio sogno: diventare un giornalista professionista, sempre a L’Unione Sarda.

Che ruolo ha avuto Lanusei in questo percorso professionale? Quali spunti offre sotto il profilo giornalistico?
Vivere in una cittadina che è sede di tribunale, ospedale, istituti d’istruzione superiore e ora di un’amministrazione provinciale, in una zona per giunta molto allettante dal punto di vista turistico ambientale, mi ha permesso di acquisire un’esperienza poliedrica e di specializzarmi in tutti i colori della cronaca. A Lanusei esistono specificità politiche, economiche e sociali che stuzzicano la ricerca e l’approfondimento.

Tonio Pillonca

La mia città, giornalisticamente parlando, può essere considerata una piazza importante. Tanto è vero che L’Unione sarda ha deciso di istituirvi una sua redazione. E così io ho avuto il privilegio, grande privilegio, di poter lavorare nella mia terra.

L’informazione a Lanusei, le peculiarità rispetto al contesto generale.
Le peculiarità sono quelle che distinguono ogni realtà provinciale dai contesti metropolitani. Anche se certi fenomeni metropolitani, purtroppo nei loro risvolti più negativi, hanno preso piede nella realtà di Lanusei. Personalmente credo che il mio modo di fare giornalismo non cambierebbe anche se lavorassi a Cagliari o a Milano. La comunicazione multimediale ha azzerato le distanze.

Quali luoghi scandiscono il suo vivere quotidianamente la città, smessi i panni del giornalista?
La mia quotidianità è fatta di famiglia, amicizie, serenità. Una piccola comunità garantisce il vantaggio di rapporti interpersonali facili e di un calore umano difficilmente riscontrabile in grandi contesti urbani. Non esiste un luogo preciso che possa rappresentare l’emblema della mia quotidianità.

Lanusei e la cultura: in quali luoghi e appuntamenti è da ricercare la cifra culturale della comunità lanuseina?
L’emblema culturale più alto di Lanusei è costituito senza dubbio dall’istituto salesiano. Esiste dal primo Novecento, ha formato mezza classe dirigente sarda, io stesso ho frequentato medie e ginnasio dai figli di Don Bosco. Ora quelle scuole sono chiuse, ne rimane un fulgido ricordo. Esiste ancora l’oratorio, punto di riferimento saldo per le generazioni dei giornalisti.
Oggi, i centri culturali rimasti sono un teatro, che ospita stagioni di prosa e concerti di livello internazionale, e sale conferenze, in cui si svolgono convegni di grande spessore culturale. Si tratta di rifugi sicuri che permettono di sottrarsi alle tenaglie della decadenza che avanza, a Lanusei come altrove. La cittadina si spopola, i giovani per affermarsi devono emigrare, affiorano pericolosi sintomi di degrado economico e sociale.

Frugando nell’album dei ricordi, quale articolo le suscita ancora emozioni forti o un certo orgoglio professionale?
Risale agli anni Ottanta. Ero ancora un semplice collaboratore e il caposervizio mi chiese di ricordare, in trenta righe, tre ragazzi morti lo stesso giorno, nel corso di due diversi incidenti stradali. Credo di non aver mai scritto un altro pezzo con la partecipazione emotiva che riversai in quell’articolo.
Diversi sono invece i pezzi di cui sono orgoglioso professionalmente: sono quelli di denuncia, quelli che mi hanno permesso di smascherare intrighi o soprusi fino a quel punto inosservati.

Un titolo e dieci righe per raccontare cosa le piace e cosa cambierebbe della Lanusei attuale.
“Rivive il centro storico, sosta selvaggia è soltanto un ricordo”
“Nel salotto buono di Lanusei luccica il granito di via Roma, libera dalle auto, ingentilita dai vasi di gerani sui balconcini degli antichi palazzi. Il sogno dell’isola pedonale è diventato realtà: il grande parcheggio multipiano nato al posto del vecchio, glorioso cinema Alhambra, accoglie le auto che prima assediavano il cuore della cittadina, ora restituito al suo antico splendore”.
Purtroppo sto sognando a occhi aperti. via Roma resta ancora un inferno di lamiere, l’edificio che ospitava il cinema è un rudere ma esiste ancora, le aree di sosta sono sempre troppo poche.

Giornalismo e futuro: quale destino vede per la professione tra le innovazioni della tecnologia digitale e l’avanzata del giornalismo partecipativo?
Alle nuove frontiere dell’informazione non si può sfuggire. La sfida è stimolante e difficile a un tempo. Il modo migliore per vincerla è un aggiornamento professionale scrupoloso e continuo, nel rispetto dei valori dettati dalla deontologia professionale, dal rispetto della verità, dalla verifica rigorosa delle fonti e da un esercizio della professione libero dai poteri forti. Valeva scaldando i tasti delle mitiche Olivetti, vale oggi, sfiorando la tastiera di un pc.

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