Percorrendo la Statale 113 - l’ antica “trazzera regia”, che collega Messina con Palermo, lungo la costa tirrenica optiamo per una sosta in un paesino pressocchè sconosciuto ai più, ma che ci regala fin dall’inizio uno degli spettacoli più meravigliosi e suggestivi cui un viaggiatore possa augurarsi di assistere: da un lato le Isole Eolie adagiate su un immenso tappeto d’acqua azzurro, dall’altro il dolce digradare delle punte dei Monti Nebrodi.
Siamo a Falcone, ridente cittadina del messinese, adagiata sul litorale tirrenico tra una distesa di ulivi e lussureggianti vigneti, immersa in un silenzio quasi irreale rotto solamente dallo stridore dei gabbiani. Nonostante le numerose calamità naturali che negli anni l’hanno funestata (dalle esondazioni degli anni sessanta al terremoto del ‘78 fino alla recente alluvione del 2008), Falcone è sempre riuscita a risalire la china, tenace e volitiva come il carattere della sua gente.
Questo piccolo comune, con i suoi neanche tremila abitanti, ha una storia relativamente giovane, poichè fino a non molto tempo fa rappresentava il semplice sobborgo di un comune limitrofo, quello di Oliveri. L’attuale centro urbano cioè, fino a cento anni fa rappresentava una distesa pianeggiante immersa nella totale solitudine poichè la popolazione risiedeva principalmente su quella collina che domina l’intera costa. Eppure recenti ritrovamenti archeologici nei pressi del Monte Giglione testimoniano che la sua fondazione è antica risalendo niente meno che all’epoca della distruzione di Tindari, avvenuta per mano degli Arabi nell’836 a.C.
Oggi, invece, Falcone rappresenta un autentico “paese albergo”, ricco di strutture ricettive, ristoranti, campeggi, meta di migliaia di turisti che ogni estate si riversano sulle meravigliose spiagge sabbiose e non disdegnano di fare onore alla buona tavola. Falcone, infatti, è ricercata anche per la prelibata gastronomia per lo più basata su piatti di pesce (dal pregiato gambero rosso al pesce spada, fino alle acciughe), ma non solo…
Chi arriva a Falcone per la prima volta non può che rimanerne colpito: la natura è meravigliosa e la gente gioviale, accogliente e volentieri dispensa un sorriso.
Nel paese ci sono tre chiese, ma la più importante è quella di San Giovanni Battista (che è anche il Patrono), si trova in centro, nella piazza principale antistante il giardino pubblico.
A differenza di molti paesini costieri che traggono unicamente dal mare le proprie risorse e sempre al mare devono il fatto di rappresentare un’attrattiva turistica, Falcone regala ai suoi visitatori l’aria salubre della collina mista a inebrianti profumi di uve e agrumi. Ma non è ancora tutto!
Quello che maggiormente colpisce l’attenzione del visitatore è una perla naturalistica di rara bellezza. Proprio al centro del suo golfo, una vasta conca naturale ospita dei laghetti salmastri dalle acque calde e incontaminate. Si tratta dei laghetti detti di Marinello, che si formano in virtù di un raro fenomeno che interessa i fondali e le correnti del territorio. Da una decina d’anni circa sono stati classificati come “riserva naturale orientata” ospitando una ricca, quanto variegata, vegetazione che accoglie moltissime specie di uccelli: dalla cicogna bianca al corvo imperiale, dal piccolissimo luì (un uccellino che pesa appena 12 grammi) al rarissimo falco pellegrino che curiosamente elegge a sede ideale per la nidificazione proprio un luogo con cui condivide oltre che l’etimologia del nome anche lo spirito libero.
(Foto di Michele Lo Forte per gentile concessione)
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