11 Settembre 2010

Un paese in miniatura

di Elena Cuomo (Blog Santa Domenica Talao. Racconti di Viaggio)

Piazzetta di S. Domenica Talao

Piazzetta di Santa Domenica Talao

La fine di agosto non regala sempre giornate di sole… e oggi, purtroppo, è una di quelle. Il cielo cupo e la leggera brezza ci costringono a rinunciare, a malincuore, ad un pomeriggio di mare per dedicarci alla visita a paesini calabresi mai visti prima! Carta e guida della regione alla mano e prima di scendere decidiamo di partire alla scoperta di Santa Domenica Talao. Un pomeriggio tutto per noi che si è rivelato essere più che soddisfacente!

Santa Domenica ebbe un ruolo essenziale per l’unificazione d’Italia. Infatti il comune ospitò Garibaldi, ferito in Aspromonte e fu curato qui da un medico del posto. Forse i Mille non avrebbero potuto continuare la loro spedizione se il paese non si fosse mobilitato in favore del condottiero, eppure non tutti, purtroppo, conoscono questo aneddoto.

Curve strette e costeggiate da alberi, nel bel mezzo della natura, il percorso per salire al paese già regala un panorama mozzafiato! Arriviamo fin su al centro abitato e fermiamo la macchina su di una terrazza che si affaccia su tutti i comuni più in pianura, da Diamante a Scalea. Ci avviamo verso l’interno, pieno di salite e altrettante discese, nessuna strada è pianeggiante e la magia del posto si mostra da subito. Respiro a pieni polmoni, raramente mi è capitato di assaporare la stessa aria pura!

Parrocchia di San Giuseppe

Parrocchia di San Giuseppe

Casette molto basse, al massimo di un piano, nulla a che fare con i grattacieli così asettici delle nostre città caotiche. Finestre piccole, in legno, case dai portoncini con i pomelli lucidi, ognuna con un proprio patio e vasi di fiori a decorare i balconcini. Che meraviglia trovarsi in un paese abbracciato dai monti.

I bar… piccoli, per restare in linea con lo stile delle case, vissuti dagli anziani del posto che salutano i passanti, entusiasti di presentare ai turisti il tesoro più grande: il loro piccolo borgo!

Le scale laterali conducono verso le profondità interne, si sale fin su le montagne e si scende fino alle gole del paese. Un segnale ci suggerisce di visitare il presepe della Parrocchia di San Giuseppe. Un cammino fatto di scalini ci conduce davanti ad una porta, piccola, stretta, in legno. Bussiamo, ma da una finestrina di fronte si affaccia una vecchietta che ci informa che il presepe viene aperto solo su appuntamento e che i pastori sono molto costosi.

Proseguiamo, amareggiati, e le scale continuano a portarci sempre verso viuzze ancora più tortuose. Purtroppo anche la parrocchia è chiusa e da fuori la torre campanaria e un arco, con una sorta di cappella votiva, rendono già l’esterno incantevole. Peccato non aver potuto visitare l’interno!

Scale

Scale

Una piazzetta, qualche bottega dalle cantine con le porte ancora in legno antico, pensionati seduti accanto alla fontanella, intenti a chiacchierare, e le strade che sembrano aprire verso mondi sconosciuti. I mattoncini delle case, i campanelli ancora con i vecchi sonagli, poche auto e un gruppo di turisti stranieri… ecco l’immagine che voglio ricordare di Santa Domenica!

Qualche scritta ancora originaria si conserva sulle botteghe, mentre alcune abitazioni sono completamente rinnovate. Sembra come se se il borgo cercasse in tutti i modi di conservare la sua origine, quella dei mattoncini in pietra, dei gradoni alti e dei muretti consumati, attingendo a fatica dalla modernità.

Seduta ad un bar la mia famiglia fa ipotesi sulla possibilità di vivere qui. La quiete, l’aria fresca, la gente affabile e le montagne da sfondo, tutto a favore, quasi quasi davvero mi trasferisco qui!

Ci rimettiamo in macchina, sazi di aver visto qualcosa di bello, che in città è impossibile trovare.
Non c’è nulla di più emozionante che visitare un paesino del genere piuttosto che studiarlo attraverso un libro, non si riesce a capire la sua magia e la sua semplicità che ancora oggi riesce a gonfiarmi gli occhi di meraviglia!

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